Non c’è bisogno di arzigogolare troppo sull’ultima uscita del premier in materia di edilizia, come fanno dall’opposizione. Non è una misura anticrisi. Non è una proposta politica. Non è una visione del futuro. Non è neppure una legge contro l’ambiente.
E’ semplicemente il comizio di apertura della campagna elettorale per le prossime amministrative, che si svolgeranno insieme alle europee. Come tutti sanno le norme in materia di edilizia privata sono di appannaggio dei regolamenti comunali, provinciali e regionali. Permettere agli enti locali l’aumento del 20% delle cubature delle abitazioni private significa mettere gli interessi privati contro le esigenze pubbliche di tutela ambientale.
Che è un altro modo per dire: la tua regione, la tua provincia, il tuo comune non ti permette di violare le norme vigenti? Io cambio la legge, tu voti per me, così puoi fare quello che ti serve, compreso sanare l’abuso edilizio già in essere. E’ un colpo basso, in pieno stile berlusconista. La prova generale è andata in scena in Sardegna. Ha funzionato. Perché allora non sperimentarla su scala nazionale?
Il premier vuole stravincere la prossima scandenza elettorale: si candiderà capolista alle europee e lo farà fare ai ministri del suo governo (nessuno di loro è elegibile, ma che importa, il trucco funzionerà lo stesso). Poi ha trovato il modo di destabilizzare le amministrazioni locali governate dal centrosinistra: il ballo del mattone.
Quello che si sta preparando per il 6 e 7 Giugno, quando si voterà per le europee e insieme per le amministrative non è una elezione normale, ma la ricerca spasmodica del premier di un plebiscito a suo favore. Potrebbe essere l’unico governante europeo che non paga pegno per la crisi economica, ma che anzi aumenta a tal punto i consensi, tanto da non avere davanti nessun ostacolo politico, costituzionale, amministrativo per portare a compimento la completa presa del potere. Così stanno le cose. Beh, buona giornata.