Marine Le Pen ha utilizzato indebitamente oltre 4 milioni di euro destinati agli assistenti parlamentari del Parlamento Europeo per finanziare attività del partito in Francia. Insomma una truffa, ai danni della Ue. Ecco perché è stata condannata. Quei soldi erano destinati ai dipendenti del gruppo parlamentare, che di conseguenza lavoravano con stipendi da fame.
Un po’ come la storia della cassa integrazione per i suoi dipendenti che si intascava la Pitonessa durante il Covid, secondo l’accusa che la vede sotto processo, ma ancora al governo.
Oppure, un po’ come la storiaccia dei 49 milioni di rimborsi elettorali non dovuti ma incassati e intascati dai dirigenti della Lega dell’era Bossi.
Si sa che alla destra è sempre piaciuto il nero, soprattutto i fondi neri.
Però che Le Pen si paragoni a Martin Luther King è disperazione populista allo stato grezzo.
Il reverendo Luther King era afroamericano, si batteva per i diritti dei neri d’America, per questo è stato assassinato da un suprematista bianco.
Madame Le Pen di nero ha la coscienza, oltre che la carriera politica razzista, suprematista e sovranista. Così, anche a pelle, il paragone proprio non regge.