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L’Italia può dare l’addio a Capitan Findus.

Unilever prepara vendita Findus Italia. In pericolo 600 posti di lavoro a Cisterna
Il 26 incontro con i sindicati. Tra le società interessate la Permira. Operazione tra i 600 e 700 milioni di euro-il messaggero.it

Il gruppo anglo-olandese Unilever sarebbe sul punto di cedere la Findus Italia. Ad affermarlo diverse agenzie straniere citando fra i principali interessati all’acquisizione i gruppi di private equity Permira e Lion Capital, e la BC Partners. L’operazione viene valutata dagli analisti tra i 600 e i 700 milioni di euro.

Trattative dalla prossima settimana. Goldman Sachs è la società incaricata di curare l’operazione e, stando ad alcune indiscrezioni, già la prossima settimana Unilever potrebbe avviare la trattativa.

L’allarme dei sindacati a Cisterna. Le voci su una possibile cessione dello stabilimento Findus di Cisterna di Latina, dove sono occupati circa 600 lavoratori e dove si producono surgelati e i famosi Quattro salti in padella da tempo allarmavano i sindacati. Il prossimo 26 aprile è previsto un incontro fra sindacati e Unilever sul futuro delle attività italiane del gruppo.

Fra i possibili pretendenti alla Findus Italia ci sarebbero, sempre secondo quanto riferisce Reuters, anche la BC Partners già proprietaria della francese Picard, distributore di cibi surgelati e la Pai Partners che ha nel suo portafoglio United Biscuits e Yoplait. La società europea di privare equity Permira, data fra le favorite, ha nel suo portafoglio il gruppo di surgelati Birds Eye Iglo, mentre Lion Capital è titolare di Findus Group quest’ultimo però non ha legami con Findus Italia. Findus Group prima di passare a Lion Capital era infatti di proprietà della Nestlè. Unilever, che fra l’altro produce il tè Lipton e lo shampoo Sunsilk, del suo business europeo dei cibi surgelati ha finora mantenuto solo Findus Italy, dopo aver ceduto nel 2006 Birds Eye e Iglo a Permira per 1,7 miliardi di euro.
(Beh, buona giornata).

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Media e tecnologia Nessuna categoria Pubblicità e mass media

La pubblicità italiana a -13,4%. I Ceo della pubblicità in Italia raccontano balle.

Tra la chiusura del 2009 e l’inizio del 2010 i manager italiani delle agenzie di pubblicità hanno rilasciato dichiarazioni incoraggianti. Chi ha vantato incrementi a due cifre (uno ha avuto la sfacciataggine di affermare che la sua filiale di Roma ha fatto più 11%), chi ha avuto addirittura il coraggio di dichiarare +50%. Qui si è letto che un’agenzia ha fatto 40 milioni di fatturato, lì che ha un “billing” di 6o milioni. Balle, balle, solo balle. La verità è che è andato in fumo un modello di business: si è distrutto valore, professionalità, autorevolezza. E si sono distrutti centinaia di posti di lavoro.

Infatti, Nielsen Media Research comunica che gli investimenti pubblicitari nel totale anno 2009 ammontano a 8.515 milioni con una flessione del -13,4% sull’anno precedente. La variazione dicembre 2009 su dicembre 2008 è del -1,6%. Nel confronto mensile, infatti, si registrano valori in crescita per la Televisione, la Radio, il Cinema, Internet, le Cards e l’Out of Home Tv. Rallenta il trend negativo dei Quotidiani.

Ferrero, Wind, Unilever, Vodafone, Tim, Procter&Gamble, Barilla, Volkswagen, L’Oreal e Telecom guidano la classifica dei Top Spender del 2009 con investimenti pari a 1.212 milioni di euro, in calo del -6,6% sul 2008.

Nel 2009 la Televisione, considerando i canali generalisti e quelli satellitari (marchi Sky e Fox), mostra una flessione del -10,2%, ma a dicembre si registra una crescita del +2,5%. Hanno andamenti positivi sul mese: Alimentari, Automobili, Toiletries, Gestione Casa e Farmaceutici.

La Stampa nel 2009 ha un calo del -21,6%. I Quotidiani a pagamento mostrano una flessione del -16,0% con l’Automobile a -26,0%, l’Abbigliamento a -19,7%, la Distribuzione a -19,7% e la Finanza/Assicurazioni a -23,7%. Per quanto riguarda le tipologie pubblicitarie, la Commerciale segna il -17,8%, la Locale il -13,6% e la Rubricata/Di Servizio il -14,8%. In contrazione del -26,6% la raccolta dei Quotidiani Free/Pay Press. I Periodici nel 2009 diminuiscono del -28,7% con l’Abbigliamento a -29,2%, la Cura Persona a -23,0% e l’Abitazione a -32,5%.

La Radio chiude il 2009 a -7,7%, con un exploit del +24,6% sul mese di dicembre grazie alle performances di Auto, Alimentari e Finanza/Assicurazioni. Per quanto riguarda gli altri mezzi gli andamenti sull’anno sono: Affissioni -25,4%, Cinema -4,4%, Cards +0,9%, Out of Home Tv +0,2% e Direct Mail -15,8%. Internet cresce del +5,1% grazie al decisivo apporto della tipologia Search.

Si aggiungono al mercato fin qui analizzato gli investimenti pubblicitari sul Transit, la pubblicità dinamica gestita da IGPDecaux su metropolitane, aeroporti, autobus e tram. Nel 2009 l’advertising su questo mezzo è pari a 99 milioni di euro.

I Ceo delle agenzie di pubblicità italiane dovrebbero rispondere a una sola domanda: mentre raccontavate stronzate ai giornali di categoria, quanta gente avete licenziato? Beh, buona giornata.

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