Il ministro Brunetta, come il Papa, parla molto volentieri di domenica. Stavolta si cimenta con la cassa integrazione, non perché sia il ministro del lavoro, ma perché lui è Brunetta, quindi esterna il suo pensiero su tutto quello che potrebbe metterlo in mostra, anche solo per un dispaccio d’agenzia.
Accade così che l’Agenzia Ansa batta la seguente notizia, ripresa da ilmessaggero.it: <La cassa integrazione non puo’ essere interpretata ‘solo come un reddito che consente un secondo lavoro in nero’, afferma Brunetta.Il ministro della Funzione Pubblica sottolinea che la cig e’ ‘una garanzia del lavoro perso. Bisogna responsabilizzare il lavoratore che, quando va in cassa integrazione, ha l’obbligo di riqualificarsi in modo da avere un’altra chance per un altro lavoro’>.
E Bravo Brunetta, bravo, bravo e bravo Brunetta (sulle note del jingle dello spot Palombini, quello cantato e suonato da Pippo Baudo). Però c’è un però: se un lavoratore viene pagato in nero, vuol dire che il datore di lavoro ha nero da gestire, e se ha nero da gestire, vuol dire che non paga, almeno in parte le tasse. Insomma, è un fannullone del Fisco. Gli mettiamo i tornelli? Alla prossima puntata del Brunetta-Show. Beh, buona giornata.