di Riccardo Palmieri
E ora ? Il nuovo sottosegretario all’Istruzione è un bel problema per il movimento. Si chiama Marco Rossi Doria, ideatore insieme a Cesare Moreno del progetto Chance, più conosciuto come quello de “ i maestri di strada “. Insegnanti che si vanno a recuperare tra vicoli e portici i ragazzi a rischio che hanno abbandonato la scuola. E che cercano di portarli almeno alla licenza media, in concorrenza con pushers e parenti carcerati, e insieme lottando contro boicottaggi ministeriali e mentalità del “ ma chi te lo fa fare ? “.
In completa controtendenza, all’epoca, Rossi Doria si candidò a sindaco di Napoli contro il “ bassolinismo” , sfidando la Iervolino dopo il suo primo mandato. Poi la Gelmini gli ha tagliato i finanziamenti per i suoi “ maestri di strada”, che ora devono ricorrere al volontariato per tenere in piedi un minimo di attività .
A uno così, certo non puoi dire che è espressione dei “ poteri forti “. E d’altra parte, più “tecnici” di lui, per conoscenza e competenza, non ce ne sono molti . Per cui la singolarità del “ governo di nessuno “ continua con questa nomina a sorpresa.
Che porta con sè un ulteriore paradosso . Nemmeno dieci giorni fa, il 20 novembre, l’allora ignaro maestro aveva scritto una lettera al governo Monti, pubblicata da La Stampa. Non sapendo che oggi quella missiva – che pubblichiamo di seguito- ha assunto la veste di una richiesta a se stesso, come membro di quel governo di cui ora fa parte. Gli strani giorni di questa crisi non finiscono mai di stupire.
LA LETTERA AL GOVERNO
Il 20 novembre ricorre l’anniversario della Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza. Che stabilisce che ogni persona che nasce deve avere uguali possibilità di riuscita nella vita. In queste giornate il Presidente del Consiglio, Mario Monti, ha più volte rivolto al Parlamento della Repubblica l’impegno di combattere iniquità e privilegi e di dedicare forti energie alle giovani generazioni del nostro Paese, a partire da chi sta peggio.
Milioni di persone – nella scuola, nelle famiglie, nel privato sociale – si occupano del benessere di bambini e adolescenti. Abbiamo posizioni politiche spesso divergenti. Ma condividiamo le stesse crescenti preoccupazioni. Innanzitutto per la piaga della povertà minorile in un grande paese qual è l’Italia.
Infatti l’Istat conta 2 milioni e 734 mila famiglie povere, l’11%, di cui, però, 1 milione e 829 mila nel Sud, il 23% delle famiglie meridionali. E se le persone povere sono 8 milioni e 272, pari al 13,8% della popolazione, i minori poveri sono 1 milione 876 mila, il 18,2% di tutti i minori! E, secondo i parametri dell’UE, i nostri bambini e ragazzi a rischio di povertà sono il 24,4% del totale, il tasso più elevato della UE. Tanto è vero che, in Italia, più fai figli e più questi rischiano la povertà: il 30,5% delle famiglie con tre o più figli è povera. E – anche qui – il 70 % dei bambini e adolescenti poveri vive nel Mezzogiorno: 1 milione 266 mila persone in crescita, un terzo dei minori di anni 18 che vivono nel nostro Sud. Sono cifre terribili.
I bambini e ragazzi poveri sono la parte più debole, meno protetta della popolazione; e non votano. Ogni bolletta e ogni piccola spesa imprevista che capita nelle loro case sono un dramma, l’affitto o il mutuo sono spesso a rischio, insieme al lavoro dei genitori, quasi sempre precario. E sono a rischio le ormai brevissime vacanze estive, i vocabolari per la scuola, le rate del computer, l’invito agli amichetti per il compleanno. Lo racconta sempre l’Istat. E i quartieri dove vivono hanno meno verde, palestre, piscine, tempo pieno a scuola, asili nido.
L’Italia ha, al contempo, una grande risorsa: le persone che si occupano di infanzia e adolescenza in difficoltà sono molto esperte, le meno inclini a buttarla in protesta e le meno litigiose. Perché devono poter aiutare. Perché sono il front office di chi se la passa male, conoscono le persone, sanno trovare soluzioni perché tante volte si sono cimentate in questa opera. E oggi sono anche disposte ad abbandonare posizioni rigide e modelli vecchi pur di riequilibrare le cose a favore di chi parte con meno nella vita.
Perciò – per la giornata del 20 novembre – verrebbe da fare un appello semplice al Presidente Monti, al ministro dell’istruzione, a quello del welfare, al ministro della coesione territoriale. Si crei subito una camera di regia a Palazzo Chigi. Come quella che oltre dieci anni fa fu costituita a Downing street. Si metta su una squadra di persone che pensi – sulla base sì dei conti pubblici ma anche dell’urgenza del riequilibrio e sulla scorta dell’esperienza vasta che l’Italia possiede in questo campo – al come costruire un nuovo grande sforzo a favore dei bambini e ragazzi poveri.
Uno sforzo insieme pubblico e privato. Da metter in campo entro due mesi. Per ridare sostegno all’auto-impresa dei giovani, agli asili nido e alle mense, alle famiglie e alle donne sole e alle scuole, innanzitutto quelle di base, nelle aree dove si concentra la povertà minorile. Programmi snelli, rigorose procedure di controllo. Cose realistiche affidate a chi sa fare, secondo i modelli che hanno funzionato meglio in questi anni. D’accordo con la Conferenza stato-regioni, per concentrare bene tutte le risorse. Un segnale forte dal nuovo governo. Subito.
CHI E’ ROSSI DORIA
Da venti anni formatore di docenti sulle didattiche laboratoriali e le metodologie di contrasto della dispersione scolastica, del disagio e dell’esclusione precoce. Fondatore del progetto Chance, dal 1994 al 2006 è stato maestro di strada nei Quartieri Spagnoli di Napoli. Durante il governo di centro-sinistra è stato comandato presso il Ministro della Pubblica Istruzione dove è stato membro della commissione per le indicazioni nazionali della scuola dell’infanzia, della scuola primaria e della scuola media e ha lavorato alle linee guida del nuovo obbligo di istruzione per tutti, fino a 16 anni. E’ membro della Commissione nazionale di indagine sull’esclusione sociale. Lavora per la Provincia autonoma di Trento per progetti a favore dei ragazzi in difficoltà e l’innovazione della formazione professionale. Collabora a numerosi giornali e riviste.