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Perché, invece, io vado a votare.

di Riccardo Tavani

Naturalmente si presentano validissime ragioni — anche a sinistra — per non andare a votare. E a parte questa pur significativa vignetta, ripostata anche dalla professoressa #DonatellaDiCesare, ci si dovrebbe lo stesso recare alle urne.

Magari solo per votare una lista pacifista che si preveda non arrivi al 4%, tipo quella di Michele Santoro, data attorno al 2%. Diminuendo il numero di votanti, infatti, ossia il numeratore, e rimanendo fisso il denominatore 76, ossia il numero dei seggi spettanti all’Italia, diminuisce anche la quota di voti necessaria per aggiudicarsi ogni singolo seggio.

La formula Hare che si applica per il calcolo dei voti necessari ad aggiudicarsi un singolo seggio in queste lezioni europee è questa: Q=V/76, dove Q è il quoziente nazionale di voti per prendere un seggio, V il numero dei votanti, 76 i seggi complessivamente spettanti all’Italia.

Con la successiva formula Y=X/Q si stabilisce il numero complessivo di seggi ottenuti da ogni singola lista (Y num seggi, X voti presi dalla lista, Q quoziente nazionale). È chiaro che con un numerato (X) alto della frazione, e un denominatore (Q) basso, aumenta il valore numerico di Y, totale dei seggi ottenuti.

Significa che al partito prevedibilmente più votato, in questo caso quello di Giorgia, andrebbero in automatico più seggi. In non votanti — anche di sinistra — finiscono così di favorirla anche contro la loro volontà.

Per quanto riguarda le schede bianche o nulle, esse invece hanno lo stesso identico valore che non recarsi affatto alle urne, rientrano nel numero dei “non votanti”.

Starsene a casa, non recarsi affatto al seggio ed esprimere scheda bianca, nulla è la stessa, medesima cosa. Solo nei referendum esse sono considerate valide per il raggiungimento del quorum necessario a validare la consultazione.

Resta il fatto che l’astensione, diminuendo il numeratore, ossia la cifra dei votanti, restando fisso il denominatore dei 76 seggi spettanti all’Italia, consente al partito più votato di acquisire automaticamente più seggi.

Inoltre, dovendosi obbligatoriamente assegnate tutti e 76 i seggi spettanti all’Italia, anche se la somma dei voti di tutte le liste non li raggiungesse, scatterebbe la ridistribuzione dei cosiddetti “resti”.

Qui la formula Hare si complica di nome e di calcolo in Hare-Niemeyer: R= X- (YI x Q), dato che si può ottenere un numero intero di seggi più dei decimali, delle frazioni di unità.

L’assegnazione dei resti R è attribuita moltiplicando la parte intera dei seggi Y ottenuti per Q, il quoziente nazionale.

Qui più la parte decimale è alta più si ha la possibilità di ottenere seggi in più. Anche di questi si potrebbe ulteriormente avvantaggiare proprio chi meno si vorrebbe favorire.

Dopodiché ogni persona è ormai grande e vaccinata per fare quello che crede meglio.

Personalmente, tanto per non rimanere nel non detto, Io voto AVS Alleanza Verdi Sinistra: Massimiliano SMERIGLIO, anche per aver proposto le dimissioni degli eletti delle sua lista a favore di Ilaria Salis, se non dovesse essere eletta nel Collegio Nord Ovest in cui è candidata come capolista.

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Di Marco Ferri

Marco Ferri è copywriter, autore e saggista, si occupa di comunicazione commerciale, istituzionale e politica.

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