
NELLA TEMPESTA CHE HO NEL CUORE
con Andrea Dolcini
drammaturgia Antonio Costantino
regia Raffaello Fusaro
Sabato 12 aprile, ore 21
Teatro Delia Scala
Via delle Ferriere 16
Lui c’era. Lui che non sa parlare e nemmeno tacere. Lui c’eraallora e c’è ancora, fermo in quegli anni che lo hanno flashato in una giovinezza concitata e irrequieta. C’era e c’è, sul palco a raccontarci del suo eroe: Pier Paolo Pasolini. C’era onnipresente in borgata e nelle periferie, a osservare da testimone Pasolini, il suo mito, accanto a lui perfino a tavola in quelle cene dove… nunè che m’hanno proprio invitato, diciamo più che altro che me so ‘mbucato…
Er Pasola c’era sempre. Sui campetti da calcio e in quelle trattoriepunto d’incontro tra artisti e intellettuali. Stava sempre in mezzosui set a sbirciare quando le grandi pellicole censurate e scandalizzanti di Pier Paolo venivano impresse nella storia di questo paese. Era a casa Sua, trasparente, a spiare dalla serratura come nasceva il guizzo di un verso, la folgorante esplosione di un pensiero.
Er Pasola giunge in teatro trafelato e in un dopo cena immaginario riporta i ricordi a noi, spettatori del futuro. Er Pasolaè la sintesi di personaggi che, fuori dall’ufficialità, narrano con pedante eccitazione, evocano con passione febbrile ogni azione e contrasto, ogni idiosincrasia di Pier Paolo verso le consuetudini borghesi e i perbenismi. Come il telecronista di una vita che diventa mitologica, Er Pasola è lui stesso un piccolo mito, quasi un fool che usa tutte le parole a disposizione per narrarci il Pasolini-pensiero, tra ricordi pubblici che diventano privati e viceversa, brandelli di versi, citazioni, infuocate invettive e liriche accorate. Un personaggio di fantasia ma concreto come solo uno del popolo sa essere, che usa le proprie abilità teatrali e di parola per riportare alcuni dei come e dei perché della storia di Pier Paolo.
Il testo viene fuori dalle tasche povere di un ragazzo dai pochi costrutti grammaticali ma ricco di un patrimonio di reminiscenze e cimeli della memoria. Un monologo che – fuori dal solco tracciato dalle cronache dei critici e dei manuali di cinema e letteratura – racconta Pier Paolo da vicinissimo. Er Pasolainterpretato da Andrea Dolcini è un commensale infiltrato, uninserviente al servizio solo della strada, sfrontato come un giovane Rugantino, avverso a qualsiasi lavoro tranne che alla produzione di ricordi e associazioni d’idee. Andrea/Pasola, con sfrontatalibertà, unisce brani pop ai versi di Pasolini, narrando conirriverenza e immediata sincerità aneddoti, curiosità, particolari inediti dell’uomo e del poeta scuotendoci, commovendoci, destando in noi il ricordo di un intellettuale unico e irripetibile.
dalle note di regia