di Piero Santonastaso | Facebook.com/Mortidilavoro
Con queste accuse lunedì sera, 25 novembre, è stato arrestato su ordine della Procura di Napoli il 38enne Pasquale Punzo, proprietario di fatto della casa di Ercolano trasformata in fabbrica clandestina di fuochi d’artificio, saltata in aria il 18 novembre uccidendo il 18enne Samuel Tafciu, padre di una bimba di pochi mesi, e le gemelle 26enni Sara e Aurora Esposito, quest’ultima madre di una bimba di 4 anni.
I sostituti procuratori Stella Castaldo e Vincenzo Toscano hanno ordinato l’arresto di Punzo per il concreto pericolo di fuga dell’uomo.
Soltanto indagata Giulia Eboli, ex compagna dell’arrestato e madre della 13enne cui era formalmente intestata la casa.
Nell’indagine è emerso che l’esplosione è stata provocata da 5-10 chili di miscela di polvere flash, altamente instabile, usata per confezionare i “botti”.
Nell’abitazione erano presenti altri 350 chili di sostanze ancora da miscelare.
Il reato di caporalato è legato alle condizioni in cui le tre vittime lavoravano, oltre che alla totale mancanza di formazione.
Samuel, che fisicamente confezionava gli ordigni, veniva pagato 250 euro a settimana, le gemelle 150 ciascuna, approfittando del loro stato di necessità.
Se Samuel viveva con la compagna 17enne e la suocera, le gemelle abitavano a Napoli con la madre in un’abitazione fatiscente del quartiere Ponticelli procurata da Punzo, che ogni giorno passava per accompagnarle al lavoro.