“Ma torniamo alla contrapposizione tra il graduale processo di pulizia etnica in Cisgiordania e l’improvviso e brutale massacro di Hamas: essa esemplifica la differenza tra Primo e Terzo mondo.
Nel mondo sviluppato, gli attacchi dall’esterno assumono di regola la forma di eventi improvvisi e brutali (l’11 settembre, l’attentato al Bataclan di Parigi del novembre 2015, l’attacco di Hamas); dopo l’aggressione, la normalità si ristabilisce rapidamente e la popolazione viene perseguitata da ricordi traumatici.
Nei Paesi del Terzo mondo, le atrocità sono processi lunghi e dolorosi, che possono estendersi per generazioni ed entrare a far parte della vita quotidiana (come in Congo…), conducendo la popolazione colpita alla disperazione e vietando ogni prospettiva di ritorno alla normalità.
Non è forse questo il caso della Cisgiordania, in cui da mesi, se non da anni, la maggioranza palestinese è esposta a diverse forme di violenza, dalle limitazioni burocratiche ai puri e semplici omicidi?
È quindi del tutto improprio valutare come efferati o meno gravi i due tormenti (quello degli ebrei massacrati vicino a Gaza e quelli dei palestinesi cisgiordani): una sofferenza che dura per generazioni può portare migliaia e migliaia di persone alla più completa prostrazione.” (da “Ucraina, Palestina e altri guai” di Slavoj Žižek).