Mentre ci si affanna a imbastire programmi elettorali, alleanze e candidature, Draghi dice che sarà un ottobre “complesso”.
Perché – anche se non lo dice apertamente – l’economia europea, quella italiana in testa, stanno andando a passo di carica verso la stagflazione. Che significa?
La stagflazione è la situazione in cui si hanno alta inflazione e scarsa crescita, ed è una condizione “complessa” da affrontare, perché i tipici strumenti di politica monetaria ed economica – quelli che Draghi padroneggia da anni – possono rispondere a solo uno dei due problemi, potenzialmente inasprendo l’altro.
Inflazione, crisi energetica, crisi ambientale, guerra non fanno decollare il New generation Eu, cioè bloccano l’economia ai livelli della pandemia. Il nostro Pnrr rischia di diventare una panacea inefficace.
L’impatto imminente con la stagflazione è aggravato in Italia da redditi – da lavoro dipendente, da partite iva, da impieghi precari e da pensioni – talmente bassi da non mettere in grado la gran parte dei cittadini italiani di affrontare il rialzo accelerato dei prezzi.
È la questione sociale che urla l’assenza di soluzioni da parte della politica. Su questa questione è successa la crisi di governo, su questa questione si sta andando a un voto inutile, autoreferenziale, pericoloso per la stessa democrazia italiana.
Perché stavolta non si tratta di eleggere un nuovo Parlamento, un nuovo governo, un nuovo presidente del consiglio.
Stavolta si tratta di cambiare un futuro predeterminato dalla finanza e dai mercati, con la vile compiacenza della politica, guidata e da una classe dirigente vanagloriosa, incauta, irresponsabile.
Non c’è più tempo per fare il tifo per i giochi da cortile del Palazzo.
O si vota una piattaforma di lotta alla stagflazione, in cui in cima ci siano l’aumento redditi, la riduzione della giornata lavorativa, l’introduzione di fasce sociali per le tariffe, il rilancio dello Stato sociale, a partire da Sanità e Scuola, oppure il voto è inutile. Addirittura dannoso.