A un passeggero australiano, la Qantas, compagnia aerea australiana ha vietato l’ingresso a bordo di un volo interno perché indossava un t-shirt sulla quale c’era un’immagine del presidente degli Usa George W. Bush con sotto la scritta: ‘Terrorista numero uno’.
Il passeggero australiano ha dichiarato che intende fare causa alla compagnia aerea. “A dire il vero- ha dichiarato l’uomo- la Qantas mi ha proposto di prendere un altro volo a patto che mi togliessi quella maglietta. Ma non ho voluto farlo”.
La compagnia si è giustificata dicendo che quella scritta offendeva i passeggeri. Siamo al parossismo delle misure antiterrorismo: non basta più dover mostrare i documenti al check in e poi anche prima dell’imbarco, dover passare sotto il metal-detector, essere perquisiti, doversi spogliare, togliere le scarpe, non basta neanche mostrare in un sacchetto trasparente il dentifricio, la crema e l’acqua di colonia.
Ora arriviamo a dover essere selezionati per le opinioni: se la pensi come la compagnia, sali, se no ciccia. L’opinione scritta sulla t-shirt è opinabile, come lo sono le opinioni. Chi decide che una opinione sia offensiva? La Qantas conosceva preventivamente le opinioni degli altri passeggeri?
In un paese libero e democratico, come abbiamo sempre reputato essere l’Australia, che sia un’azienda commerciale, cioè un vettore, a decidere quale opinioni siano lecite a un suo cliente, cioè un passeggero, appare surreale, riconducibile a un episodio degno di un libro di fantascienza, tipo 1984 di Orwell.
Per cui, uno fa una prenotazione per un volo e la signorina del call center chiede: a che ora? Paga con la carta? Finestrino o corridoio? Favorevole o contrario alla guerra in Iraq?
E’ proprio vero che la realtà supera la fantasia: la politica commerciale della Qantas sembrerebbe di gran lunga più demenziale del mitico “Aereo più pazzo del mondo”. Beh, buona giornata.
Una risposta su “Il boomerang della Qantas.”
Come ho scritto sul mio blog, siamo tornati al Medioevo!!