Di Pino Farinotti – da mymovies.it
…I nomi e i codici ci sono quasi tutti: per cominciare l’eroe (De Falco) e l’antieroe (Schettino). C’è il viaggio come metafora della vita, il coraggio e la paura, la responsabilità, il destino, la tragedia e il disastro, il popolo. Infine, il divo assoluto, lo spettacolo. Ci sono Conrad e Shakespeare, Spielberg e Cameron. L’Exodus e la Nave dei folli. Il Poseidon e il Titanic naturalmente. Cinema, letteratura, media e realtà. Più che mai un unicum.
IL CONCORDIA: TUTTI I SIMBOLI E TUTTE LE STORIE
La vicenda del Concordia è un assoluto, un precedente che sorpassa tutte le notizie e tutti i codici che i media riportano quotidianamente. Per cominciare, quella nave adagiata sul fianco davanti alla costa del Giglio è un’immagine, un’estetica che di fatto è già nella storia del secolo. Per analogia non è improprio richiamare le due torri, anche se la portata, naturalmente, non è la stessa. Il dato è che tutte le testate del mondo da giorni aprono col Concordia, poi la notizia scenderà negli spazi, ma se ne parlerà tanto e a lungo. Il grande naufragio ha sparigliato tutto, dando uno spazio, immane, possibilità infinite, ai programmi di approfondimento (voyeurismo) e affrancandoli dagli stucchevoli casi, aggrediti, dilaniati, degli ultimi anni. Melania, Sara, Yara, troveranno un po’ di pace.
Tutti
Dicevo dei codici, tutti. Per cominciare la grande metafora del naufragio del nostro Paese. Poi c’è il colossal che supera la fiction. Poi l’umanità tutta: quattromila storie, di cui molte finite, offriranno temi e servizi di tutti i generi. Visti e scritti.
E poi quell’incredibile comandante, leader istituzionale, “presidente del consiglio” della Nave, anche lui una sorta di metafora “politica” che viene scalzato dal capitano De Falco (governo tecnico) che prende in mano la situazione. Molti leggono nell’affair Concordia un avviso trascendente. Qualcun intravede un segnale verso l’Occidente decadente, e senza neppure il dirottamento di aerei. E poi, giorno dopo giorno arrivano altri particolari. Ma l’eroe, assoluto, è questo Schettino. In attesa che si faccia chiarezza, si possono comunque fare dei richiami, guardare alla Storia. Non esiste nella storia delle marine un pensiero e un’azione che possano essere avvicinate a questo comandante.
Tutte
Il mare offre tutte le possibilità di storie e di racconto. Può essere la materia nera semovente che accoglie e provoca tutte le tragedie. Battaglie, drammi, naufragi, come tante parziali fine del mondo. Ci sono stati comandanti eroi, altri vigliacchi, altri sfortunati, molti coraggiosi. Ogni comportamento era figlio delle leggi, estreme e mortali, del mare. Hans Langsdorff era il comandante della Admiral Graf Spee, la corazzata tascabile tedesca che affondò decine di navi alleate. Nel dicembre del ’39 fu costretta a ritirarsi nella baia di Rio della Plata, ormai braccata dalla marina inglese. Langsdorff ordinò l’autoaffondamento, abbandonò per ultimo la nave, si ritirò in una camera d’albergo, si avvolse nella bandiera della marina imperiale tedesca e si sparò. Le versioni sulla fine di Edward Smith, comandante del Titanic sono diverse. Fa testo quella del libro di Robert Ballard, ripresa dal colosso diretto da James Cameron: Smith salì sul ponte e attese che il mare si richiudesse sopra di lui.
La nostra Andrea Doria affondò sulla rotta verso New York nel luglio del ’56. Il comandante Piero Calamai, che aveva navigato in due guerre, davvero salvò il salvabile. Diede ordine ai suoi ufficiali, ultimi rimasti a bordo, di mettersi in salvo. Rimase solo sul ponte, deciso, come si dice, a dividere il destino con la sua nave. Alcuni ufficiali tornarono sulla nave ormai quasi sommersa e costrinsero, a forza, il comandante a mettersi in salvo. Sono tre episodi di mitologia vera che la memoria evoca di getto.
Cinema
La fiction, della carta e del cinema, oltre ad aver rappresentato comandanti esistiti, ha inventato personaggi ai quali il contesto del mare conferiva una grande potenza nel bene e nel male. In mare può arrivare un’onda anomala, il nemico, un errore, un ammutinamento, tutto può essere capovolto da un momento all’altro. Il mare può alimentare l’ossessione di una vita, come quella di Achab e della sua balena bianca. O quella di William Bligh, comandante del Bounty, nel film conTravor Howard, ottuso senza nobiltà, che “costringe” ufficiali e marinai ad ammutinarsi. O quella di Philip Francis Queeg (Bogart) malato e maniaco, e vigliacco, che a sua volta costringe gli ufficiali a destituirlo. E poi quel lord Jim (Peter O’Toole nel film tratto dal romanzo di Conrad) che abbandona, per paura, il suo Patna di cui è secondo ufficiale, ma per redimersi, passerà tutta la vita da un eroismo all’altro fino al sacrificio finale.
Questo Schettino, di fatto, è già entrato in quell’antologia del mare. A poco a poco i connotati saranno definiti. È stato fatto un esame tossicologico, è emersa questa hostess moldava, misteriosa di cui non si conosce il ruolo, o forse lo si conosce. C’è questo amico anziano marinaio che il comandante avrebbe omaggiato con un saluto passandogli davanti col Concordia. Siamo nel grottesco, soprattutto con una versione che vorrebbe Schettino assistere all’affondamento seduto su uno scoglio. Ecco, quest’ultima immagine è superiore persino a Cameron e Spielberg. Ci vuole l’animazione, ci vuole Walt Disney.
Media
E poi i media. Tutto il movimento è stato colto di sorpresa da questa realtà servita su un piatto d’oro. L’infotainment, l’informazione spettacolare, dunque per definizione diversa dalla realtà e dalla verità, è stato declassato. Non c’è bisogno. E gli opinionisti, i conduttori, gli esperti ospiti, sono a disagio, perché vengono tagliati fuori dai fatti, dall’overdose di documenti. Fatti e documenti che poi non lascerebbero spazio e scampo, scendono ora dopo ora, a cascata.
E poi, naturalmente, il processo. Il comandante troverà chi lo difende, nel tribunale mediatico. Perché a un’azione occorre sempre opporre una reazione, a una verità un’altra verità. Già qualcuno dice che Schettino, accortosi della deriva anomala, di cui non era responsabile, con una manovra abbia salvato quattromila vite. Il sociologo A, vorrà opporsi al collega B, dunque dovrà portare una tesi, essere creativo, e credibile. Poi ci sono i disobbedienti, gli amici di Caino, i guastatori.
Concludo con un incoraggiamento per la Costa Crociere: pensi ai diritti d’autore. Tutte le testate attingeranno a quel colosso reclinato, a quel marchio, per chissà quanto tempo. Mettiamola in chiave editoriale: milioni di copie vendute.