I silenzi di Papa Wojtyla – Diamo voce alle vittime, stop all’8 per mille- di GIULIO GARGIA, 3Dnews, settimanale di Cultura, Comunicazione e Spettacolo, inserto del Sabato di Terra, quotidiano ecologista (www.3Dnews.it)
Sorpresa: è stato il quasi santo Woytyla, durante il suo papato, a dare l’imprinting all’atteggiamento di copertura sul problema dei preti pedofili. Ricordiamo almeno 4 casi tornati alla ribalta delle cronache: Groer, in Austria, Paetz e Novak, in Polonia, e Degollado. In almeno 2 casi ( Groer e Degollado ), Ratzinger, all’epoca, provò ad andare fino in fondo, ma fu variamente ostacolato. E in una monarchia assoluta come il papato, alla fine, quella che conta è la volontà del re.
Perchè un papa in procinto di diventare santo e più che venerato, idolatrato dai fedeli, ha fatto questo ? Per avere una risposta plausibile, bisogna tornare a Woytyla vescovo di Cracovia, ai tempi di Solidarnosc. La polizia polacca e il PC erano abituati a costruire dossier sui preti cattolici, impegnati nelle lotte sociale e religiose, amplificando e/o inventando le più diverse accuse per avere un pretesto per processarli.
Un comportamento che creava un riflesso condizionato: rendere impermeabili a ogni accusa, anche la più bruciante, verso chi ti circonda. Questo background Woytyla lo ha portato anche a Roma. E per questo che nel suo papato la questione non è stata mai affrontata, e oggi esplode nelle mani di chi aveva dato segnali, per quanto deboli e insufficienti, di voler almeno “internamente”, nel chiuso delle canoniche, affrontare il problema.
C’è da ricordare anche che spesso mafia e camorra usano questa accusa, la pedofilia, verso i parroci che danno segnali forti contro il loro dominio sul territorio. Ma anche in questo caso, il silenzio non è mai una risposta.
Al contrario, proprio coinvolgere la comunità dei fedeli e l’opinione pubblica è l’unico modo di fare chiarezza anche di fronte alle accuse peggiori. Ma la Chiesa, questo, imparerà mai a farlo ? Si può aiutarla con un segnale forte: sospendiamogli l’8 per mille.
Che i cattolici, dalle dichiarazioni dei redditi, non segnino più la casella che dà i soldi al Vaticano, che poi in parte li distribuisce ai sacerdoti. Dateli, se proprio volete, direttamente al vostro parroco o sacerdote di fiducia.
Sarebbe un segnale esattamente opposto a quanti vogliono invece organizzare una manifestazione di solidarietà al Papa che, al di là delle intenzioni, sventolerà la bandiera dell’impunità. In un abbraccio mortale con chi, fino a ieri – come la Santachè e Borghezio – chiedeva la castrazione chimica per i pedofili.(Beh, buona giornata).