La politica italiana non finisce mai di stupire. Un uomo politico, ministro di un importante dicastero, durante la cerimonia ufficiale in ricordo delle vittime civili e militari che tentarono di difendere Roma dall’invasione delle truppe tedesche, all’indomani del 8 settembre del 1943, quest’uomo politico, che è anche il coordinatore politico del suo partito, partito che fa parte della coalizione di Governo non è riuscito a tenere a freno la propria nostalgia del passato e ha detto che “soggettivamente, dal loro punto di vista” i militari inquadrati nei ranghi della Repubblica di Salò credettero di servire la Patria, pertanto era giusto rendergli omaggio. Ai più, tra i quali il Capo dello Stato, questo giudizio è sembrato per niente rispettoso della Resistenza, pagina storica da cui deriva la nostra democrazia.
Tempo addietro, un altro ministro, che ricopre il ruolo di leader di un altro partito di Governo, ebbe parole aspre contro Giuseppe Garibaldi, l’unità d’Italia, il tricolore. Ai più apparve un giudizio per niente rispettoso del Risorgimento, altra pagina storica da cui si fa derivare la nostra democrazia.
Viviamo tempi incerti. La vera sostanza della capacità di governo non risiede più nelle nazioni, ma è appannaggio di organismi globali: il Fondo Monetario internazionale fa le politiche economiche, il WTO quelle commerciali, la Nato quella estera, il G8 quella diplomatica. Le grandi corporations multinazionali fanno gli stili di vita e di consumo. E poi c’è l’Unione Europea, che via via si sostituisce al governo delle nazioni europee.
Fare il ministro in Italia deve essere un poco frustrante: tutto quello che bisogna fare oggi, si doveva già fare tanto tempo fa, dalla raccolta differenziata, alle politiche sull’emigrazione, dalla scuola e la ricerca, alla crisi dell’Alitalia, tutto ci era già stato insistentemente chiesto dall’Europa.
Riassumendo: del futuro si occupano gli organismi globali, del presente si era già occupata la Ue. Ai nostri ministri “soggettivamente, dal loro punto di vista” non resta che occuparsi del passato remoto. Buon pro gli faccia. Beh, buona giornata.