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La mattanza dei migranti.

Dopo la tragedia del rovesciamento del barcone stipato di migranti clandestini avvenuta nella notte tra venerdì e sabato scorsi, nella quale delle centoventi persone a bordo ne sono state tratte in salvo una settantina e recuperati i corpi di dieci, un’altra mattanza tra sabato e domenica: una trentina di persone sarebbero state a bordo del […]

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Dopo la tragedia del rovesciamento del barcone stipato di migranti clandestini avvenuta nella notte tra venerdì e sabato scorsi, nella quale delle centoventi persone a bordo ne sono state tratte in salvo una settantina e recuperati i corpi di dieci, un’altra mattanza tra sabato e domenica: una trentina di persone sarebbero state a bordo del gommone naufragato a circa 70 miglia da Lampedusa. Lo hanno detto gli stessi superstiti soccorsi dal peschereccio ‘Cleos’.

La scia di morti nei mari della Sicilia è lunga, lunga quanto la scorsa legislatura, che si è scagliata contro l’immigrazione, con quella brutta legge Fini-Bossi, la quale non ha risolto il problema, in compenso lo ha drammaticamente aggravato. E’ un triste elenco, ma bisogna scorrerlo per avere l’esatta entità delle colpevoli inadempienze nella lotta contro i trafficanti di migranti.

Il 7 marzo 2002 un barcone carico di clandestini affonda a sud di Lampedusa, mentre viene trainato da un peschereccio di Ma zara del Vallo. Dodici i cadaveri recuperati, undici i superstiti e varie decine i dispersi. Alle fasi del soccorso aveva partecipato anche il pattugliatore della Marina militare ‘Cassiopea’ senza tuttavia intervenire per il trasbordo. L’inchiesta aperta sul caso fu archiviata quanto il comandante dimostrò che l’operazione non era tecnicamente possibile per le proibitive condizioni meteo.
Il 15 settembre 2002 un’imbarcazione con oltre un centinaio di clandestini affonda a circa mezzo miglio da Capo Rossello, sul litorale agrigentino: recuperati 37 cadaveri di immigrati di origine liberiana, altri 92 riescono a salvarsi. Il 22 settembre 2002 una carretta del mare la ‘Bahack’ arriva a qualche centinaio di metri dalla riva tra Scoglitti e Gela, e scarica in mare una sessantina di clandestini. Recuperati 11 cadaveri.

Il 20 giugno 2003 una barca con circa 250 clandestini naufraga in acque internazionali al largo della Tunisia. Il bilancio è di una cinquantina di morti, circa 160 dispersi e 41 sopravvissuti. L’8 agosto 2004: la nave portacontainer ‘Zuiderdiep’ giunge a Siracusa dopo aver tratto in salvo 71 immigrati partiti dalla Libia e naufragati nella traversata. Morte 28 persone. Il 4 ottobre 2004 un’imbarcazione con 75 maghrebini si inabissa davanti alle coste della Tunisia, al largo di Chott Meriem, provocando l’ annegamento di 17 persone. I dispersi sono 47 e 11 le persone salvate dalla guardia costiera tunisina.

Il 23 marzo 2005 solo sei superstiti su un totale di 15 cinesi imbarcati a Malta e abbandonati in mare dagli scafisti maltesi. Il dramma 16 miglia a sud di Punta Secca, nel ragusano. Il 25 maggio 2005 un’onda anomala fa rovesciare una piccola barca di legno, con 27 uomini a bordo, a 60 miglia dalle coste libiche. A soccorrere i naufraghi sono due pescherecci di Ma zara del Vallo, che ne traggono in salvo 11 e recuperano due cadaveri.
Il 12 luglio 2005 un barcone si capovolge 70 miglia a sud di Malta. Le motovedette maltesi recuperano 16 persone, all’ appello ne mancano altre sette. L’11 settembre 2005 nella notte si arena, a pochi metri dalla costa di Gela, un barcone con 170 clandestini tra cui donne e bambini, di origine eritrea, etiope e palestinese. Il bilancio è di 11 morti. La tragedia durante il trasbordo degli immigrati dal peschereccio al gommone che doveva portarli a riva.

Il 23 ottobre 2005 una decina i corpi vengono recuperati dopo il naufragio di una piccola imbarcazione in vetroresina al largo di Malta, dove però si ritiene vi fossero 25 persone. Il 18 novembre 2005 sono almeno 24 le vittime del naufragio di una ‘carretta’ di 16 metri arenatasi a pochi metri dalla spiaggia a Scicli, nel ragusano, su cui viaggiavano altri 177 immigrati. Le morti mentre i clandestini nuotavano verso riva. La notte prima era stato rifiutato l’aiuto offerto dalle motovedette maltesi al barcone, che aveva proseguito nonostante il mare in tempesta.
Il 5 marzo 2006 c’è una strage sfiorata a pochi metri da Linosa: un forte vento rovescia il barcone su cui erano stipati 275 clandestini, uno dei quali rimane ferito. Il giorno prima un’altra barca si era rovesciato tra Malta e l’isola di Gozo: recuperati quattro superstiti ed un cadavere, nove i dispersi. Il 9 giugno 2006 una piccola barca in vetroresina si rovescia, forse per il carico eccessivo, tra Malta e le coste siciliane: 11 vittime e 16 sopravvissuti, fra cui 4 in gravi condizioni.

Il 27 luglio 2006 avviene nuovo naufragio con almeno 17 dispersi al largo di Mahdia in Tunisia. Tre giorni prima, alla foce del Drillo a Gela, erano stati trovati tre cadaveri, fra cui quello di una giovane marocchina poi riconosciuta dalla sorella, che parla di altri sei dispersi su 22. L’annegamento sarebbe avvenuto durante lo sbarco.
Dunque, la strage di migranti dei giorni scorsi altro non è che la continuazione di una mattanza che dura da anni.

Romano Prodi ha commentato le notizie che arrivano dal mare della Sicilia in merito alla strage di Lampedusa. “Servono provvedimenti efficaci – ha detto- l’ho chiesto varie volte anche a livello europeo, e lo ribadisco anche in questa circostanza. Siamo arrivati a livelli che sono del tutto intollerabili. E’ chiaro-ha aggiunto Prodi- che occorre la collaborazione con i paesi che permettono a questi delinquenti di organizzare le spedizioni. Il problema è che non debbono partire, perchè una volta partiti non si riescono più a controllare”.

Non possiamo non ricordare la “gita” in Libia di Berlusconi e Pisanu, con tanto di promesse di costruzione di un’autostrada, in cambio della cooperazione nel pattugliare le coste libiche, da dove, anche nei giorni scorsi sono partite le carrette del mare per venire a naufragare con il loro carico umano nei nostri mari. Alla luce dei fatti fu una tragica farsa.

Il nuovo governo ha cambiato direzione sul tema della migrazione. Ma sul dramma degli sbarchi bisogna fare presto: tra qui e ottobre potremmo avere ancora decine di cadaveri da recuperare in mare.
Beh, buona giornata.

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Di Marco Ferri

Marco Ferri è copywriter, autore e saggista, si occupa di comunicazione commerciale, istituzionale e politica.

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