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È una donna la prima vittima sul lavoro del 2025.

Sandra Pegoraro,

Non è una gara, ma per i media è come se lo fosse. Così in molti (troppi) titoli troviamo sottolineato lo status di prima vittima del lavoro nel 2025, neanche si trattasse di conferire una medaglia, sulla falsariga della corsa al primo/a nato/a.

Peraltro sbagliando due volte: si parla dei primi due lavoratori morti, invece siamo già a sei; inoltre leggiamo che la prima vittima è stata registrata il 3 gennaio in Calabria, quando così non è.

È una donna la prima vittima del 2025, si chiamava Sandra Pegoraro, aveva 54 anni e faceva l’operatrice sociosanitaria a Padova.

È morta mercoledì 1° gennaio dopo 10 giorni di ricovero in terapia intensiva. Domenica 22 dicembre 2024 era stata investita attraversando la strada alla fine del turno di lavoro, e non si era più ripresa dalle lesioni gravissime nonostante una fortissima fibra.

A maggio del 2022 era sopravvissuta a un tentato femminicidio, accoltellata più volte dall’ex compagno, e da allora si era dedicata alla lotta contro la violenza sulle donne.

La seconda vittima del 2025 è il 37enne albanese Elton Prekaj, moglie e una figlia di 4 anni.

È morto giovedì 2 gennaio mentre lavorava nel bar di famiglia a Molfetta (Bari). Gravemente malato da tempo e in attesa di trapianto, si è accasciato nel locale ed è spirato.

Quattro le vittime di venerdì 3 gennaio.

Elio Appiano, 66enne ferroviere in pensione di Montafia (Asti), si è spento al Cto di Torino dove era ricoverato dal 31 dicembre. Quel giorno era al lavoro nei terreni di famiglia, come aveva sempre fatto, ed è stato travolto dal crollo di un albero che stava cercando di abbattere.

Francesco Stella, 38enne operaio di Lamezia Terme (Catanzaro), è morto cadendo da un’altezza di 6 metri mentre fissava impalcature alla Europrofil di San Pietro Lametino, frazione di Lamezia. Devastante il trauma cranico riportato.

Alessandro Losacco, 58enne operaio agricolo di Bari, è morto a Mola di Bari travolto da un furgone. Alla fine della giornata nei vigneti dell’azienda Tarulli di Noicattaro, si era fermato con il furgone carico degli attrezzi per chiudere un cancello.

Scendendo ha probabilmente trascurato di inserire il freno e il mezzo, in leggera discesa, si è mosso e lo ha travolto, uccidendolo.

Mamadi Tunkara, 36enne gambiano addetto alla sicurezza nella Carrefour di Bergamo, è stato ucciso con quattro coltellate da un uomo che gli ha teso un agguato in via Tiraboschi.

È accaduto mentre andava al lavoro in bici, mezzo che Tunkara usava ogni giorno per il tragitto da Verdello (Bergamo), dove viveva con il fratello.

Secondo alcune testimonianze l’omicida è un uomo con il quale aveva avuto una discussione, quasi certamente legata al suo lavoro, il 31 dicembre all’esterno del supermercato.

#sandrapegoraro#eltonprekaj#elioappiano#FrancescoStella#alessandrolosacco#mamaditunkara#mortidilavoro

Gennaio 2025: 6 morti (sul lavoro 5; in itinere 1; media giorno 2)

2 Puglia

1 Piemonte, Lombardia, Veneto, Calabria

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Di Marco Ferri

Marco Ferri è copywriter, autore e saggista, si occupa di comunicazione commerciale, istituzionale e politica.

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