da ilmessaggero.it
A casa o in galera: per i responsabile della crisi economca, dice il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, ci sono solo queste due possibilità. «I responsabili di questa crisi fosse per me dovrebbero andare o a casa o in galera. Non possono continuare a tenere in ostaggio il mondo in nome di una illusione. Bisognerebbe mandare a casa i responsabili di tutto questo disastro», ha detto Tremonti alla trasmissione Che tempo che fa di Fabio Fazio.
Il ministro ha puntato nuovamente il dito contro la finanza «speculativa e irresponsabile» ed in particolare contro l’uso dei derivati «che valgono 30-40 trilioni di dollari mentre il piano di Obama non arriva neanche ad un trilione». «Bisogna dire comunque che quello che è stato fatto finora, in particolare negli Stati Uniti, non è servito e si rischia di fare solo più debito. Speriamo che Obama, grazie anche alla forza simbolica e politica che ha, possa ottenere un risultato migliore di Bush. Abbiamo però bisogno di una “uscita di sicurezza” in caso di insuccesso e quindi confermo che è necessario
creare una “bad bank” in cui mettere tutta la finanza derivata e isolarla per 50 anni». «Salvare tutto – dice Tremonti- è una missione divina, salvare il salvabile è una missione umana ed è questo il nostro obiettivo. Salvare le famiglie e le industrie e staccare il resto».
Tremonti ha poi definito l’economia «una disciplina ausiliaria. In tempi normali i numeri hanno un senso, in questo momento invece chi non ha previsto nulla non è autorizzato a prevede qualcosa. C’è stata una follia della finanza che ha avuto anche molti sacerdoti. Ora dobbiamo intervenire su questa follia e proprio per questo è necessario isolare i derivati e le altre speculazioni. Se una persona ha un infarto bisogna intervenire sul cuore, e questo è il punto su cui noi dobbiamo intervenire».
L’invito all’ottimismo del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi è giusto, ma secondo Tremonti «non è una questione di stimolo e consumi ma di regole, se non cambi le regole non fai altro che preparare una nuova crisi». Tremonti ha citato poi un articolo uscito sul Messaggero di Romano Prodi («anche se – ha detto – mi spiace farlo») sul tema della crisi, condividendone le argomentazioni. «Bisogna per un po’ lasciar stare la finanza fine a se stessa», ha spiegato, sottolineando che il richiamo alle regole non è «un limite al mercato, ma alla follia del mercato. E questo è stato un periodo di grande follia».
L’Italia «è più forte di quanto si pensava perché da noi i bisogni sono stati finanziati più con il lavoro e il risparmio che non col debito». «L’eccesso di debito – ha ripetuto Tremonti – non si cura con nuovo debito, privato o pubblico che sia, non è la cura».
Quanto all’invito del premier a non diminuire i consumi, per Tremonti «Berlusconi ha ragione quando dice che i pessimisti non fanno mai nulla di importante. Da parte mia aggiungo che non basta però detassare e stimolare l’economia se poi uno guarda la tv e si spaventa. È necessario che ci sia un
clima generale migliore». (Beh, buona giornata).
2 risposte su “Il ministro Tremonti e la crisi economica: d’accordo con Prodi, non del tutto con Berlusconi.”
Tremonti ha anche affermato che i Cai(mani) hanno pagato al Tesoro (e quindi a noi contribuenti) un prezzo uguale a quello che sarebbe stato pagato da Air France se nel marzo 2008 fosse stata venduta da Prodi ——
Lei è d’accordo ?
Nicola
Certamente no, caro Nicola. Del resto, basta che lei cerchi su questo sito tutto ciò che ho pubblicato sulla vicenda Alitalia. Un cordiale saluto.