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Italia, alla metà di maggio 2024 siamo già a quota 510 morti di lavoro.

Enrico Colapicchioni, 54 anni, romano, era un autotrasportatore di carburanti. È morto alle 3 della notte di giovedì 13 giugno sul Grande Raccordo Anulare quando la sua autocisterna è rimasta coinvolta nel tamponamento con una vettura che procedeva nella stessa direzione.

Nello scontro ha avuto la peggio l’autista del mezzo pesante, in una dinamica che rimane tutta da verificare.

Poche ore più tardi, intorno alle 6,45, il 31enne Stefano Sias, operaio in un’azienda dell’indotto della Saras di Sarroch (Cagliari), ha perso la vita mentre andava al lavoro in moto.

È accaduto sulla statale 195 nel tratto cagliaritano a 4 corsie: Sias ha tamponato un furgone nella stessa direzione di marcia, perdendo il controllo della moto che ha preso fuoco nel contatto con l’asfalto.

Mercoledì 12 giugno in Sardegna c’era stata un’altra morte in itinere e nella regione monta la polemica sullo stato della viabilità.

La vittima è la forestale 44enne Cinzia Vacca, che da Villacidro (Sud Sardegna) stava raggiungendo il posto di lavoro nella foresta demaniale di Montimannu.

L’auto della dipendente di Forestas è uscita di strada in un incidente autonomo e si è ribaltata più volte, non lasciando scampo alla guidatrice.

Ancora confusi i contorni della tragedia che giovedì 13 giugno è costata la vita al 63enne Antonio Bizzarro a Cervinara (Avellino).

L’operaio agricolo è caduto da un albero durante la raccolta delle ciliegie e i suoi compagni, anziché chiamare i soccorsi, hanno preferito accompagnarlo in macchina alla postazione del 118 in paese.

Bizzarro, che lascia la moglie e 3 figli, vi è però giunto senza vita. Aperta un’inchiesta sia sul fatto che sulla regolarità delle varie posizioni lavorative.

Una caduta da 8 metri, giovedì 13, è costata la vita al 52enne romeno Ilie Boboescu, precipitato da un ponteggio a Saluzzo (Cuneo), durante le ispezioni preliminari per la rimozione di pannelli contenenti amianto dal tetto di un capannone.

L’operaio lascia la moglie e due figli.

Martedì 11 giugno è stato sfondato il tetto dei 500 morti di lavoro nell’anno, con sei giorni di anticipo rispetto al 2023.

Mercoledì 12 il numero è aumentato a 506 e va considerato purtroppo provvisorio, perché le notizie sull’argomento circolano con tempi inaccettabili, al contrario, ad esempio, della velocità con la quale si diffonde un qualsiasi gossip.

Oggi per esempio al mese di maggio si sono aggiunte 3 vittime di cui pochissimo, se non nulla, si era saputo: sono il 70enne Giovanni Notte, schiacciato sotto un trattore il 17 maggio a Macchiagodena (Isernia); il 43enne senegalese Elhadji Diop, bracciante di Torretta Antonacci (San Severo, Foggia) travolto da un’auto mentre in bicicletta rientrava dal lavoro nei campi; la 61enne Graziella D’Avenia uccisa da un malore il 30 maggio nel suo bar trattoria a Verrua Savoia (Torino).

Martedì 11 giugno il 24enne gambiano Amadou Sanneh è morto carbonizzato alla Mega Wilcknes (vernici) di Brugherio (Monza e Brianza), vittima di un’esplosione innescata dai vapori dei solventi che avevano saturato l’ambiente.

Lascia, in patria, la moglie e un figlio ai quali inviava il suo salario di operaio.

A 78 anni Marino Lelli continuava a lavorare come operaio in un’azienda agricola di Guiglia (Modena).

Martedì 11 giugno è stato schiacciato tra due macchine in un capannone dell’azienda. Per ore nessuno si è però accorto dell’accaduto e quando è stato dato l’allarme era troppo tardi.

Un altro lavoratore ultrasettantenne, Nicolino Ciafardini, 75 anni, è morto martedì 11 in Molise, a Trivento (Campobasso), travolto e schiacciato da una delle rotoballe che stava caricando su un mezzo agricolo.

A Roma il 56enne Giovanni Parise, guardia giurata Italpol, ha preso servizio alle 22 di martedì 11 al magazzino Sda di Corcolle, in zona Settecamini. Alle 6 del mattino è stato trovato esanime dal collega che doveva dargli il cambio.

È morto poco dopo il ricovero al policlinico di Tor Vergata.

Il 32enne Samuel Kitar, autotrasportatore piombinese di prodotti ittici, è morto nelle prime ore di mercoledì 12 giugno in un incidente stradale sulla A12, tra Sarzana e Carrara.

Il furgone che guidava ha tamponato il camion che lo precedeva nella stessa direzione di marcia.

L’agricoltore 58enne Roberto Ronconi, residente a Goito (Mantova) con moglie e figlio, è rimasto vittima di un malore a Soave (Verona) mentre andava al lavoro.

È riuscito a chiedere aiuto ed è stato trasportato agli Spedali Civili di Brescia, dove è morto poco dopo il ricovero.

Il 42enne Francesco Lo Giudice è morto martedì 11 stroncato da un malore alla fine della sua prima giornata di lavoro ai vivai Gitto di Palermo.

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Giugno 2024: 46 (sul lavoro 28; in itinere 18; media giorno 3,5)

(Courtesy by Piero Santonastaso/Morti di lavoro).

Anno 2024: 510 morti (sul lavoro 391; in itinere 119; media giorno 3)

81 Lombardia (50 sul lavoro – 31 in itinere)

55 Campania (44-11)

42 Emilia Romagna (32-10)

41 Veneto (28-13)

39 Sicilia (27-12)

35 Toscana (29-6)

32 Lazio (21-11)

27 Puglia (22-5)

25 Piemonte (21-4)

18 Abruzzo (15-3)

17 Calabria (14-3), Sardegna (14-3)

15 Marche (12-3)

11 Liguria (9-2)

10 Trentino (8-2), Estero (8-2)

9 Alto Adige (8-1)

7 Friuli V.G. (6-1)

6 Umbria (6-0)

5 Basilicata (5-0)

4 Valle d’Aosta (4-0), Molise (4-0).

Maggio 2024: 99 morti (sul lavoro 76; in itinere 22; media giorno 3,1)

Aprile 2024: 105 morti (sul lavoro 85; in itinere 20; media giorno 3,5)

Marzo 2024: 84 morti (sul lavoro 68; in itinere 16; media giorno 2,7)

Febbraio 2024: 95 morti (sul lavoro 75; in itinere 20; media giorno 3,2)

Gennaio 2024: 81 morti (sul lavoro 55; in itinere 26; media 2,6).

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Di Marco Ferri

Marco Ferri è copywriter, autore e saggista, si occupa di comunicazione commerciale, istituzionale e politica.

2 risposte su “Italia, alla metà di maggio 2024 siamo già a quota 510 morti di lavoro.”

Buona sera Ferri.
Mi chiedevo quanto sia esatto o meno inserire nella lista dei deceduti per lavoro, tutti coloro che, accidentalmente, perdono la vita per esempio recandosi a lavoro, in incidenti che magari non c’entrano nulla con la professione svolta, se non per il fatto che dovevano percorrere un tratto di strada e si imbattono in un tamponamento, un’uscita di strada per le condizioni della sede stradale o altro ancora, quindi circostanze che c’entrano ma forse solo marginalmente. Non so…

La domanda è capziosa. Esiste una categoria per i decessi che avvengono andando o tornando dal luogo di lavoro, sono definiti “morti in itinere”. Nel tragico conteggio che Santonastaso compie con precisione sono evidenziate le due categorie, “sul lavoro” e “in itinere”. Dunque, le informazioni contenute nel post sono corrette. Grazie per l’attenzione. Un cordiale saluto.

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