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3DNews/SE IL MAGGIORITARIO VA IN EDICOLA

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di Riccardo Palmieri

Ma la democrazia è uno spreco ? Può essere tagliata per mancanza di fondi ? O è un privilegio che si può esercitare solo con certi numeri ? Sì, forse si. E’ questo quello che sembra dire il governo Monti alle oltre 100 testate e ai 4000 lavoratori che perderanno il posto se saranno confermate le misure previste per azzerare i contributi diretti all’ editoria. La ragione di questa legge, che ricalca un principio vigente in tutta Europa, è semplice : si deve permettere anche a chi ha pochi mezzi di poter esprimere il proprio punto di vista. Nessun privilegio, questo si chiama pluralismo, è uno dei pilastri della democrazia. E siccome la Costituzione dice che la Repubblica deve rimuovere gli ostacoli morali e materiali che impediscono tale esercizio di libertà collettive, ecco che il principio diventa una legge. E poi di questa legge si è fatto un abuso tale, da Lavitola a Ciarrapico, da disgustare molti. Ma ciò non toglie che il principio e la sua applicazione materiale ( finanziare le idee OGGI minoritarie, per consentire di diffondersi ) siano sacrosanti. Che i controlli e le selezioni per gli aventi diritto debbano essere tali da non potersi aggirare più, è ugualmente sacrosanto.

Ma che punti di vista come quello del Manifesto o dei Verdi, o dei giornali cattolici, ma anche dei leghisti o di Storace, debbano essere tagliati finanziariamente per ragioni di bilancio non solo è ingiusto, ma è anche controproducente per il bilancio stesso. Solo per gli ammortizzatori sociali ( cassa integrazione in testa ) che entrerebbero in vigore automaticamente per i prossimi 2 anni, lo Stato spenderebbe più delle poche decine di milioni con cui si può integrare il fondo tagliato e ridare un minimo di prospettiva a tutto il settore.

Perciò, non è un problema di soldi ma di volontà politica. Malinconico , nuovo responsabile del dipartimento, ha questo compito: farci capire se il nuovo governo vuole applicare la ricetta Berlusconi, o invece dare un segnale di cambiamento. Qui non c’entrano i conti, questa è una scelta politica.

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Il CEO di Palazzo Chigi.

Secondo quanto riporta l’agenzia Ansa, Angela Merkel e Nikolas Sarkozy vorrebbero mettere sotto pressione Silvio Berlusconi al prossimo vertice europeo anticrisi.

Contemporaneamente, il quotidiano tedesco Handelsblatt riferisce quanto affermato dal commissario economico dell’Ue Olly Rehn, secondo cui: ”L’Italia deve sgombrare il campo da ogni dubbio sulla sua politica fiscale”. Non solo.

Si apprende anche che la Commissione Ue “prende nota dello slittamento del decreto sviluppo in Italia e chiede al governo di finalizzare con la massima urgenza forti misure per la crescita”: lo avrebbe detto proprio il portavoce del Commissario Ue agli Affari Economici Olli Rehn.

In epoca di presentazione dei risultati del terzo trimestre, possiamo immaginare che questa scena stia succedendo, più o meno con le stesse parole, in tutte agenzie di pubblicità che fanno parte di network globali.

Non c’è network, infatti, in cui non si mettano sotto pressione i CEO nostrani perché taglino più costi e spingano con più energia verso una sostanziale crescita dei fatturati. E la minaccia, sempre meno velata di essere rimossi per venire sostituiti da manager più giovani e dinamici incombe, come la famigerata spada di Damocle, a ogni meeting internazionale.

Che, mutatis mutandis, è esattamente quello che sta succedendo al CEO di Palazzo Chigi. Beh, buona giornata.

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La quarta crisi: il Sole 24 Ore, giornale di Confindustria piomba a- 8% e minaccia sfracelli.

Il Sole 24 Ore ha diffuso alle agenzie stampa una nota dove comunica che il CdA del gruppo editoriale, preso atto delle proiezioni riguardanti l’esercizio in corso, si aspetta una flessione dei ricavi di circa l’8%, tenuto conto della variazione di perimetro rispetto al passato esercizio, derivante prevalentemente dalla minor raccolta pubblicitaria.

Per far fronte a questa dimunizione dei ricavi, il Consiglio di Amministrazione ha dato mandato al Presidente e all’Amministratore Delegato di predisporre ulteriori incisive iniziative, anche strutturali, di contenimento dei costi. Beh, buona giornata.

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Lavoro Media e tecnologia Pubblicità e mass media

La quarta crisi: Rcs manda a casa 175 giornalisti?

Media/ Rcs taglia tutti i periodici e paga 25 milioni di Tfr-blitzquotidiano.it
Cura da cavallo per sanare i bilanci del gruppo Rcs? Dalle indiscrezioni giunte e raccolta da Affari Italiani il piano dell’ ad Angelo Perricone sarebbe drastico: tagliare tutti i periodici e mandare a casa 175 giornalisti in un colpo solo. Per farlo il gruppo sarebbe disposto a pagare 25 miloni di tfr: sarebbe questa indiscrezione ad avere fatto schizzare in alto il titolo in Borsa, alla fine della settimana scorsa. (Beh, buona giornata).

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Finanza - Economia - Lavoro Lavoro

Chrysler sbaglia, i lavoratori pagano. Ecco un altro bell’esempio di come si vuole uscire dalla crisi globale.

Accordo nella notte tra Chrysler e i sindacati canadesi, nuovo passo verso il via libera all’accordo con Fiat. I lavoratori degli stabilimenti del Canada rinunciano a benefit per un risparmio totale di 240 milioni di dollari all’anno. Ora rimane da sciogliere il nodo delle banche. Gli istituti vantano crediti per 7 miliardi di dollari e si sono visti proporre il pagamento di un solo miliardo. Il termine ultimo per raggiungere l’accordo con Fiat è fissato al 30 aprile. Ma già il 29 in un discorso alla nazione, Barak Obama farà capire se ci sono le condizioni per l’alleanza. Beh, buona giornata.

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Media e tecnologia Pubblicità e mass media

Il gruppo editoriale Espresso nell’occhio del ciclone della “quarta crisi”.

A Roma il CdA di Gruppo Editoriale L’Espresso ha approvato i risultati consolidati del primo trimestre 2009

Nei primi mesi del 2009 l’ulteriore peggioramento del quadro macro-economico ha determinato una contrazione degli investimenti pubblicitari ancora più accentuata di quella manifestatasi nell’ultima parte del 2008. Secondo i dati pubblicati da Nielsen Media Research, il mercato pubblicitario nel suo complesso ha registrato nel primo bimestre del 2009 una flessione del 19,5% rispetto al 2008.

La contrazione, seppur con diversa intensità, ha riguardato tutti i mezzi ad eccezione di internet, la cui crescita tuttavia ha subito un forte rallentamento. I ricavi netti consolidati del Gruppo nel primo trimestre 2009 ammontano a 215 milioni, registrando una flessione del 18% rispetto al corrispondente periodo dell’esercizio precedente (262,3 milioni ).

I ricavi pubblicitari, pari a 109,3 milioni, mostrano una riduzione complessiva del 26,8%; la stampa quotidiana, in flessione del 22,4%, registra un calo più contenuto rispetto al mercato, grazie alla migliore tenuta dei quotidiani locali. I restanti mezzi mostrano andamenti sostanzialmente in linea con le evoluzioni dei mercati di riferimento. I ricavi diffusionali, esclusi i prodotti opzionali, sono pari a 65,8 milioni (-1,6% rispetto al corrispondente periodo dell’anno precedente).

I ricavi dei quotidiani sono in linea con i valori del 2008, mentre i periodici mostrano una leggera flessione. In termini di diffusioni, la Repubblica e L’Espresso hanno registrato flessioni più significative (rispettivamente -21,4% e -24,6%) imputabili, sostanzialmente, alla decisione di sospendere o ridurre alcune formule distributive ad alto contenuto promozionale, scarsamente remunerative. I quotidiani locali, infine, registrano diffusioni in linea con quelle dei primi tre mesi del 2008, confermando la maggior tenuta di questo settore rispetto alla crisi del mercato.

I ricavi dei prodotti opzionali ammontano a 35,8 milioni con un calo di appena il 7,9% in un contesto di mercato in forte contrazione, grazie al buon riscontro di pubblico ottenuto anche dalle nuove iniziative del periodo. Il margine operativo lordo consolidato è pari a 16,7 milioni con una flessione del 53,2% rispetto ai 35,6 milioni del primo trimestre 2008.

Va segnalato che l’impatto sul conto economico della drastica riduzione della raccolta pubblicitaria è stato attenuato dalla riduzione del 12% dei costi operativi, derivante essenzialmente dai piani di azione già messi in atto. Il risultato operativo consolidato è pari a 6 milioni (25,4 milioni nel primo trimestre del 2008) e il risultato netto consolidato registra una perdita di 2,5 milioni (utile di 10,5 milioni nel corrispondente periodo dell’esercizio precedente).

La posizione finanziaria netta consolidata è passata da -278,9 milioni di fine 2008 a -248,8 milioni al 31 marzo 2009 con un avanzo finanziario di 30,1 milioni equivalente a quello generato nel primo trimestre del 2008.

Prevedibile andamento della gestione
L’andamento del trimestre nonché le evidenze a disposizione sul mese di aprile confermano la drastica riduzione degli investimenti pubblicitari e non lasciano intravedere, allo stato attuale, alcun segnale di ripresa in un contesto generale che resta di forte incertezza, favorendo la riduzione degli investimenti o il loro rinvio.

Per far fronte all’evoluzione critica del mercato, e nello specifico del settore editoriale, il Gruppo ha già messo in atto una serie di misure di contenimento dei costi che hanno permesso, sin dal primo trimestre, di compensare in parte gli effetti del crollo della pubblicità. È tuttavia evidente, sulla base dei risultati del primo trimestre, la necessità di realizzare ulteriori azioni di contenimento dei costi, a partire da una semplificazione societaria e organizzativa e da una significativa reingegnerizzazione dei processi.

Parallelamente, il Gruppo mantiene l’impegno nella valorizzazione delle proprie testate e dei brand attraverso lo sviluppo dei propri contenuti sulle nuove piattaforme, con particolare riguardo ai siti web delle testate locali, e all’adozione, senza significativi investimenti, di nuovi miglioramenti qualitativi nella stampa e nella grafica dei propri giornali, tra i quali l’estensione nel corso dell’esercizio del full color alla quasi totalità dei quotidiani locali. Inoltre, il management intende continuare a rafforzare le competenze manageriali del Gruppo, presidiando le aree di maggiore criticità ai fini dello sviluppo. (Beh, buona giornata).

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