I grandi filosofi farebbero fatica a essere pubblicati sui nostri giornali-di Piero Ostellino-Il Corriere della Sera.
«L’ ideale che canta nell’ anima di tutti gli imbecilli… è quello di una sorta di Areopago, composto di onest’ uomini, ai quali dovrebbe affidarsi gli affari del proprio paese (…) È strano che, laddove nessuno, quando si tratta di curare i propri malanni o sottoporsi a un’ operazione chirurgica, chiede un onest’ uomo e neppure un onest’ uomo filosofo o scienziato, ma tutti chiedono e cercano e si procurano medici e chirurghi, onesti o disonesti che siano, purché abili in medicina e chirurgia… nelle cose della politica si chiedono non uomini politici ma onest’ uomini (…) Le pecche che possa eventualmente avere un uomo fornito di capacità e genio politici, se concernono altre sfere di attività, lo renderanno improprio in quelle sfere, non già nella politica». Chi l’ avrebbe detto: Benedetto Croce complice della Casta e delle allegre serate di Arcore!
«Da un legno storto come quello di cui è fatto l’ uomo non si può fare nulla di completamente dritto (…) Non pare possibile una storia sistematica come ad esempio quella delle api e dei castori (…) Il mezzo di cui la natura si serve per portare a compimento lo sviluppo di tutte le sue disposizioni è il loro (degli uomini) antagonismo nella società».
Incredibile: Immanuel Kant non solo teorizza l’ immoralità ma, elogiando «l’ insocievole socievolezza» degli uomini, è contro la stabilità collettiva! «In ogni sistema di morale con cui ho avuto finora a che fare, ho sempre notato che l’ autore procede per un po’ nel modo ordinario di ragionare e stabilisce l’ esistenza di un bene, oppure fa delle osservazioni circa le faccende umane; quando all’ improvviso mi sorprendo a scoprire che, invece di trovare delle proposizioni rette come di consueto dai verbi è e non è, non incontro che proposizioni connesse con dovrebbe e non dovrebbe… Poiché questi dovrebbe e non dovrebbe esprimono una relazione o affermazione nuova, è necessario che… si adduca una ragione di ciò che sembra del tutto inconcepibile, cioè del modo in cui questa nuova relazione può essere dedotta dalle altre, che sono totalmente diverse da essa».
Inconcepibile: David Hume nega la possibilità razionale di produrre «svolte epocali»! Temo che Croce, Kant, Hume incontrerebbero qualche difficoltà a pubblicare i loro scritti sui nostri media. Ogni giorno, la storia del Pensiero finisce in quella «Tomba del pensiero» che è il giornalismo. Trionfa il nulla, che oscilla fra l’ anatema da curva Sud contro l’ avversario e la banalità del «politicamente corretto». E ha una sola attenuante: di ignorare la storia intellettuale di duemila anni. Etica, Politica, Diritto finiscono in una sorta di insalata russa; si diffonde il lessico dell’ «anima di tutti gli imbecilli»; che nega che l’ uomo sia una miscela di bene e di male e prefigura una storia tutta Bene, scritta dalle Procure, o tutta Male, scritta dai politici; che attribuisce alla Giustizia il compito di trasformare gli uomini in angeli; che salta senza costrutto dalla realtà effettuale a quella che si vorrebbe che fosse. A quando un editoriale, finalmente equilibrato, ma anche forte: «Non ci sono più le mezze stagioni»?
(Beh, buona giornata).