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Altre 5 vittime da aggiungere alla tragica conta dei morti di lavoro in Italia.

di Piero Santonastaso | Facebook.com/Mortidilavoro

Maicol Affatato, 26 anni, è morto sabato 25 gennaio a Mandatoriccio (Cosenza), precipitando dal tetto del capannone di un’azienda che lavora il ferro.

Era salito lassù per stendere un prodotto in grado di fermare le infiltrazioni d’acqua causate dalle ultime abbondanti precipitazioni. Il tetto, fradicio, si è letteralmente aperto sotto i piedi del lavoratore, che è precipitato da una decina di metri d’altezza ed è morto sul colpo.

La Procura di Castrovillari ha aperto un’inchiesta, non solo sulla dinamica e sull’uso dei dispositivi di sicurezza, ma anche sulla posizione lavorativa di Maicol, che non risulterebbe alle dipendenze della ditta.

Venerdì 24 in provincia di Cosenza era morto un altro lavoratore, Rosario Ferraro, 62enne pittore edile di Albidona (Cosenza).

Si era sentito male mentre lavorava a Trebisacce, sempre nel Cosentino, ed era stato portato al presidio ospedaliero Chidichimo dove, constatato un infarto in atto, ne avevano disposto il trasferimento al più attrezzato Ferrari di Castrovillari.

L’elisoccorso era però impegnato in un altro intervento e sono trascorse due ore prima che volasse a Trebisacce. Troppo tardi per Ferraro, morto nell’ambulanza che lo trasportava all’eliporto.

Un malore al lavoro è anche all’origine della morte di Amato Aversario, 54enne di Mondragone (Caserta), in trasferta a Serravalle Pistoiese (Pistoia) per i lavori di ammodernamento della ferrovia Pistoia-Montecatini.

Sabato 25 gennaio Aversario, che era già stato vittima di ischemia, si è sentito male alle 7,30 e si è accasciato davanti ai compagni. All’ospedale San Jacopo di Pistoia i medici hanno potuto soltanto accertarne la morte.

Carlo Biffi, 59enne titolare dell’allevamento caprino Rio Vallone di Roncello (Monza e Brianza), è morto sabato 25 gennaio a causa di un incendio scoppiato nell’azienda.

Al divampare delle fiamme in una stalla si è precipitato per cercare di salvare i suoi animali, mentre un altro allevatore lanciava l’allarme.

Biffi è stato trovato esanime in quello che in poco tempo era diventato un inferno di fuoco e fumo, tanto da richiedere l’intervento di squadre di vigili del fuoco anche da Milano. I tentativi di rianimazione non hanno dato esito.

Massimiliano Pecorini, 56enne di Roccastrada (Grosseto), è morto venerdì 24 gennaio a causa dei gravi traumi riportati quando è stato colpito da un tronco mentre abbatteva degli alberi in un’azienda di famiglia.

#maicolaffatato#rosarioferraro#amatoaversario#carlobiffi#massimilianopecorini#mortidilavoro

Gennaio 2025: 69 morti (sul lavoro 60; in itinere 9; media giorno 2,7)

14 Lombardia (sul lavoro 13, in itinere 1)

8 Veneto (5 – 3)

7 Campania (7 – 0)

6 Piemonte, Toscana, Calabria (6 – 0)

5 Puglia (5 – 0)

3 Abruzzo (3 – 0); Emilia Romagna (2 – 1)

2 Trentino, Lazio (2 – 0); Liguria, Marche (1 – 1)

1 Umbria, Basilicata (1 – 0); Sardegna (0 – 1)

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Di Marco Ferri

Marco Ferri è copywriter, autore e saggista, si occupa di comunicazione commerciale, istituzionale e politica.

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