Parlerò invece di quello che è successo nel mondo reale, come l’altro giorno, in cui sulla spinta nefasta della crisi finanziaria made in Usa, quella dei “subprime”, a piazza Affari il titolo Fiat è stato sospeso a quota -11 per eccesso di ribasso. A Wall Street, Motorola ha registrato -21, Apple -12. La Fed ha ritoccato il tasso di sconto di tre quarti di punto, non succedeva dal 1984. Le Borse di tutto il Mondo si sono un poco riprese, dopo aver sbandato paurosamente, distruggendo denaro a centinaia di miliardi di dollari. Nel frattempo, da qualche parte, in una galassia lontana anni luce si discuteva delle dimissioni di un certo Mastella da Ceppaloni.
Siccome l’argomento del giorno è la crisi di governo, non ne parlerò. Parlerò, invece, del fatto che
la previsione della stagnazione dell’economia americana, previsione suggestionata qualche mese fa, è stata seccamente smentita: ma quale stagnazione, si va spediti verso la recessione! Peggio che dopo l’11 settembre. E’ come aver ingranato bruscamente la retromarcia, mentre in seconda il motore dell’economia mondiale sembrava in ripresa. L’economia europea e quelle asiatiche non sembrano essere, per il momento, un argine allo tsunami finanziario globale. Con buona pace delle trasmissioni di “Porta a porta”.
Siccome l’argomento del giorno è la crisi di governo, non ne parlerò. Parlerò, invece di Sir Martin Sorrell che ha detto che il 2008 è per il mondo economico della comunicazione commerciale un anno favorevole, solo perché ci sono le Olimpiadi di Pechino, i Campionato Europei di calcio in Europa, e la campagna elettorale americana, eventi speciali che vedranno forti investimenti in comunicazione. Ma gli effetti della recessione made in Usa, dice Sorrell, li subiremo nel 2009. Non ci sono santi. Mentre i fanti si scannavano sugli scanni del Senato della Repubblica, tra insulti, sputi, bottiglie di spumante, tifo da stadio. Uno spettacolo indegno, come ha senza torto sottolineato il presidente di Confindustria.
Siccome l’argomento del giorno è la crisi di governo, non ne parlerò. Parlerò dell’ ultima rilevazione Eurispes, che fotografa un’ Italia più povera che tira avanti pagando tutto a rate e facendo il doppio lavoro. Un’Italia in cui più di 5 milioni di famiglie sono indigenti o a rischio di diventarlo. Un Italia nella quale sono venti milioni i lavoratori sottopagati e solo una famiglia su tre arriva tranquilla alla fine del mese.
Senza soldi niente acquisti, senza acquisti, niente “consigli per gli acquisti”. Per la pubblicità italiana sono pessime notizie. Il risanamento economico e il rilancio della nostra economia sono naufragati in Parlamento. Il Transatlantico, il luogo ameno dove i nostri deputati si trastullano tra una seduta e l’altra bisognerebbe ribattezzarlo “Titanic”: mentre ballavano l’ultimo valzer sul ponte più alto della politica italiana, non si sono accorti dell’ iceberg fatale della recessione economica globale.
Siccome l’argomento del giorno è la crisi di governo, non ne parlerò. Perché è successa nel Paese sbagliato, nel momento sbagliato. Beh, buona giornata.