Inevitabili le battute sul lupo Silvio Berlusconi che a Gubbio, al convegno di Forza Italia ha fatto le sue dichiarazioni post-tracheite contro il governo Prodi, contro la missione in Libano, ma soprattutto contro la legge sul conflitto di interessi, legato a filo doppio con il sistema televisivo italiano, e dunque contro le nomine alla Rai. In particolare, sulla Rai Berlusconi ha parlato di “emergenza democratica”.
Fini ha detto bene-bravo-bis. La questione è e sarà una delle note dolenti della politica italiana e del governo, perché la presenza massiccia della rappresentanza parlamentare dell’opposizione, frutto della legge elettorale cambiata in corso d’opera nella passata legislatura, a ridosso dell’apertura delle urne, renderà faticoso il cammino di una nuova legge sul riordino del sistema della tv, in particolare del servizio pubblico, nonostante l’obbligo di recepire una precisa normativa europea in materia.
Non è singolare che Silvio Berlusconi dica cose che non rispondono al vero, è nel suo stile politico e imprenditoriale. Non lo è neppure che gli altri leader della cdl facciano orecchie da mercante al senso di responsabilità, siano supini e acquiescenti nei confronti del Cavaliere, soprattutto quando in gioco ci sono i suoi interessi imprenditoriali, e il core business, cioè la tv.
In queste ore, per altro, si riunisce il cda della Rai sulla questione delle nuove nomine, e il peso dell’iniziativa politica della Cdl sulla questione si è fatto sentire, se è vero, come è vero, che questa riunione del cda della Rai è stata aggiornata proprio per allentare la tensione, per lenire il senso d’intimidazione che proviene dalla opposizione.
In questo senso si è trattato di un rinvio inutile, proprio perché Berlusconi ha rincarato la dose di pressione nel suo intervento a Gubbio.
La domanda è: esiste davvero un problema di emergenza democratica sulle nomine alla Rai? La risposta è sì, ma il pericolo non viene dal governo, quanto più tosto dall’opposizione. In pieno scandalo delle intercettazione telefoniche, i giornali pubblicarono le conversazioni tra Salvo Sottile, allora capo ufficio stampa di Fini e numerosi personaggi del mondo politico, del giornalismo e della Rai.
Per quanto non sia gradevole né del tutto corretto pubblicare le intercettazioni, ce ne una, in particolare che fa luce sulla situazione “politica” all’interno della Rai. Lo scorso 21 Giugno, La Stampa di Torino ha pubblicato una conversazione tra Guido Paglia, direttore delle Relazioni Esterne Rai, con Salvo Sottile.
Secondo il quotidiano torinese “Guido Paglia è furente con Forza Italia e si sfoga con Sottile.
Paglia: -Questi stanno facendo carne di porco.
Sottile:- Ehm.
Paglia:-Naturalmente con …Cattaneo (ex direttore generale Rai, ndr) in testa, con Comanducci…Sartori, cioè tutto il grigio di Forza Italia. Fanno passà solo le cose loro, le loro fanno passare. Cioè per dire, adesso anche quel poveretto che è amico di Gianfranco, di Girotti (…)
Sottile:-Sì.
Paglia:- L’accordo che avevo fatto io prevedeva che lui diventasse dirigente e vice-direttore del “Gambero rosso”…
Sottile:-Ehm
Paglia:- Lo hanno inculato…e lui non è diventato dirigente, però in compenso loro i dirigenti li hanno presi. Hanno portato una dei Ds. Insomma…..”
Da questo stralcio si capisce di che natura è lo scontro in atto alla Rai. Berlusconi esige la rendita di posizione sul mercato delle tv, e quindi vuole tutelare la maggioranza in Cda, garantitagli dalla Gasbarri, ragion per cui il consigliere Petroni, nominato dal precedente Ministro dell’Economia, non intende schiodare.
Gli alleati di Berlusocni, Fini “in prima persona”, tanto per citare il suo slogan alla scorse elezioni politiche, difendono la rendita di posizione degli uomini che hanno infilato alla Rai,
Questo è il quadro in cui l’attuale Cda della Rai deve decidere delle nomine. E’ un quadro a tinte fosche, anche perché in questo momento la Commissione di Vigilanza non c’è.
Agli uomini e alle donne che lavorano in Rai c’è da augurare “in bocca al lupo”. Sperando non sia quello di Gubbio. Beh, buona giornata.