Nel riferire su La Stampa di oggi, Luca Ubaldeschi ha affrontato il problema patrimoniale, che si è detto in questi giorni potesse essere al’origine della lettera all’Ansa dello scorso mercoledì, quando Veronica Lario accusava il marito di contornarsi di “ciarpame senza pudore”. In particolare si alludeva alla non rottura definitiva di un’unità matrimoniale, preservata in nome di future spartizioni ereditarie. Secondo Ubaldeschi, alle amiche che le hanno fatto notare come anche in questi giorni qualche giornale sia tornato a battere il tasto dei soldi, Veronica Berlusconi ha riservato uno sguardo sconsolato: «Siete fuori strada, non c’entrano il patrimonio e le divisioni fra i figli. Se il problema fosse questo me ne starei tranquilla e non mi metterei in uno scontro frontale con l’uomo più ricco e potente d’Italia». Ma qual è l’entità del patrimonio di Silvio Berlusconi?
La famiglia Berlusconi:
un impero da 6 miliardi di euro
di Simone Filippetti e Marigia Mangano-sole24ore.com
Si chiama Bel e cioè l’acronimo di Barbara, Eleonora e Luigi, i tre figli nati dal matrimonio di Silvio Berlusconi e Veronica Lario. Ed è l’ultimo veicolo nato nella galassia societaria che ruota intorno alla famiglia di Arcore. Un impero da oltre 6 miliardi che fa perno su sette holding, proprietarie dell’intero capitale della Fininvest (cui fanno capo Mediaset, Mondadori, il Milan, più una quota rilevante nel gruppo finanziario Mediolanum) e che di fatto è stato già diviso tra i due rami della discendenza di casa Berlusconi: i figli del primo letto, Marina e Piersilvio, e i più piccoli, Barbara, Eleonora e Luigi. Ognuno di loro, singolarmente, è azionista del gruppo Fininvest con una quota indiretta di circa il 7%. La maggioranza della holding, pari al 61% del capitale, è ancora saldamente nelle mani del presidente del Consiglio. Così come tutte le proprietà immobiliari, da Macherio a Villa Certosa, concentrate in Dolcedrago, società di proprietà del premier al 99%.
Pesi ed equilibri al vertice dell’impero di casa Berlusconi dipenderanno, dunque, dalla scelta dei futuri destinatari di quel 61% di Fininvest nelle mani del fondatore. Una partita complessa, quella della successione e soprattutto quella di un eventuale ruolo manageriale della seconda generazione, che in molti «leggono» dietro le divergenze di opinioni tra il premier e la moglie, ormai periodicamente sulle prime pagine dei giornali.
Punto di partenza per capire i delicati equilibri del sistema Berlusconi sono gli assetti proprietari di Fininvest, da un lato, e l’impero immobiliare dall’altro. La holding di famiglia è nata fine degli anni 70 e per decenni il presidente del Consiglio ne è stato azionista unico, con il controllo suddiviso tra 22 «scatole» (Holding Italiana, numerate dalla Prima alla Ventiduesima) tutte di proprietà diretta di Berlusconi. Poi nel corso del tempo l’arcipelago di holding è stato asciugato, con il progressivo accorpamento delle società. Adesso ne sono rimaste solo sette: Holding Italiana Prima, Seconda, Terza e Ottava di proprietà personale del premier; la Quarta che fa capo a Marina; la Quinta di Piersilvio; la Quattordicesima suddivisa tra i tre figli più picoli. Il 2006 ha tenuto a battesimo l’ultimo (per ora) grande riassetto, con l’apertura ufficiale dell’impero anche alla seconda generazione: dietro la regia del superconsulente Bruno Ermolli, da anni uno dei consiglieri più ascoltati e fidati di casa Berlusconi, la Holding Italiana Quattordicesima, in precedenza di Silvio, è stata ceduta a Barbara, Eleonora e Luigi. Perché proprio questa holding? Perché deteneva il 21,4% di Fininvest che, diviso per i tre nuovi azionisti entranti, fa indirettamente una quota analoga ai figli più grandi.
Spartizione equa, dunque, che ogni anno assicura uguali (e pingui) dividendi a tutti i rami della famiglia (285 milioni di euro le risorse distribuite da Fininvest alle sette holding nel 2008, un po’ meno, circa 207 milioni, quelli in arrivo quest’anno). Rimane ancora aperto, però, il capitolo della gestione: Marina e Piersilvio, anche per ovvi motivi di età, hanno assunto ruoli manageriali importanti nell’impero: la primogenita è presidente della stessa Fininvest dal 2005 (dopo la morte di Aldo Bonomo, storico presidente della holding) e di Mondadori; Piersilvio è vicepresidente con deleghe operative in Mediaset. La prossima partita sarà capire quali aspirazioni o ruoli possono avere i figli minori: tutti e tre sono ancora meno che 25enni per cui la questione non è immediata, ma sembra difficile pensare che Barbara, Eleonora e Luigi si limitino a voler fare solo gli azionisti.
C’è, infine, il capitolo immobiliare. Un patrimonio cospicuo, anche se non paragonabile in valore peso specifico a Fininvest, raccolto nella Dolcedrago, contenitore delle proprietà in Sardegna, a Macherio e ad Arcore. Questa finanziaria ha una doppia anima: da un lato è a capo dell’impero immobiliare, dall’altra controlla il business cinematografico, con la Videodue srl (un contenitore di 106 diritti di sfruttamento di opere cinematografiche, tra cui film di Totò). L’assetto proprietario di Dolcedrago vede in posizione di forza Silvio Berlusconi: è partecipata dal premier direttamente con il 99,5%, mentre uno 0,25% a testa spetta ai due figli, Piersilvio e Marina. E proprio qui, sempre nella logica di una futura suddivisione dell’impero, un ruolo potrebbe giocarlo la neonata scatola di Barbara Eleonora e Luigi, Bel, veicolo attraverso cui la seconda generazione potrebbe diventare intestataria di una parte del patrimonio immobiliare del premier. (Beh, buona giornata).
Una risposta su “Il divorzio di Veronica Lario e l’impero di Silvio Berlusconi.”
Dal portale Indymedia
http://piemonte.indymedia.org/article/12185
Silvio Berlusconi incapace di intendere e volere
Scoop colossale. Meno di un anno fa il Premier è stato reputato “socialmente pericoloso”, “schizofrenico” e totalmente incapace “di intendere e volere”. Ecco il perché.
Silvio Berlusconi dopo la crisi con Veronica ha intrecciato una relazione sentimentale con il Rag. Spinelli al quale presta una montagna di soldi (non ha preso quattrini solo Lele Mora). Dopo la rottura va fuori di testa e và in crisi. Lo rivela un documento riservato.
In un pronto soccorso di Pistoia, Silvio Berlusconi và in escandescenze. Il nosocomio trasmette gli atti alla Procura competente ed il Magistrato incaricato ordina una perizia psichiatrica sul Primo Ministro. Esito: “delirio monotematico, strutturato e sistematizzato inseribile in un probabile quadro di schizofrenia paranoide”
Berlusconi è anche ricoverato in day hospital con Codice ROSSO (che ironia). Ma quel che è più incredibile che le toghe rosse politicizzate di sinistra approfittano dell’occasione per sottoporre il premier all’iter umiliante della perizia mentale. Com’è possibile vi chiederete voi (soprattutto com’è possibile che gli organi d’informazione non ne abbiano avuto/dato notizia).
Tutto accade meno d’un anno fa. Silvio Berlusconi è in visita (non ufficiale) a Pisa con il ministro Bondi per inauguare e dare il via ai lavori di consolidamento della torre. Mentre sta transitando con la sua scorta in prossimità di P.zza dei Miracoli un contestatore pisano (cattocomunista) gli sferra un colpo al volto con una miniatura della statuetta della Torre di Pisa, sfiorandolo all’avambraccio e provocando lievi contusioni alla mano destra. Trasportato d’urgenza all’Ospedale di Pisa vien messo in lista d’attesa con codice giallo (date la provvisoria prognosi non urgente). Berlusconi s’incazza. Non vuole fare la fila. Vuole passare avanti a tutti i costi. Il personale paramedico gli fa gentilmente presente che vi son gravi casi ed urgenti prima di lui, e che nonostante il suo status, non è possibile agevolarlo facendo favoritismi. Berlusconi manda letteralmente affanculo il personale ed il direttore sanitario (colà intervenuti dato in trambusto nel frattempo creatosi). Un agente della scorta avverte il Premier di non insistere e che ha già provveduto a chiamare l’elicottero. In un battibaleno posso essere sul piazzale dell’ospedale di Pistoia, dove il primario non è un bolscevico e ove sarà possibile ricevere cure immediate.
Meno di mezz’ora dopo il Presidente del Consiglio fa scalo sulla terrazza del pronto soccorso dell’Ospedale di Pescia (Pistoia) e mette subito piede nella sala medicazione. Vien immediatamente assegnato il codice rosso. Nel frattempo però a Pescia ricevono comunicazioni da Pisa sul casino combinato dall’entourage del Premier Berlusconi. Sfiga vuole che il massimo dirigente dell’Ospadale di Pescia sia anche un ex allievo del direttore del nosocomio di Pisa (ospedale dal quale è arrivato Berlusconi). All’istante viene stoppata la visita d’urgenza. Silvio Berlusconi vien messo in lista d’attesa. Il Premier non ci sta. Sbotta e inveisce contro i sanitari. Impreca contro tutto e tutti ordinando agli agenti della scorta di chiamare il Prefetto ed il Questore per far scoppiare un casino. Và letteralmente fuori di cotenna, sproloquia inveendo contro medici, giudici, magistrati, dicendo che tutti – magistrati e medici – son d’accordo per farlo fuori (in seguito diramerà paranoici messaggi video dove afferma ciò anche su Youtube). Telefona seduta stante anche all’Avv. Niccolò Ghedini minacciando testè denunce e querele contro tutta la Toscana. L’exploit però non sortisce l’effetto desiderato. I referti dell’Ospedale (che trovate qui riprodotti integralmente ed allegati pdf) recitano implacabilmente (e testualmente):
“accede al Pronto Soccorso accompagnato dalle Forze dell’Ordine tutti in agitazione psicomotoria. Paziente vigile, orientato, disforico, e agitato ma comunque accessibile e disponibile al colloquio… sembra che ci siano stati altri analoghi episodi e che il paziente abbia in corso da anni svariate azioni legali di cui riferisce durante il colloquio … emergono aspetti del pensiero caratterizzati da … rivendicatività. Significative alterazioni dell’asse timico… nega pregressa patologia psichiatrica … abusa di sostanze. Dopo lungo colloquio accetta di eseguire ECG ma non esami ematochimici. Si somministra Valium e Talofen. Al momento di assumere la terapia il paziente rifiuta. Si consiglia osservazione in SPDC che il paziente rifiuta. Sussistono gli estremi per un trattamento sanitario obbligatorio poiché al momento il paziente non è lucido, tranquillo e adeguato sul piano comportamentale. Si consiglia visita di controllo domani presso CSM di Montecatini che il paziente non accetta…”
Berlusconi verrà visitato e dimesso, ma l’incidente (o gli incidenti) non finiranno quì. Dai due presidi sanitari parte un dettagliato esposto/denuncia (che finisce dritto dritto alla Procura della Repubblica) dove vengono descritte analiticamente le escandescenze del Premier. Il direttore sanitario dell’Ospedale segnala – tra l’altro – che il premier avrebbe anche fatto uso di sostanze. Il Procuratore Capo incarica il Magistrato di turno di predisporre subito una richiesta di perizia personale sulle facoltà mentali del visitando (e che visita specialista). Una visita Psichiatrica in piena regola.
L’incarico peritale viene conferito per competenza dal Tribunale di Pistoia al Dr. Giovanni Casalesi, specialista in psichiatria-psicoterapeuta, iscritto all’Ordine dei Medici di Empoli (con studio in Firenze, P.zza Veronico Lario, 69).
In quesito peritale è il seguente:
“dica il perito esaminati gli atti acquisiti… effettuata la visita sulla persona di Berlusconi se il periziando presenti disturbo o patologia psichica di che tipo e gravità, ed in particolare se questi possano determinare un comportamento improntato a sentimenti di persecutorietà autoriferita e più specificatamente possano determinare o aver determinato al momento dei fatti per cui è processo atti conseguenti ad una produzione delirante, che escluda o riduca la capacità di intendere e volere … inoltre in caso di accertata infermità mentale dica il perito se l’imputato è socialmente pericoloso…”.
Risponde ai questi lo specialista fiorentino:
“Il 7/10/2010 il Sig. Silvio Berlusconi non si è presentato alla visita peritale, questa perizia viene eseguita prevalentemente su materiale accluso agli atti giudiziari… il panorama è quello di un angosciante tourbillon di denunce, querele, scritti autografi, rivendicazioni … come se fosse una furia rivendicativa… gran parte del pensiero sembra dominato da contenuti monotematici, incentrati sull’autoriferimento, sulla persecutorietà, sulla rivendicatività. S’intuisce che l’ideazione è avvolta dal fumus persecutionis e fortemente improntata da emozioni profonde di collera ed aggressività o d’intensa frustrazione. Emergono spesso sentimenti d’onnipotenza attraverso i quali controlla il “persecutore” o i “persecutori” …A questo proposito è interessante notare come durante l’udienza di affidamento dell’incarico di consulenza , nella quale interrompeva continuamente i giudici e avvocati e sollevava una miriade di eccezioni, invitato ad un certo punto a moderare i toni, li ha ancor più elevatie al momento nel quale il giudice l’ha invitato ad allontanarsi, facendo poi intervenire le forze dell’ordine per allontanarlo dall’aula, lui ha pronunciato all’indirizzo del giudice la seguente frase (spinto dall’onnipotenza) … ‘LA DICHIARO IN ARRESTO”… Il livello di agitazione comportamentale e l’aggressività verbale sono notevoli, specialmente quando viene contraddetto. Tende spesso a sostituirsi alle figure di giudizio mostando difficoltà ad aderire al contesto di realtà. La decontestualizzazione lo spinge a fare affermazioni paradossali quando s’attribuisce poteri che non gli competono, e lo fa di frequente. Dalle carte processuali si evince che è convinto di un complotto nel quale sarebbero implicati un numero enorme di magistrati ed avvocati. Chi entra in contatto con lui per via delle questioni legali o ad esse connesse, finisce inevitabilmente inglobato nel ‘complotto’ mafioso-massonico… Mette in atto una sorta di sfida a vincere tutti e trae una sorta di esaltazione a ‘tenere in pugno’ i giudici, gli avvocati ecc. e chiunque inerisca alle sue vicende a vario titolo. La sfida diventa spesso minacciosa e aggressiva. In sintesi possiamo formulare la seguente diagnosi psicopatologica: delirio querulomane (di rivendicazion-querela) monotematico, strutturato e sistematizzato inseribile in un probabile quadro di schizofrenia paranoie. Il delirio è diventato nel tempo tenace, rigido, si è ingigantito anche a causa dell’assenza di contenimento farmacologico e sanitario del qaule, come si sa, non ha usufruito né usufruisce. Si è così arricchito di contenuti onnipotenti. Tutto ciò oltrechè dare luogo ai comportamenti di disturbo sociopatico ha costituito per lui una fonte di angoscia profonda… Viste le ripetute sollecitazioni e il perdurare della sintomatologia, se non il peggiorare della stessa nel corso degli anni, tale quadro avrebbe meritato un contenimento ed un aiuto sanitario. Per risparmiare anche a lui infelicità e sofferenze in più. Nella mia carriera, sia nel servizio pubblico che nella professione privata, non ho mai visto un delirio querulomanico così complesso e strutturato. Spesso alla base dello sviluppo di tali forme c’è un dolore esistenziale subito… L’evento scatenante risale a molti anni fa, più di venti a quanto ho capito, ma forse molti di più… Mi riferisco al complesso caso giudiziario del Rag. Spinelli. Una relazione affettiva finita e per giunta con ingenti somme prestate (un miliardo, mezzo miliardo di lire..) delle quali non ha più visto la restituzione … Ritengo che per quanto detto sopra e soprattutto per l’impotenza del sistema delirante che informa in modo costante e insistente il pensiero del soggetto, sia da ritenere incapace di intendere e volere al momento dei fatti a lui contestati. E che lo sia in maniera totale… La capacità del soggetto di recare danno è notevole … L’impegno in termini di contenimento di tali atti è notevole e spesso infruttuoso per la propensione all’esaltazione onnipotente del soggetto che non cede mai e persegue con accanimento i suoi intenti di rivendicatività minacciosa… ritengo che sussistano elementi obiettivi per una sua pericolosità sociale… ”.
Toh quì la soluzione. Silvio non è più perseguibile.
Quindi niente più processi.
Doc. pdf.: “Perizia_Psichiatrica_Silvio_Berlusconi”
http://piemonte.indymedia.org/attachments/apr2011/perizia_psichiatrica_silvio_berlusconi.pdf