Fino a sentenza definitiva, la figliola di Wanna Marchi ha conquistato il titolo di miss Marchette.
Ma i suoi clienti, capaci, pare, di spendere 70 mila euro a botta (ogni riferimento è certamente voluto) per una serata di bacco, coca e venere, rientrano nella categoria sociologica dei mangiatori di pane a tradimento: 70 mila euro in un serata debosciata sono lo stipendio annuo di due lavoratori dipendenti italiani.
Come diceva l’avvocato buonanima di un noto fruitore di “cene eleganti”, i clienti di miss Marchette verranno semplicemente classificati come “utilizzatori finali” e quindi penalmente esenti da sanzioni, al massimo si beccheranno la nomea di “pirla”: ai riccastri si perdona tutto, finché dispongono di rendite da prosciugare, come al “giovin signore” di Parini, tanto per rimanere a Milano.
È invece imperdonabile l’insegna “Gintoneria”, “a schifezza ra schifezza ra schifezza ‘e l’uommene”, che si merita il grande pernacchio di Eduardo.