di Giorgio Creamaschi
Il governo greco pare aver raggiunto un accordo per un nuovo prestito dall’Europa. In cambio quello stesso governo ha concesso la liquidazione dei contratti nazionali. Anche in Grecia ci sarà l’equivalente dell’articolo 8 della manovra del governo italiano. Per legge i contratti nazionali non varranno più automaticamente in tutte le aziende, ma ogni realtà potrà decidere se applicarli o no. Pare che Bruxelles, la Banca europea, il Fondo monetario internazionale abbiano gioito della decisione del governo greco.
Così, si è detto, la flessibilità del lavoro sarà uno strumento per una ripresa economica.
Ancora una volta scopriamo che l’attacco ai diritti fondamentali del lavoro ha una regia precisa in Europa e nella finanza internazionale.
L’unica verità sulla crisi finora detta dal governo italiano, è che l’articolo 8 della manovra è stato così definito in risposta alle richieste della lettera di Draghi e Trichet.
E’ chiaro ormai che per quanto confuso e ridicolo, il dibattito politico italiano non può più fingere. E’ l’Europa delle banche e della speculazione finanziaria che ci chiede di distruggere i contratti nazionali, il governo Sacconi-Berlusconi aggiunge di suo solo un particolare livore e una particolare frustrazione dovuta alla sua crisi politica.
Per questo, se vogliamo difendere davvero i contratti nazionali e i diritti dei lavoratori, dobbiamo sapere che l’avversario sta in Italia come in Europa e bisogna combattere entrambi. Prima che producano disastri irrecuperabili, visto che la flessibilità del lavoro non solo non aiuterà la ripresa economica, ma sarà un’ulteriore fattore di crisi e depressione.
Il 15 ottobre scendiamo in piazza contro due avversari: l’attuale governo e quello altrettanto feroce che si prepara, per opera delle banche, della finanza e del loro governo europeo. (Beh, buona giornata).
Fonte: http://blog-micromega.blogautore.espresso.repubblica.it/2011/10/12/giorgio-cremaschi-il-15-ottobre-in-piazza-contro-l%e2%80%99europa-che-distrugge-i-diritti-del-lavoro/.