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Il burlesquoni show a Patacca Italia.

La performance di Berlusconi a Lampedusa segna una tappa nuova nella vita politica italiana. Lampedusa come l’Isola dei Famosi è stato il set televisivo dello show del capo del Governo: un programma di tipo nuovo, un cocktail preparato con un terzo di reality, un terzo di infomercial, un terzo di videomessaggio in salsa web.

Il programma-pilota era andato in onda su tutti gli schermi qualche giorno prima a Milano, durante lo show del processo, che non c’era, perché era solo un’udienza preliminare, però c’era il pubblico, il predellino, e il “cuscino” antiproiettile sulla schiena del nostro eroe. Ora bisognerebbe chiedere aiuto a eminenti critici televisivi per dare un nome a questo nuova forma di intrattenimento: nel frattempo, la chiameremo provvisoriamente “burlesqu-oni show”.

Bisogna dire che il ”burlesquoni show” ha fatto subito scuola. E così succede che il ministro della Difesa, attorniato da poliziotti si mette a provocare i manifestanti davanti a Montecitorio come fosse ancora ai tempi del Fronte della gioventù nella Milano degli anni Settanta. Poi entra in Aula e dà in escandescenze. Richiamato dal presidente, che una volta era anche il “suo” presidente, il fascistello attempato non trova di meglio che mandare affanculo la terza carica dello Stato.

Il giorno dopo, tocca al ministro della Giustizia che arriva trafelato sui banchi del governo per votare, e mentre il presidente della Camera chiude le votazioni, il ministro perde la testa e getta il tesserino parlamentare verso i banchi dell’opposizione. Un comportamento degno di Cassano o Balotelli verso l’arbitro.

Comunque sia, la vera forza del “burlesquoni show” sta nel fatto che è una forma estrema di intrattenimento, che supera anche i vasti confini della tv. Il “burlesquoni show” è multimediale, multicanale. Pensate all’on. Nicole Minetti, parlamentare della Regione Lombardia. Ha detto a Vanity Fair e poi a Repubblica che lei sta mica tanto a preoccuparsi per quella storia del bunga bunga, ma che scherziamo, lei aspira a ben altri traguardi, che vi credete che un giorno non riesca a diventare ministro degli Esteri? La notizia non ha solo fatto il giro del mondo dei media italiani, ma è come se la cosa si fosse davvero materializzata: che differenza farebbe una Minetti al posto di un Frattini? Vista il peso relativo che ormai la nostra diplomazia ha in Europa, non si capisce perché la sorte non dovrebbe accontentare i sogni della più famosa igienista dentale italiana.

Insomma, il “burlesquoni show” ha una forza comunicazionale inedita: niente a che vedere con i reality. Per tenerli in piedi, quelli bisogna pomparli: mandare la Ventura in Honduras e poi magari anche un citrullo di ex Casa Savoia. Niente a che vedere con roba decotta come Forum, dove una finta terremotata viene smascherata in quattro e quattr’otto.

Il “burlesquoni show” è genuino, perché i personaggi non fingono, sono proprio così: Berlusconi che compra casa a Lampedusa, vuole un campo da golf e un casinò è lui, lui in persona. Lo si capisce quando promette che Lampedusa sarà un paradiso fiscale. La Russa è lui, proprio lui, quando scatena una gazzarra fascista in Aula, è se stesso. Il ministro Alfano è lui, proprio lui, quando, nel tentativo di confutare i dati diffusi dall’associazione dei magistrati, secondo i quali col processo breve salterebbero il cinquanta per cento dei processi per gravi reati, il ministro sostiene invece che la norma che salverebbe Berlusconi dal processo Mills potrebbe riguardare solo l’uno per cento dei processi in Italia. Dal che si evince, per ingenua confessione che il provvedimento non è affatto strategico per la giustizia in Italia, lo è solo per il capo del Governo. Anche la Minetti è lei, proprio lei, quando alza la posta in gioco della sua carriere politica, in vista della testimonianza al processo Rubygate.

Eccola, allora la forza del “berlusquoni show”: fa rabbia, fa ridere, fa un po’ schifo, fa anche molta pena. Ma una cosa è drammaticamente certa: è tutto vero. È l’ultimo regalo della vulcanica inventiva del Berlusca ( ovvero, Burlesca): il “burlesquoni show” è sinonimo, all’interno e all’esterno del Paese di un’Italia molto speciale.

Ci rende famosi nel mondo, siamo ormai a pieno titolo nell’epoca di Patacca Italia. Beh, buona giornata.

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Di Marco Ferri

Marco Ferri è copywriter, autore e saggista, si occupa di comunicazione commerciale, istituzionale e politica.

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