di Piero Santonastaso | Facebook.com/Mortidilavoro
Nessuno dei cinque lavoratori uccisi il 6 maggio scorso dalle esalazioni nell’impianto fognario di Casteldaccia (Palermo) aveva i dispositivi di sicurezza per le vie respiratorie, e uno soltanto, forse, aveva ricevuto la formazione sulle misure di sicurezza.
Sono le conclusioni dei consulenti tecnici nominati dalla Procura di Termini Imerese, che confermano nero su bianco i sospetti di quel giorno, quando nei lavori portati avanti in subappalto da Quadrifoglio Group per conto di Tek Infrastrutture, che aveva vinto l’appalto Amap, persero la vita Epifanio Alsazia (71 anni), Ignazio Giordano (59), Roberto Raneri (51), Giuseppe Miraglia (47), tutti dipendenti Quadrifoglio, e Giuseppe La Barbera (28 anni), interinale Amap.
I vigili del fuoco parlarono subito di inosservanza delle misure di sicurezza, perché in un ambiente saturo di acido solfidrico nessuno aveva dispositivi di protezione, né erano presenti strumenti per rilevare la presenza di gas tossici.
L’inchiesta ha accertato che né Quadrifoglio, né Tek possedevano rilevatori multigas, in dotazione invece ad Amap, e nemmeno avevano in dotazione attrezzature specifiche per lavori in ambienti chiusi e/o sospetti di saturazione di gas.
Sul registro degli indagati figurano tre nomi, tutti con l’accusa di omicidio colposo plurimo in concorso, con l’aggravante della violazione delle norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro: Gaetano Rotolo, direttore dei lavori per Amap; Giovanni Anselmo, amministratore unico di Tek Infrastrutture; Nicolò Di Salvo, contitolare di Quadrifoglio Group (l’altro contitolare, Epifanio Alsazia, figura tra le vittime).
La Toscana ha registrato giovedì 14 novembre la quinta vittima del lavoro in una settimana.
Si tratta dell’elettricista Giacomo Barsottini, 51 anni, che era stato chiamato per un intervento alla Poliflex di Casciana Terme Lari (Pisa). Durante le operazioni il lavoratore, residente a Ponsacco, si è accasciato e non si è più ripreso.
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Novembre 2024: 43 morti (sul lavoro 36; in itinere 7; media giorno 3,1)
Anno 2024: 1007 morti (sul lavoro 763; in itinere 244; media giorno 3,1)
144 Lombardia (102 sul lavoro – 42 in itinere)
97 Campania (82 – 15)
89 Veneto (61 – 28)
82 Sicilia (57 – 25)
78 Emilia Romagna (60 -18)
77 Lazio (51 – 26)
66 Toscana (54 – 12)
65 Puglia (42 – 23)
62 Piemonte (48 – 14)
34 Sardegna (29 – 5)
29 Marche (20 – 9)
25 Abruzzo (20 – 5), Calabria (20 – 5)
20 Trentino (16 – 4), Estero (17 – 3)
19 Liguria (17- 2)
18 Friuli V.G. (15 – 3)
17 Umbria (14 – 3)
13 Alto Adige (12 – 1)
10 Basilicata (10 – 0)
7 Valle d’Aosta (7 – 0)
4 Molise (4 – 0).
Ottobre 2024: 100 morti (sul lavoro 74; in itinere 26; media giorno 3,2)
Settembre 2024: 93 morti (sul lavoro 67; in itinere 26; media giorno 3,1)
Agosto 2024: 97 morti (sul lavoro 67; in itinere 30; media giorno 3,1)
Luglio 2024: 104 morti (sul lavoro 83; in itinere 21; media giorno 3,3)
Giugno 2024: 105 morti (sul lavoro 72; in itinere 33; media giorno 3,5)
Maggio 2024: 101 morti (sul lavoro 79; in itinere 22; media giorno 3,1)
Aprile 2024: 105 morti (sul lavoro 85; in itinere 20; media giorno 3,5)
Marzo 2024: 84 morti (sul lavoro 68; in itinere 16; media giorno 2,7)
Febbraio 2024: 96 morti (sul lavoro 76; in itinere 20; media giorno 3,3)
Gennaio 2024: 81 morti (sul lavoro 55; in itinere 26; media 2,6).