Il colmo della tragica fine di Steve Irwin sono le postume lacrime da coccodrillo nel circo mediatico.
Colpito a morte dall’aculeo di una razza, l’australiano Steve Irwin si è tolto il barbiglio dal petto prima di perdere conoscenza e morire.
Lo rivela il suo manager John Stainton. Una sequenza video dell’attacco mostra Irwin che nuota sopra la razza sulla Grande Barriera corallina. ‘All’improvviso – racconta Stainton – il pesce agita la coda e colpisce con l’aculeo il torace di Irwin che lo afferra e lo estrae prima di morire. L’operatore ha dovuto interrompere le riprese’.
Una vita spericolata, giocando con i coccodrilli, davanti alle telecamere. Il modo di parlare da telepredicatore, quasi invasato dal suo contatto non tanto con la natura, ma con i pericoli della natura, ha reso famoso Steve Irwin in tutto il mondo, grazie alla tv via satellite, quella tanto decantata tv tematica, che per fare concorrenza a quella generalista ne usa spesso gli aspetti più superficiali, effimeri, esagerati, insomma, spettacolari a tutti i costi.
Stupire gli occhi, istupidire il senso della realtà, come quando faceva il clown col figlioletto in braccio, stuzzicando un coccodrillo. Stupire a tutti i costi, anche a costo del buongusto, del buon senso e sta volta a costo della vita. The show must go on, e quindi vedremo stupiti il video degli ultimi istanti dell’esistenza di Irwin, a immortalarne il gesto “eroico”: la fine epica dell’eroe.
Con tutta la tragica inutilità spettacolare, come un uomo del circo che perde la vita nell’eseguire l’esercizio che faccia dire un ohhhh più forte agli spettatori.
Ecco allora che si deve rendere omaggio a un giocoliere del circo mediatico. Che razza di fine, che razza di morte, che “razza” di tv. Beh, buona giornata.