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Attualità

Cinque morti di lavoro, lunedì 18 novembre.

di Piero Santonastaso | Facebook.com/Mortilavoro

Quattro di loro, insieme, totalizzavano 102 anni di vita, meno di 26 a testa. I tre uccisi dallo scoppio della fabbrica criminale di Ercolano, poi, arrivavano a 70, cioè 23 a testa.

Il più giovane in assoluto aveva 18 anni e già una figlia di 4 mesi insieme alla compagna 17enne.

Numeri da fitte al cuore e al cervello, ma che non smuoveranno di un centimetro una classe politica cieca e sorda, un’imprenditoria cinica e rapace, un sindacalismo asservito e gentile, un’informazione afona e inetta.

Quest’ultima, poi… Altro che cani da guardia del potere, infelice traduzione del “watchdog journalism” anglosassone: fatte salve pochissime eccezioni, in Italia abbiamo a che fare con scodinzolanti animaletti da salotto, innocui e sterilizzati.

Prendiamo la strage di Ercolano, ad esempio: come si fa a titolare sul “primo giorno di lavoro” delle tre vittime? Sanno, i nostri giornalisti, che si sta parlando di lavoro nero, di una fabbrica clandestina di fuochi d’artificio, di tre ragazzi, bisognosi di racimolare quattro spiccioli, di gente che non aveva la più pallida idea di dove si stava cacciando e di quello che avrebbero dovuto fare?

“Primo giorno di lavoro” è quello che affronti timbrando un cartellino dopo aver firmato un contratto ed esserti formato a spese del datore.

A Ercolano non c’è stato un “primo giorno di lavoro”, ma un’esecuzione, come ce ne sono a centinaia ogni anno in tutti i settori, dall’agricoltura ai servizi, passando per l’industria, l’edilizia, i trasporti e chi più ne ha, più ne metta. Nel silenzio e nell’indifferenza.

A Ercolano, nel pomeriggio di lunedì 18 novembre, è saltata in aria una fabbrica-deposito clandestina di fuochi d’artificio allestita in una casa.

Non conosciamo le cause dell’esplosione, ma i nomi delle tre vittime sì: Samuel Tafciu, 18 anni, albanese, una figlia che non conoscerà mai il padre bambino e sarà cresciuta da una mamma 17enne; Aurora e Sara Esposito, gemelle 26enni di Marigliano (Napoli), che avevano accettato di rischiare la pelle per aiutare la madre.

Lunedì mattina nessuno dei tre sapeva dove sarebbero andati a faticare: gli avevano dato appuntamento davanti a un bar.

Ricordiamo Aurora, Sara e Samuel rifiutandoci di accendere anche una banale girandola, nelle prossime feste di fine anno.

Alle 4,40 di lunedì 18 novembre a Roma è morto Amar Kudin, 32 anni, croato di nascita e cittadino italiano, assistente capo coordinatore della Polizia di Stato, in servizio al commissariato di Primavalle ma vicino al ritorno a Paese (Treviso), dove era approdato con la madre e la sorella per fuggire alle guerre dell’ex Jugoslavia.

In Veneto aveva conosciuto il rugby e l’aveva frequentato fino ad arrivare nel giro della nazionale e nelle Fiamme Oro, il gruppo sportivo della polizia.

Da lì, poi, la scelta di indossare la divisa. Stanotte aveva fermato uno scassinatore e lo stava portando in commissariato sulla volante guidata da una collega 25enne.

A Torrevecchia si sono scontrati con un’altra volante diretta in centro per una rissa. Un urto impressionante, entrambe le auto si sono ribaltate. Kudin è morto sul colpo, feriti gravemente tre agenti e il fermato. Tutta da chiarire la dinamica dello scontro.

La giornata di lunedì 18 si è chiusa con la morte a Torino di Fatmir Isufi, 51enne albanese residente ad Arcore (Monza e Brianza), da anni dipendente di Palingeo, quotata in Borsa e specializzata nella costruzione di fondazioni speciali.

Intorno alle 20,30 il lavoratore era in una fossa scavata per costruire una vasca di rilancio nell’impianto Smat di potabilizzazione delle acque, in corso Unità d’Italia; con lui uno dei due figli e un terzo operaio.

I tre stavano usando una gru cingolata, che per motivi da chiarire si è rovesciata, schiacciando Isufi, morto sul colpo.

#samueltafciu#auroraesposito#saraesposito#amarkudin#fatmirisufi#mortidilavoro

Novembre 2024: 57 morti (sul lavoro 45; in itinere 12; media giorno 3,2)

Anno 2024: 1021 morti (sul lavoro 771; in itinere 249; media giorno 3,1)

147 Lombardia (103 sul lavoro – 44 in itinere)

102 Campania (87 – 15)

90 Veneto (61 – 29)

83 Sicilia (58 – 25)

79 Emilia Romagna (60 -19)

78 Lazio (52 – 26)

66 Toscana (54 – 12), Puglia (42 – 24)

63 Piemonte (49 – 14)

34 Sardegna (29 – 5)

29 Marche (20 – 9)

25 Abruzzo (20 – 5), Calabria (20 – 5)

20 Trentino (16 – 4), Estero (17 – 3)

19 Liguria (17- 2)

18 Friuli V.G. (15 – 3)

17 Umbria (14 – 3)

13 Alto Adige (12 – 1)

10 Basilicata (10 – 0)

7 Valle d’Aosta (7 – 0)

4 Molise (4 – 0).

Ottobre 2024: 100 morti (sul lavoro 74; in itinere 26; media giorno 3,2)

Settembre 2024: 93 morti (sul lavoro 67; in itinere 26; media giorno 3,1)

Agosto 2024: 97 morti (sul lavoro 67; in itinere 30; media giorno 3,1)

Luglio 2024: 104 morti (sul lavoro 83; in itinere 21; media giorno 3,3)

Giugno 2024: 105 morti (sul lavoro 72; in itinere 33; media giorno 3,5)

Maggio 2024: 101 morti (sul lavoro 79; in itinere 22; media giorno 3,1)

Aprile 2024: 105 morti (sul lavoro 85; in itinere 20; media giorno 3,5)

Marzo 2024: 84 morti (sul lavoro 68; in itinere 16; media giorno 2,7)

Febbraio 2024: 96 morti (sul lavoro 76; in itinere 20; media giorno 3,3)

Gennaio 2024: 81 morti (sul lavoro 55; in itinere 26; media 2,6)

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Di Marco Ferri

Marco Ferri è copywriter, autore e saggista, si occupa di comunicazione commerciale, istituzionale e politica.

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