Il mondo attraversa un momento storico molto complicato e pericoloso. La rottura della “vecchia globalizzazione” economica, quella antecedente alla pandemia da Covid, ha scatenato la pericolosa corsa alla supremazia attraverso l’uso della forza.
La guerra in Ucraina è servita a sbarrare la strada al gas russo a favore di quello americano.
Le tensioni nell’area indo cinese vorrebbero contrastare le esportazioni cinesi.
La guerra in Palestina sta condizionando il mercato energetico, oltre fare a pezzi il diritto umanitario e quello internazionale.
Si mostrano i muscoli per deviare il corso degli affari a vantaggio degli Usa. E la posta si alza di giorno in giorno.
Si brandiscono le armi atomiche per intimorire quelli che un tempo non lontano erano partner commerciali e ora vengono dipinti come nemici, feroci e pericolosi.
In tutto questo, cosa fa l’Europa?
Litiga per le poltrone. Un livello così basso di capacità politiche e lungimiranza diplomatica mai è stato raggiunto dalla fondazione dell’Eu.
Siamo in piena catastrofe dell’autorevolezza, l’europeismo è caduto in basso, ha la frattura scomposta tra realtà e credibilità.
Ormai in Europa sembra di stare in Italia: la politica è un mercato delle vacche, la democrazia un mercatino delle pulci.