di Piero Santonastaso | Facebook.com/Mortidilavoro
Nel discorso di apertura dell’anno giudiziario, davanti al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, la presidente della Corte di Cassazione, Margherita Cassano, si è soffermata sulla mancanza di sicurezza nei posti di lavoro.
Snocciolando dati ufficiali, Cassano ha tenuto a sottolinearne l’incompletezza, data dall’ampiezza del lavoro sommerso o in nero, nonché la correlazione diretta tra il lavoro irregolare e gli eventi, anche mortali:
“Nei primi undici mesi del 2024 gli infortuni mortali sono stati mille (+32 rispetto allo stesso periodo del 2023), mentre le denunce di infortunio sul lavoro sono state 543.039 (+0,1% rispetto allo stesso periodo del 2023) – ha detto Cassano – In aumento del 21,7% rispetto al periodo precedente le patologie di origine professionale denunciate, pari a 81.671.
Si tratta di numeri purtroppo assai eloquenti, ma non sufficienti a descrivere la dimensione del fenomeno cui concorrono anche gli ‘infortuni sommersi’ che non vengono denunciati all’Inail proprio a causa della natura irregolare del rapporto di lavoro, oppure per paura di ritorsioni, ovvero per il timore di cagionare conseguenze negative al datore di lavoro.
Il lavoro ‘irregolare’ è una delle cause principali delle lesioni o delle morti sul lavoro.
Esiste una forte correlazione tra qualità, dignità, sicurezza del lavoro come testimoniato dal numero inaccettabile di infortuni con esito mortale che continuano a verificarsi con drammatica periodicità”.
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