Le elezioni suppletive nel I Collegio Uninominale di Roma sono state il termometro dello stato della democrazia rappresentativa italiana. Il primo collegio non è in una zona disagiata della capitale, il suo territorio insiste su una vasta area che va spesso sotto il nome di “centro storico” che si sovrappone in parte alla “città politica”.
Per eleggere la sostituzione dell’attuale sindaco, che ha dovuto lasciare l’incarico di parlamentare, sono stati chiamati alle urne 185.394 elettori. Se ne sono presentati solo 21.000, cioè solo l’11,33% degli aventi diritto, vale a dire che l’88,67% non sono andati ai seggi.
Un débâcle ignominiosa per tutti. Che invece sembrano cantare vittoria: l’eletta con appena 12.474 voti si dice onorata, e le fanno la ola sia il deputato uscente, oggi sindaco Roma, che il presidente della Regione Lazio, come se il Pd avesse avuto una strepitosa vittoria.
La candidata del centrodestra+fascisti conferma di essere una presuntuosa schiappa, una vera e propria perdente: arruolata dal salotto televisivo di Vespa e buttata in politica, è stata capace di fare in poco più di qualche settimana una misera figura sia come candidata vice sindaco, che come deputata: l’hanno votata in appena 4.708.
E siccome in Italia il tragico e il grottesco sono come i fratelli De Rege, ecco le dichiarazione del presidente di Italia Viva, il cui candidato ha preso niente popò di meno che 2,715 voti.
Dice l’on. Ettore Rosato: “I primi dati, nonostante la bassa affluenza (sic!) segnalano un risultato straordinario nelle suppletive di Roma. I sondaggi ci davano al 2%, gli elettori, nel primo test politico con il nostro simbolo, oltre il 14%.”
Dichiarazioni a caldo, direte voi. A parte il calo fisiologico tra la proiezione che li dava al 14% mentre a urne chiuse i voti sono risultati il 12,9%, quello che colpisce di brutto è il cretinismo, – sia detto senza offesa, ma solo per rimanere in tema di fratelli De Rege.
Infatti, se si fosse confermato il 2% su un totale effettivo di votanti, i nostri eroi avrebbero preso 3.707 voti. Invece, col 12,93% tanto strombazzato, i voti per Italia Viva sono stati 2.715, mille in meno: on. Rosato, ma non era meglio quel temuto 2% e una vera affluenza alle urne?
Quando la matematica diventa un’opinione estemporanea, non solo i conti non tornano e le percentuali sballano, ma il quoziente di intelligenza politica finisce a numeri irrilevanti.
Far finta che gli elettori non abbiano letteralmente ignorato i partiti politici e i loro candidati, dunque le rispettive politiche, non è solo un trucco retorico, tipico della politica italiana, che ogni volta, a dargli credibilità, succede sempre che hanno vinto tutti.
Questa importante astensione significa che gli elettori vi hanno votato contro.
Stavolta il naufragio ha travolti il ceto politico, l’astensione è stata gigantesca, inesorabile, un iceberg minaccioso: la democrazia italiana è agli sgoccioli, ma loro, che sono parte preponderante del problema, ballano il macabro valzer sul Titanic.