di Paolo Berlizzi da milano.repubblica.it
E il prete benedì i camerati con il saluto romano. Lui è don Giulio Tam, padre lefebvriano che si definisce “gesuita itinerante”. Sabato scorso il sacerdote ha sfilato, accanto a Roberto Fiore, in testa al corteo di Forza Nuova a Bergamo: più che altro una parata militare, con i militanti forzanovisti che hanno marciato per le vie del centro muniti di caschi e bastoni. Tra saluti romani, “boia chi molla” e qualche “Sieg Heil”, la manifestazione ha accompagnato l’inaugurazione della nuova sede del movimento di estrema destra.
Nel pomeriggio si sono registrati duri scontri tra polizia e antagonisti dei centri sociali riuniti in un presidio di protesta: il video del giovane preso a manganellate dai poliziotti ha fatto il giro del web. Oltre ai provvedimenti per gli autori degli incidenti, anche la marcia neofascista avrà uno strascico giudiziario: è pronta un’altra pioggia di denunce per chi ha sfilato con caschi e bastoni. E a far discutere, ora, è anche la presenza di don Giulio Tam.
In una delle foto pubblicate dal quotidiano online www.bergamonews.it si vede il prete “in camicia nera” che si esibisce nel saluto romano davanti a un centinaio di camerati che marciano in fila, molti a volto coperto. Al suo fianco, il segretario nazionale di Forza Nuova, Roberto Fiore, il coordinatore nazionale Paolo Caratossidis, e il responsabile provinciale Dario Macconi, quest’ultimo figlio del consigliere regionale lombardo, e presidente provinciale bergamasco di An, Pietro Macconi.
Originario della Valtellina, Giulio Tam è nipote di Angela Maria Tam, fucilata dai partigiani nel 1945. Cappellano dei gruppi di destra, già candidato con Alternativa sociale alle ultime elezioni europee, non ha mai fatto mistero del suo tradizionalismo e si è battuto contro le posizioni di “riconciliazione storica” espresse da Gianfranco Fini. (Beh, buona giornata).