Mentre Donald Trump realizza una schiacciante vittoria e si appresta a tornare spavaldamente alla Casa Bianca, non si può non sottolineare il totale fallimento delle rilevazioni degli istituti di ricerca negli Usa, che per mesi hanno sostenuto il vantaggio di Kamala Harris, poi il testa a testa, e stamani scoprono di aver sbagliato tutti, tutto.
Il loro fallimento fa il paio con quello degli analisti politici, i “columnist” delle testate giornalistiche, che hanno pontificato a vuoto per mesi. Come al solito, i presuntuosi esperti di vicende made in Usa che scrivono in Italia sono andati loro appresso, e come le pecore in fila, sono finiti nel burrone del ridicolo.
Il combinato disposto tra sondaggi fallaci e opinionismo del pressapoco sono una delle componenti principali della tanto decantata democrazia occidentale.
Sono quelle stronzate che impediscono ai più la visione nitida della realtà, che intossicano il discorso pubblico, che trasformano la politica in uno stucchevole e insulso reality, espropriando l’opinione pubblica del ruolo di condizionare le scelte dei governi, delle istituzioni, dei poteri economici, riducendo l’elettorato a tifoserie eccitabili e manipolabili.
Così che il termine “democrazia” si allontana sempre più dalla radice “demos” (popolo) per avvicinarsi sempre più velocemente alla definizione psichiatrica di demenza senile della “civiltà occidentale”.