Categorie
Attualità

“Guerra” e “nazione” sono i due genitori del fascismo, e contemporaneamente, i veri sicari di Matteotti.

Che cosa significa ricordare Giacomo Matteotti a cento anni dal suo assassinio.

Patrizia Nicolini, sindaca di Sacrofano e Luca Abbruzzetti, sindaco di Riano Flaminio, davanti al monumento che ricorda il luogo dove fu rinvenuto il corpo di Matteotti.

Il comune di Sacrofano ha voluto ricordare, a un secolo dal suo assassinio, Giacomo Matteotti con un’iniziativa presso la biblioteca comunale e con la decisione di intitolargli una strada.

Sacrofano, che all’epoca dei fatti si chiamava ancora Scrofano – oggi ha cambiato nome, ma la scrofa è ancora nello stemma comunale – fu il luogo nel quale venne ritrovata la giacca insanguinata di Matteotti, episodio che diede una svolta alle indagini, che portarono poi alla scoperta del corpo, lungo la via Flaminia, nei pressi di Riano Flaminio.

Ci sono almeno due elementi di riflessione molto attuali per riflettere su quanto avvenne il 10 giugno del 1924.

Il primo elemento è legato alla guerra, che fu la levatrice della natura violenta del fascismo. Prima interventisti, poi reduci della “vittoria mutilata”, il fascismo nasce da uomini che erano stati scaraventati nella carneficina della Prima guerra mondiale, passando tre anni nelle trincee piene di fango e di topi, con la certezza di finire carne da macello, correndo verso le bocche di fuoco della trincea nemico, a poche centinaia di metri di distanza.

Un’abitudine all’orrore, un’assuefazione alla morte, una convivenza con la disumanità, malamente coperta dall’ideologia della “bella morte”, propugnata dal “poeta soldato” nella comodità del ruolo di ufficiale che dava consigli ma non si sporcava di fango; strumentalizzata da Mussolini, che la guerra la fece in infermeria.

Da questa condizione antropologica nacquero i Fasci di combattimento, composti da reduci, disattatati al reinserimento sociale, che vestivano ancora gli abiti militari e usavano il pugnale e il manganello, cioè la violenza come unica qualità della loro vita. Così nacque il fascismo, allevato dalla guerra.

L’ultima foto di Matteotti, prima del rapimento e l’assassinio. “Io il mio discorso l’ho fatto. Ora preparate il discorso funebre per me”, disse Giacomo Matteotti. “Bisogna dare una lezione al deputato del Polesine”, scrisse Mussolini su Il Popolo d’Italia.

Il secondo elemento è la nascita del nazionalismo, l’altro genitore del fascismo. Il nazionalismo fu anche una deviazione del socialismo rivoluzionario, di cui Mussolini fu protagonista come leader interventista prima di lasciare la direzione dell’Avanti! e poi come ispiratore della trasformazione dei fasci di combattimento nel Pnf, non a caso partito nazionale fascista. E a proposito di scelte non casuali, va ricordato come il termine nazione diventa il cemento del nazismo, crasi di “nazional socialismo”, l’ideologia del Terzo Reich.

“Guerra” e “nazione” sono i due genitori del fascismo, e contemporaneamente, i due sicari di Matteotti, la cui opposizione parlamentare era intollerabile, perché denunciava apertamente, appunto, il mito della violenza contro sedi sindacali, cooperative, giunte comunali guidati da sindaci socialisti, che invece erano internazionalisti, cioè immaginavano che i diritti sociali fossero universali. 

Ma i fascisti erano preoccupati anche perché si sospettava che Matteotti potesse avere documenti che comprovassero il coinvolgimento di Arnaldo Mussoli, il fratello del capo del governo, in una mazzetta per la concessione petrolifera alla società statunitense Sinclair Oil.

Il fatto è che a un secolo di distanza, “guerra” e “nazione” sono due vocaboli tornati di uso comune nel linguaggio della politica. Ne conosciamo le conseguenze, che non possono essere né dimenticate, né mistificate. 

Ecco perché è importante fare della ricorrenza dell’assassinio di Matteotti, non tanto una celebrazione commemorativa, quanto un’occasione molto seria su cosa stia succedendo alla nostra democrazia.

Share this nice post:
Share this nice post:
Share and Enjoy:
  • Print
  • Digg
  • StumbleUpon
  • del.icio.us
  • Facebook
  • Yahoo! Buzz
  • Twitter
  • Google Bookmarks
Share

Di Marco Ferri

Marco Ferri è copywriter, autore e saggista, si occupa di comunicazione commerciale, istituzionale e politica.

Rispondi

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Follow

Get every new post delivered to your Inbox

Join other followers: