Le lotte contro l’arroganza del potere del governo Berlusconi insorgono in tutta Italia.
Studenti, precari, operai, cassaintegrati, cittadini contro la munnezza, ma anche contro i tagli alla sanità e agli asili nido, ma anche i pendolari. E poi gli eroici pastori sardi.
Senza contare gli agenti di polizia e gli opertori della sicurezza, in lotta da mesi contro le bugie del governo.
L’unica risposta che il governo sa dare è mandare reparti di polizia. In tutti gli anni in cui in Italia ci sono stati disordini sociali, i deputati, i senatori, i consiglieri comunali, provinciali e regionali della sinistra hanno partecipato alle manifestazioni per interporsi tra i manifestanti e le forze dell’ordine, con lo scopo di garantire la legalità del diritto di manifestare, con lo scopo di impedire degerazioni violente.
Oggi tra le forze dell’ordine e i manifestanti ci sono i telefonini che riprendono manganellate, abusi ed eccessi di rabbia. Il fatto è che la loro funzione è di testimonianza di ciò che è successo. Mentre alla democrazia italiana farebbe bene che certe cose non succedessero.
La domanda è semplice, e perentoria: quando i manifestanti scendono in piazza, dove sono, che fanno, a che pensano i deputati e i senatori dell’opposizione? Beh, buona giornata.