di Piero Santonastaso | Facebook.com/Mortidilavoro
Mercoledì 18 dicembre i media sono tornati ai conteggi selettivi, ai morti di lavoro sfogliati come i petali di una margherita: questo sì, questo no, questo sì, questo no…
Il risultato è che i titoli di giornata raccontano agli italiani di due o tre vittime, quando in realtà i lavoratori che hanno perso la vita sono stati sei.
Esattamente il doppio. Tutti hanno parlato di Giovanni Battista Macciò (Genova) e Stefano Deiana (Elmas), quasi tutti di Domenico Caputo (Postiglione), quasi nessuno di Davide Benetti (Riva del Po), Mario Masiero (Borgo Veneto) e Fausto Conca (Lissone).
Giovanni Battista Macciò, 52 anni, residente con moglie e figlio a Castiglione Chiavarese (Genova), ex tassista, era uno dei 900 soci del Culmv (Compagnia unica fra i lavoratori delle merci varie) attiva nel Porto di Genova.
Un camallo, si sarebbe detto una volta. È morto intorno alle 3 della notte di mercoledì 18 dicembre, travolto da un trattore portuale nel Terminal Psa di Prà mentre controllava i sigilli di un container.
Tutti da verificare i motivi per i quali il trattore ha effettuato un’inversione a U nel piazzale e anziché proseguire lungo la corsia di marcia ha preso una traiettoria diagonale, investendo Macciò, per tutti Francesco.
Era membro del Comitato vittime del Ponte Morandi e domenica aveva partecipato all’inaugurazione del memoriale. Subito dopo la morte del lavoratore è scattato uno sciopero di 24 ore dei lavoratori portuali, con l’affissione di striscioni emblematici.
Stefano Deiana aveva 57 anni, viveva a Capoterra (Cagliari) ed era un dipendente della Carvi srl di Elmas, officina per mezzi pesanti.
Mercoledì 18 dicembre insieme al 27enne senegalese Abdoulaye Lo era alle prese con le ruote di un camion, sdraiato dietro la gomma posteriore destra, quando l’autista del mezzo è salito in cabina e ha tolto il freno, senza accorgersi dei due meccanici.
Il camion si è mosso schiacciando “Jerry”, come tutti conoscevano Deiana, che non è sopravvissuto alle lesioni. Ricoverato al Brotzu di Cagliari in condizioni non gravi l’operaio senegalese.
Domenico Caputo, 36enne camionista di Postiglione (Salerno), è morto mercoledì 18 dicembre nel cortile dell’azienda produttrice di pellet di proprietà della famiglia della moglie.
Caputo è stato schiacciato contro un muro da un camion, mossosi all’improvviso perché quasi certamente non frenato. Nulla da fare per Caputo.
Davide Benetti, 43 anni, era un insegnante di sostegno nella scuola di Riva del Po (Ferrara) ed è morto mercoledì 18 dicembre nell’ospedale Sant’Anna di Ferrara, dove era stato ricoverato il 9 dicembre per un incidente avvenuto durante una gita scolastica.
In visita con una quinta elementare e una seconda media a Villa Rivani Farolfi di Ro (municipio di Riva del Po), Benetti era caduto da un’altezza di 5 metri a causa del crollo di un balcone dell’edificio.
Ricoverato in gravi condizioni per le fratture agli arti, l’insegnante si è progressivamente aggravato, fino alla morte.
Mario Masiero, 79 anni, storico proprietario del bar-ristorante Nonno Mario a Santa Margherita d’Adige (municipio di Borgo Veneto, Padova), è morto intorno alle 7 del mattino di mercoledì 18 dicembre in un incidente stradale causato anche dalla fitta nebbia.
Dopo aver aperto il suo esercizio, Masiero era salito in macchina per acquistare i quotidiani da mettere a disposizione della clientela e stava tornando indietro quando si è scontrato frontalmente con un camion. È morto sul colpo.
Un tamponamento con un camion è la causa della morte di Fausto Raffaele Conca, 54 anni, residente a Lissone (Monza e Brianza), e tecnico specializzato presso Phoebus Sistemi Audio di Sesto San Giovanni (Milano).
Nel tardo pomeriggio di lunedì 16 dicembre tornava a casa lungo la A4 quando ha tamponato un autoarticolato, riportando lesioni gravissime. Ricoverato all’ospedale Giovanni XXIII di Bergamo, è morto martedì 17 dicembre.
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Dicembre 2024: 48 morti (sul lavoro 43; in itinere 5; media giorno 2,7)
Anno 2024: 1114 morti (sul lavoro 847; in itinere 267; media giorno 3,1)
160 Lombardia (112 sul lavoro – 48 in itinere)
112 Campania (95 – 17)
103 Veneto (72 – 31)
89 Sicilia (64 – 25)
86 Emilia Romagna (65 – 21)
85 Lazio (56 – 29)
69 Puglia (45 – 24)
68 Toscana (55 – 13)
66 Piemonte (52 – 14)
35 Sardegna (30 – 5)
34 Marche (24 – 10 )
27 Abruzzo (22 – 5),
25 Calabria (20 – 5)
22 Liguria (19 – 3), Estero (19 – 3)
21 Trentino (17 – 4)
20 Friuli V.G. (16 – 4),
18 Umbria (14 – 4)
14 Basilicata (14 – 0)
13 Alto Adige (12 – 1)
7 Valle d’Aosta (7 – 0)
4 Molise (4 – 0).
Novembre 2024: 102 morti (sul lavoro 77; in itinere 25; media giorno 3,4)
Ottobre 2024: 100 morti (sul lavoro 74; in itinere 26; media giorno 3,2)
Settembre 2024: 93 morti (sul lavoro 67; in itinere 26; media giorno 3,1)
Agosto 2024: 97 morti (sul lavoro 67; in itinere 30; media giorno 3,1)
Luglio 2024: 104 morti (sul lavoro 83; in itinere 21; media giorno 3,3)
Giugno 2024: 105 morti (sul lavoro 72; in itinere 33; media giorno 3,5)
Maggio 2024: 101 morti (sul lavoro 79; in itinere 22; media giorno 3,1)
Aprile 2024: 105 morti (sul lavoro 85; in itinere 20; media giorno 3,5)
Marzo 2024: 84 morti (sul lavoro 68; in itinere 16; media giorno 2,7)
Febbraio 2024: 96 morti (sul lavoro 76; in itinere 20; media giorno 3,3)
Gennaio 2024: 81 morti (sul lavoro 55; in itinere 26; media 2,6)