Non è la prima volta che sentiamo dire da autorevoli fonti scientifiche che bere vino rosso allunga la vita. Stavolta la prova provata delle proprietà mirabolanti del vino rosso è stata riscontrata in una sostanza, il ‘resveratrol’, presente in un’alta percentuale nel vino rosso.
Pare che il resveratrol sia capace di proteggere il cuore dall’invecchiamento, attivando l’agente proteico ‘sirtuins’ che rallenta la degenerazione dei tessuti.
La scoperta si deve a un gruppo di scienziati americani dell’Università del Wisconsin che hanno pubblicato il rapporto sulla rivista scientifica ‘PloS One’.
Apparentemente è una buona notizia, se non che nel rapporto si scopre che il vino rosso, oggetto della sperimentazione sarebbe stato somministrato a topi di laboratorio, addirittura topi di mezza età.
“In vino veritas”: dunque, per la verità bisogna dire che passare mezza vita in un laboratorio a subire esperimenti di ogni tipo non è una bella vita. Lo credo bene che un sorso di vino ha dato a quei tapini di topini qualche attimo di ebbrezza, come dire? una sferzata di vitalità.
Ma il problema è: che se ne fanno quei poverini di topi di laboratorio di una vita più longeva? Per essere sottoposti per qualche anno in più alle angherie della sperimentazione? Ai voglia a bere per dimenticare. Va bene che un topo è destinato a fare la fine del topo, ma che razza di cattiverie è procrastinare la fine del topo?
Ma la cosa più grave di tutte è la sola idea di degradare il vino a liquido di laboratorio, come fosse una soluzione chimica, nata tra alambicchi e provette, invece che tra vigne, botti e calici. Il vino nasce per l’amicizia e l’allegria, per il buon cibo e il buon gusto. Non vi sembra di pessimo gusto usarlo per sbronzare cavie da laboratorio? Produrre vino è un mestiere difficile, lo sanno bene i produttori indipendenti e le grandi marche. Mica si spreca così il vino rosso. Beh, buona giornata.