Lanciata a Milano lo scorso anno da Lele Panzeri, affermato creativo pubblicitario, pare torni in voga Air Guitar, cioè il far finta di suonare la chitarra, simulando le performance di un chitarrista, muovendosi a suon di musica sul palco, di fronte a una folla di finti fan. Apparentemente un esercizio goliardico. In realtà, Air Guitar è una vera e propria metafora del nostro vivere odierno.
La politica è finzione. Si fingono scontri politici, per poi mettersi d’accordo. Si fingono grande aggregazioni, coinvolgendo la “società civile”, che tanto decidono i soliti. Recentemente, la finzione della politica ha coinvolto la più alta carica dello Stato: una delegazione guidata dal Cavaliere è salita al Quirinale. Ma era una finta, perché niente c’era da chiedere al Presidente, e niente che il Presidente potesse rispondere, se non onorare una cortesia istituzionale.
La guerra è una finzione. In Iraq e in Afghanistan gli Usa fanno una guerra finta, la guerra al terrorismo, nata dalla ricerca di finte armi di distruzione di massa. Mica la vogliono vincere, gli serve per mettere sotto scacco l’opinione pubblica. Si dirà: caspita!, ma i morti sono veri. Si, ma solo quelli della coalizione occidentale, gli altri non contano, sono finti, come le immagini della tv.
La famiglia è una finzione. Si sono evocati toni apocalittici sulla difesa della famiglia, con tanto di coinvolgimento delle alte gerarchie vaticane. Ma i valori tanto sottolineati appaiono finti: i leader politici del centro-destra sono tutti chi divorziati, chi separati, chi addirittura separandi, magari per via di qualche possibile coinvolgimento in qualche vicenda giudiziaria.
La finanza è una finzione. Tra bolle speculative, furbetti e scatole cinesi, il danaro si fa e si sperpera, il valore si crea e si distrugge nello spazio di click sul pc.
La sicurezza dei cittadini è una finzione. Si costruiscono mostri e mostriciattoli, da Cogne a Erba, passando per Rignano. Non che non ci siano vittime e carnefici, ma è tutto fasullo, suggestivo, spettacolare. E quando si spengono i riflettori, passa la paura del buio del nostro inconscio.
Il cinema, il teatro, la letteratura, la poesia, la cultura in genere è stata espropriata dalla finzione. La finzione era la metafora del vero. Oggi che il vero è la metafora del finto, che la realtà è reality, che discutere è fare talk-show, che il “sentito dire” fa intendere di essere informati, viviamo in una dimensione parallela, che sa di poco di buono.
La pubblicità è una finzione. Presa sul serio dai poco seri, presa dai poco seri sul serio. Con i risultati che vediamo: le idee sono poca cosa, contano poco, niente.
La recitazione ha preso il posto dell’esistere. Consoliamoci con l’Air Guitar. Beh, buona giornata.
Una risposta su “L’era dell’aria fritta.”
Bellissimo.