
di Yanis Vaurofakis, intervista di Antonello Guerrera per Repubblica
“La strategia di fondo è la svalutazione del dollaro. I dazi sono uno strumento, non la motivazione.
Puoi applicarli qua, poi spostarli là, ridurne l’intensità. Ed è proprio quello che Trump sta facendo.
Se guardi bene, i dazi del 20% per l’Unione Europea sono già stati ridotti, per 90 giorni, al 10%. Nel frattempo però il dollaro si è svalutato del 10%.
Quindi, nel complesso, hai comunque un effetto del 20%. La svalutazione del dollaro è per Trump uno strumento più efficace dei dazi, perché favorisce le esportazioni americane, cosa che i dazi invece non fanno.
Quindi dobbiamo smetterla di fissarci su quello che fa Trump.
Dobbiamo capire, in Europa, che il nostro modello mercantilista è finito.
Non potremo più esportare deflazione nel resto del mondo come abbiamo fatto finora come nell’Eurozona. Non potremo più importare domanda per 240 miliardi di dollari — tanto vale il nostro saldo netto delle esportazioni verso gli Stati Uniti.
O rilanciamo gli investimenti, come io dico da tempo, ma anche come ha detto Mario Draghi, oppure restiamo fermi.
Dovremmo creare istituzioni che ancora non esistono — e nessuno nemmeno ne parla — per avere altri 600-700 miliardi di investimenti all’anno.
Oppure entreremo in stagnazione.
E temo che sarà così, perché quando iniziò la crisi dell’euro, c’era una certa Angela Merkel che aveva il capitale politico per introdurre questi cambiamenti. Lo ha sprecato in modo straordinario e ridicolo, insieme a Schäuble, e ora nessuno ha più quel capitale politico. Non Scholz, non Meloni, non Macron.
Sono tutti lì, che si agitano come polli senza testa, con ancora un po’ di vita addosso. E lo dico con grande dolore, perché l’Europa è ricca, colta, intelligente. Eppure stiamo entrando in un lungo periodo di stagnazione”.