da repubblica.it
Dopo l’avvio positivo dei saldi nelle prime due settimane dell’anno, a partire dalla seconda metà di gennaio si avverte “una marcata recessione su tutto il fronte dei consumi”: lo segnala la Confesercenti secondo la quale i settori più colpiti sono quelli di auto, alimentari, tessile, tabacchi. Stando alle stime, sono i consumatori ad aver cambiato comportamento di spesa con risparmi anche del 20%. Ad esempio, le schede telefoniche da 5-10 euro vengono privilegiate rispetto a quelle di maggiore entità. E si acquistano più pacchetti di sigarette da 10 a discapito di quelli da 20.
Secondo l’associazione, “la spesa delle famiglie nel 2009 si ridurrà di un ulteriore 0,5%, dopo il calo dello 0,6-0,7 punti percentuali stimato nel 2008”. Per la Confesercenti, la crisi dei consumi impatta “immediatamente” sulle vendite del commercio: la spesa delle famiglie è influenzata cioè dalla “diffusa incertezza sulla durata della fase recessiva”, dalle “crescenti preoccupazioni sull’evoluzione del mercato del lavoro”, dal “forte aumento dell’inflazione al consumo”, dalle “conseguenze sulla ricchezza delle famiglie condizionata dalle vicende finanziarie e di borsa”.
La riduzione dei consumi ha già avuto conseguenze molto negative per il commercio, ricorda Confesercenti: il 2008 si è chiuso con un saldo negativo di poco meno di 40.000 imprese nell’intero comparto del commercio (dettaglio e ingrosso). In termini occupazionali, “ciò sta a significare circa 120-130.000 posti di lavoro in meno, tra titolari, collaboratori e dipendenti. E’ facile ipotizzare che anche nel 2009 dovremo registrare un volume di chiusure almeno pari a quello del 2008, se non leggermente superiore, intorno alle 50.000 imprese”.
Quanto agli interventi messi in campo per fronteggiare la recessione, per Confesercenti “l’ammontare delle risorse previste è assolutamente insufficiente per sostenere la ripresa dei consumi e dell’attività produttiva”. Anche perché la pressione fiscale rimarrà ancorata, per i prossimi 5 anni, ad un livello “anche superiore al 43%”.
“Come Confesercenti – si legge nella nota diffusa dall’associazione – chiediamo che per i ricavi del 2008 e del 2009 sia ridotta la soglia almeno del 5%, per tener conto degli effetti della crisi, percentuale che richiama il calo medio delle vendite delle piccole superfici commerciali nel 2008 al netto dell’inflazione”. (Beh, buona giornata).