La pandemia aveva messo in chiaro che il modo di vivere e produrre valore è sbagliato. Perché continuiamo a fare finta di niente?
La distruzione degli equilibri ecologici è una conseguenza della devastazione ambientale necessaria allo sviluppo del capitalismo: è questa la ragione principale del salto di specie del virus. Lo sfruttamento insensato della natura genera malattie mortali.
La pandemia aveva poi messo in drammatica evidenza che il modo di gestire la sanità pubblica è sbagliato, perché per ricavare profitto si è indebolita fino quasi ad annullarla la medicina di base, quella territoriale, di prossimità per i singoli, le famiglie, le comunità, a tutto vantaggio della privatizzazione.
Attualmente, né le cause del Covid-19, cioè inquinamento e sfruttamento dell’ambiente; né gli effetti, cioè l’impatto della pandemia sui sistemi sanitari, nessuno di questi due problemi sono stati portati a soluzione.
Il fallimento di Cop 26 di Glasgow non ha permesso di affrontare con chiarezza il vero problema: il profitto smisurato delle grandi compagnie, quotate in Borsa, ha più potere politico ed economico dei governi.
D’altro canto, nessuna seria misura di controtendenza allo sfruttamento della Sanità per fare profitti è stata presa dai governi. La privatizzazione della salute pubblica non è stata né ripensata né modificata. I profitti in Borsa delle Big Pharma sono tali che non c’è nessuna volontà di liberalizzare i brevetti sui vaccini.
La verità, a ormai quasi due anni dalla proclamazione dell’emergenza pandemica, è che il contagio è rallentato nei paesi ricchi, non in tutto il mondo abitato: poco più del cinquanta per cento della popolazione mondiale ha ricevuto solo una dose di vaccino. Nel nostro opulento mondo occidentale siamo al terzo vaccino, ma continuano contagi, ricoveri e decessi.
È più che evidente che da soli i vaccini non sono sufficienti, né per quanto riguarda le quantità prodotte, vendute e somministrate, neppure appaiono sufficienti dal punto di vista delle strategie sanitarie adottate a gestire la pandemia, figuriamoci a sconfiggerla.
Attualmente, i vaccini sono un potente ricostituente finanziario, che grazie all’emergenza, capitalizza il denaro pubblico dei paesi che oggi comprano e domani presenteranno il conto ai cittadini. Ma sono anche diventati strumenti di controllo e comando sui conflitti sociali, per il solito vecchio paradigma secondo cui un popolo spaventato si governa meglio. Chi lo nega, regala argomenti ai No Vax e a chi li manovra e strumentalizza
La politica, resa impotente dallo strapotere finanziario globale è ridotta a fare da testimonial delle campagne vaccinali, variante dopo variante.
Le democrazie, gracili e malaticce, affette come sono da convulse crisi ambientali, sociali e sanitarie, andrebbero vaccinate col siero della redistribuzione della ricchezza, per una sana uguaglianza, verso una pronta guarigione dall’ingiustizia sociale. Che è la malattia cronica del capitalismo.