Perché gli uomini parlano e le scimmie urlano? La spiegazione sarebbe nella presenza di un fascio nervoso del cervello. Secondo la mappa del Genoma, abbiamo il 99% del Dna in comune, riusciamo a comunicare attraverso i gesti, ma mentre noi umani usiamo il linguaggio parlato, gli scimpanzé emettono solo grida e grugniti.
Grazie a una nuova tecnica diagnostica, i ricercatori dello Yerkes National Primate Research Center, parte dell’Università Emory di Atlanta, hanno scoperto che nel cervello umano il fascicolo arcuato è diverso da quello del cervello degli scimpanzé, una differenza in grado di spiegare perché agli scimpanzé manca la parola.
Secondo questa nuova tecnica diagnostica, si è scoperto che il fascicolo arcuato è un fascio di fibre nervose che connette due aree del cervello fondamentali per il linguaggio, l’area di Broca e l’area di Wernicke.
La prima si trova nel lobo frontale della corteccia cerebrale e ha un ruolo importante nell’articolazione motoria delle parole.
L’area di Wernicke si trova nel lobo temporale della corteccia cerebrale e contiene le memorie uditive necessarie per la comprensione del linguaggio ascoltato.
I ricercatori hanno ora scoperto che nell’uomo il fascicolo arcuato è più sviluppato e collega le due aree con una traiettoria più ampia, tanto che si proietta anche al di fuori dell’area di Wernicke.
“Nel cervello umano non solo si sono sviluppate regioni più ampie che presiedono al linguaggio – ha spiegato James Rilling, coordinatore del progetto di ricerca – ma anche una rete di fasci nervosi adatta a collegarle meglio tra di loro”. La proiezione fuori dall’area di Wernicke del fascicolo arcuato servirebbe infatti a raggiungere una zona che è coinvolta nell’analisi del significato delle parole.
Questa nuova tecnica si chiama “la tecnica della DTI”, cioè Diffusion Tension Imaging e appare come un’evoluzione della risonanza magnetica, particolarmente efficace proprio nel produrre immagini dettagliate della ricostruzione dell’orientamento delle fibre nervose.
La tecnica è non invasiva e questo ha consentito ai ricercatori di poter mettere a confronto numerose immagini del cervello di esseri umani e di scimpanzé e macachi (Rhesus machacus). “La DTI ha reso possibile capire in che modo l’evoluzione ha mutato la struttura del cervello umano per renderci in grado di pensare, parlare e agire in modo diverso da altri animali, che pure sono così simili a noi”, ha commentato Todd Preuss, uno dei coautori dello studio, uscito su Nature Neuroscience.
È dunque scientificamente provato che chi alza il volume della voce, credendo di aumentare lo spessore del suo ragionamento è uno scimmione. Test clinici, infatti, hanno chiaramente dimostrato che spararla grossa è sintomo di avercelo piccolo (il cervello, quindi il ragionamento).
E per concludere, andare in tivvù a urlare e gesticolare è la dimostrazione di deficit di quell’1 per cento mancante, dimostrato dalla differenza di Dna tra uomini e scimmie.
Ogni riferimento ai talk-show in generale, e ai dibattiti politici in campagna elettorale è assolutamente intenzionale. Beh, buona giornata.