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Sono dolori per la pubblicità italiana: -4,2%.

Secondo le rilevazioni Nielsen, nel primo semestre dell’anno si registra un calo degli investimenti pubblicitari. Particolarmente negativo il dato di giugno. Infatti, da una parte il confronto con il giugno 2010, mese nel quale si disputavano i mondiali di calcio, dall’altra i primi sentori delle difficoltà finanziarie che hanno investito l’Italia nel corso dell’estate, hanno prodotto una contrazione dell’advertising che, nel singolo mese, ha coinvolto tutti i settori trainanti del mercato pubblicitario con l’eccezione di cura persona (+5,1%) e farmaceutici/sanitari (+10,8%).

Considerando il semestre la variazione rispetto al 2010 è stata del -4,2% considerando anche le tipologie commerciale locale, rubricata e di servizio. Il valore complessivo dell’advertising nei primi sei mesi del 2011 è stato di poco superiore ai 4,5 miliardi di euro. Gli eventi di questa estate che hanno portato Ocse e Fondo Monetario a rivedere al ribasso le precedenti stime di crescita del Pil freneranno molto probabilmente anche la ripresa del mercato pubblicitario auspicata per la seconda parte dell’anno.

I mezzi

La televisione, considerando anche i marchi Sky e Fox e le tv digitali rilevate da Nielsen, chiude i primi sei mesi in calo (-4,7%), con una raccolta superiore a 2,5 miliardi di euro. Le emittenti televisive hanno pagato, in particolare a giugno, il confronto con l’anno precedente, ma trova conferma la crescita in termini di audience e raccolta pubblicitaria delle emittenti trasmesse in digitale terrestre.

Gli investimenti su internet, superando i 300 milioni di euro senza considerare il search, continuano a crescere a doppia cifra (+14,1%) rispetto al 2010, ma anche il web a giugno ha subito un rallentamento. Il +4,7% rispetto al giugno 2010 è una delle crescite più basse degli ultimi anni a livello mensile.

L’out of home tv è l’unico altro mezzo che vede crescere la raccolta pubblicitaria nel semestre (+6,2%) mentre si registrano variazioni negative per tutti gli altri. La radio in particolare, oltre alla congiuntura del mercato, paga l’assenza di dati condivisi e realistici dovuta alla liquidazione di Audiradio.

Per quanto riguarda la stampa, ancora in forte calo la free press (-49,9%), i quotidiani a pagamento seguono sostanzialmente il trend del mercato (-5,1%), mentre i periodici limitano i danni (-1,5%). Variazione leggermente negativa per il direct mail (-0,9%). Esterna e cinema chiudono la prima parte dell’anno con cali più consistenti.

I settori

I primi quattro settori del mercato pubblicitario, ovvero alimentari, automobili, telecomunicazioni e abbigliamento hanno registrato nel mese di giugno una contrazione dell’advertising compresa tra il -9% e il -20%. Considerando il primo semestre, tra i primi dieci settori in termini di spesa hanno investito più del 2010 solo le aziende dei comparti automobilistico (+2,8%) media/editoria ( +2,2%), cura persona (+10,1%), farmaceutici/sanitari (11,7%). (Beh, buona giornata).

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Media e tecnologia Pubblicità e mass media

La quarta crisi: negli Usa crescono i lettori on line.

Huffington Post supera Washington Post come numero di visitatori on line-blitzquotidiano.it

L’Huffington Post ha superato il Washington Post come numero di visitatori. Lo confermano i dati di settembre di Nielsen Online relativi ai siti di informazione americani.

Nell’ultimo anno l’aggregatore di notizie creato da Arianna Huffington è cresciuto del 26%, raggiungendo in settembre 9,4 milioni di utenti unici, mentre il Washington Post è sceso del 29%, a 9,2 milioni.

Nello stesso periodo il sito del New York Times è cresciuto del 7%, arrivando a 21,5 milioni di utenti unici. Meglio ancora hanno fatto il Daily News (+54%) e il Guardian (+51). Ma il record di crescita spetta ad Examiner.com: +373%.

I dati sono però da prendere con cautela, perché – come avverte la stessa Nielsen Online – in giugno la società di ricerca ha ampliato di otto volte il suo panel, il che per certi siti può aver influenzato il confronto anno su anno.

Ecco la classifica completa:

Yahoo! News: 42.649.000 utenti unici in settembre (+12% rispetto a settembre 2008)

Cnn Digital Network: 38.266.000 (+3%)

Msnbc Digital Network: 36.511.000 (-16%)

Aol News: 25.733.000 (+20%)

NyTimes.com: 21.530.000 (+7%)

Fox News Digital Network: 17.909.000 (+20%)

Tribune Newspapers: 16.453.000 (-9%)

AbcNews Digital Network: 14.631.000 (-15%)

Google News: 14.555.000 (+8%)

Gannett Newspapers and Newspaper Division: 12.272.000 (-10%)

Cbs News Digital Network: 10.575.000 (-5%)

McClatchy Newspaper Network: 10.543.000 (-1%)

UsaToday.com: 9.908.000 (-13%)

Advance Internet: 9.530.000 (+21%)

TheHuffingtonPost.com: 9.474.000 (+26%)

Washingtonpost.com: 9.239.000 (-29%)

MediaNews Group Newspapers: 8.739.000 (+30%)

Hearst Newspapers Digital: 7.905.000 (-19%)

WorldNow: 7.828.000 (-1%)

Bbc: 7.178.000 (-23%)

Daily News Online Edition: 6.824.000 (+54%)

Examiner.com: 6.474.000 (+373%)

Guardian.co.uk: 6.043.000 (+51%)

Telegraph: 5.649.000 (+38%)

Cox Newspapers: 5.443.000 (+14%)

Boston.com: 5.231.000 (-39%)

MailOnline: 5.046.000 (+26%)

Topix: 4.860.000 (-25%)

NBC Local Media: 4.835.000 (+N/A)

The Slate Group Websites: 4.798.000 (-12%)

(Beh, buona giornata).

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Finanza - Economia - Lavoro Lavoro Media e tecnologia Pubblicità e mass media

Per fermare la recessione basta la televisione?

L’indice di fiducia dei consumatori mondiali è salito da 77 a 82 punti secondo i risultati della “Consumer confidence survey”, la ricerca trimestrale condotta da Nielsen a fine giugno. La ricerca dice anche che è calata la percentuale dei consumatori che pensano che il proprio Paese sia in recessione: dal 77% di aprile all’attuale 71%.

In Europa è l’Italia insieme alla Gran Bretagna a segnare il maggior incremento nell’indice di fiducia che passa dai 70 punti di aprile ai 77 di giugno.

“Per quanto riguarda il nostro Paese – ha dichiarato Stefano Galli, Amministratore delegato di Nielsen Italia – il dato di giugno segna una inversione di tendenza del clima di fiducia che torna a posizionarsi sui livelli della fine del 2007”. L’incremento di 7 punti nell’indice di fiducia sarebbe anche legato ai messaggi più rassicuranti e alle decisioni prese a supporto delle famiglie e delle imprese da parte del governo nell’ultimo periodo e alla forte caduta della pressione mediatica sul tema della crisi.

“A questo riguardo i buzz online- ha detto Galli- le discussioni in rete contenti la parola ‘recessione’ sono infatti diminuiti del 35% , come dimostrano i dati Nielsen”.

Insomma, per far risalire gli indici della fiducia dei consumatori italiani bisogna prendere due piccioni con una fava. Vale a dire: la tv deve sempre parlar bene del governo, i giornali non devono mai parlar male della crisi.

Le cose vanno male lo stesso, visto che il 20% degli intervistati si dice molto preoccupato per la possibile perdita del posto di lavoro, come rilevato da Nielsen. Però almeno l’indice della fiducia risale.

Ci sarebbe da chiedersi: a che serve l’indice della fiducia, se è basata sulle mezze verità di giornali e televisioni? Oh, bella: serve proprio ai giornali e alle televisioni, che potrebbero riprendere ad accogliere la pubblicità delle aziende, convinte che se uno ha fiducia nella ripresa, riprende a spendere.

Uno potrebbe dire: ma se la tv parla bene del governo e i giornali non parlano male della crisi, non è che questo è un bel modo per manipolare la realtà? Sì certo: ma secondo una certa “scuola di pensiero” molto in voga da noi in questi mesi, è proprio questa la fava di cui ai due piccioni, cioè giornali e televisioni. O no? Beh, buona giornata.

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La quarta crisi: la pubblicità governativa italiana tutta su Mediaset. Alla faccia del conflitto di interessi, con buona pace di Upa e Assocomunicazione.

Gli spot sulle tv Mediaset crescono, a scapito di Rai e giornali-fonte advexpress.it

Dai dati Nielsen emerge che buona parte dei fondi di cui la Presidenza del Consiglio dei Ministri dispone per la pubblicità istituzionale è stata destinata alle tv private, preferite ai canali pubblici e alla carta stampata. Non solo. Anche i big spender, si legge su ‘la Repubblica’ , stanno dirottando i loro investimenti verso le reti del Biscione, con grande soddisfazione del premier e di Publitalia .

Nemmeno la pubblicità è esclusa dal ciclone che ha investito il premier Silvio Berlusconi negli ultimi tempi. Come si apprende oggi, 17 giugno, da ‘la Repubblica’, è nata infatti una nuova polemica che riguarda proprio gli spot televisivi.

Nonostante il momento difficile per gli investimenti pubblicitari, infatti, i commercial sulle reti Mediaset continuano ad aumentare. La crescita, confermata dai dati Nielsen, è dovuta in particolare a due motivi: al fatto che i fondi per la pubblicità istituzionale di cui dispone la Presidenza del Consiglio dei Ministri vengano destinati in larga parte alle tv private e alla tendenza manifestata da molti big spender di affidare i propri budget alle reti del Biscione.

Sul fronte della pubblicità istituzionale, basta operare un confronto tra il primo trimestre del 2009 (presidenza di centrodestra) e il primo trimestre del 2008 (presidenza di centrosinistra) per rendersi conto di come gli investimenti si siano massicciamente spostati verso i canali Mediaset.

Come si legge su ‘la Repubblica’, il budget destinato alle tv private è salito nel confronto del 237%, passando da 932.000 a 3.137.000 euro, vale a dire quasi l’intera somma a disposizione, che ammonta a 3.288.000 euro. Nel dettaglio, gli investimenti su Canale 5 sono passati da 440.000 a oltre 2 milioni di euro, Italia 1 ha catalizzato una somma pari a 536.000 euro, contro i 230.000 del primo trimestre 2008, e su Rete 4 sono stati investiti nei primi tre mesi 2009 253.000 euro, ovvero molti più dei 163.000 dello scorso anno.

Questo ha comportato di conseguenza la quasi completa latitanza della pubblicità istituzionale dalla carta stampata, dove gli investimenti sono diminuiti del 98%. Beh, buona giornata.

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Media e tecnologia Pubblicità e mass media

La quarta crisi: la pubblicità italiana crolla a -18%.

Gli investimenti pubblicitari, nei primi tre mesi dell’anno ammontano a 2.095 mln con una diminuzione del -18,2% rispetto al corrispondente periodo del 2008. L’analisi dei mezzi mostra una flessione del -15,4% per la Tv, del -25,8% per la Stampa, del -20,1% per la Radio. Variazioni negative anche per Outdoor (- 37,1%), Cinema (-26,7%), Cards (-39,0%) e Direct mail (-16,0%). Performance positive per Internet e per l’Out of home tv, entrambi a +3,5%.

Nei primi tre mesi di quest’anno gli investimenti pubblicitari ammontano a 2.095 mln con una diminuzione del -18,2% rispetto al corrispondente periodo del 2008. Il confronto mensile marzo 2009 verso marzo 2008 fa registrare il -16,3%. Tutti i settori merceologici hanno ridotto la spesa rispetto all’anno scorso ad eccezione di Enti/Istituzioni e Turismo/Viaggi che crescono rispettivamente del +1,5% e del +3,2%. Wind, Vodafone, Ferrero, Volkswagen, Barilla, Unilever, Procter&Gamble, Danone, Fiat Div. Fiat Auto e Telecom Italia Mobile sono i dieci Top Spender del trimestre con circa 303 mln euro, il 12% in meno del corrispondente periodo del 2008.

L’analisi dei mezzi mostra per la Televisione, considerando sia i canali generalisti che quelli satellitari (marchi Sky e Fox), una flessione sul trimestre del -15,4% e sul mese del 14,4%. Tra i principali settori si evidenzia il calo di Alimentari (-12,1%), Automobili (-23,6%), Telecomunicazioni (-6,7%) e l’exploit di Enti/Istituzioni (+66,2% ), grazie a Campagne Sociali e Concorsi/Pronostici.

La Stampa, nel suo complesso, ha un calo del -25,8%. I Periodici diminuiscono del -29,2% con l’Abbigliamento a -32,0%, la Cura persona a -23,2% e l’Abitazione a -19,0%. I Quotidiani a pagamento mostrano una flessione del -23,6% con l’Automobile e l’Abbigliamento, i due settori più importanti, che riducono gli investimenti rispettivamente del -40,3% e del -36,9%. In controtendenza il settore Abitazione che raggiunge gli 11,7 milioni con una crescita sul trimestre del 34,9% e del 74,4% sul mese. E’ soprattutto la Commerciale Nazionale a frenare con una diminuzione del -28,9%, ma sono in calo anche la Locale (-17,4%) e la Rubricata/Di Servizio (-19,3%). In contrazione anche la raccolta dei Quotidiani Free/Pay Press (- 26,9% ).

La Radio diminuisce del -20,1% sul trimestre, ma del -8,6% sul confronto mensile. Tra i settori in positivo a marzo 2009 si evidenziano: Auto, Moto/Veicoli e Gestione Casa. Fanno registrare variazioni negative Outdoor (- 37,1%), Cinema (-26,7%), Cards (-39,0%) e Direct mail (-16,0%). Performance, invece, positive per Internet e per l’Out of home tv: entrambi i mezzi crescono del +3,5%.

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Media e tecnologia Pubblicità e mass media

La crisi economica sta facendo a pezzi la pubblicità italiana.

Dopo un gennaio nero per l’adv (-18,7% ), prosegue anche a febbraio il trend negativo degli investimenti pubblicitari. Nel complesso, nel bimestre la Televisione presenta una flessione del -16% e la Stampa registra un calo del -27,4%. In diminuzione anche gli investimenti sulla Radio (-27,2%), sull’Outdoor (-36,2%), sul Cinema (-27,1%) e sulle Cards (-52,5%). Solo l’adv on line cresce del +3,9% .

Secondo Nielsen Media Research continua il difficile momento dell’advertising: dopo un gennaio nero (-18,7%), anche a febbraio i risultati non sono positivi e la diminuzione complessiva del primo bimestre 2009 si attesta a -19,5% rispetto al corrispondente periodo del 2008. La contrazione riguarda, con diversa intensità, tutti i mezzi ad eccezione di Internet. Wind, Ferrero e Volkswagen con circa 70 milioni euro di spesa guidano la classifica dei top spender.

Complessivamente le aziende attive in comunicazione sono 6.721 (erano 7.552 a gennaio-febbraio 2008) con un investimento medio di 155 mila euro (-9,3% ).

L’analisi dei mezzi mostra per la Televisione, considerando sia i canali generalisti che quelli satellitari (marchi Sky e Fox), una flessione sul bimestre del -16,0% . Tra i principali settori si evidenzia il calo di Alimentari (-14,7%), Auto (-17,6%), Telecomunicazioni (-2,7%) e l’exploit di Enti/Istituzioni (+39,2%).

La Stampa, nel suo complesso, ha un calo del -27,4%. I Periodici diminuiscono del -29,6% con l’Abbigliamento a -34,6%, la Cura persona a -28,7% e l’Abitazione a -16,8%.

I Quotidiani a pagamento mostrano una flessione del -26,4% con l’Auto e l’Abbigliamento , i due settori più importanti, che riducono gli investimenti rispettivamente del -45,3% e del -45,2%. E’ soprattutto la Commerciale Nazionale a frenare con una diminuzione del -33,9%, ma sono in calo anche la Locale (-16,7%) e la Rubricata/Di Servizio (-21,6% ).

In contrazione anche la Free Press (-25,3%). I primi due mesi dell’anno fanno registrare variazioni negative anche per la Radio (-27,2%), per l’Outdoor (-36,2%), per il Cinema (-27,1%) e per le Cards (-52,5% ).

Il Direct mail passa da 101 milioni del gennaio-febbraio 2008 a 79 milioni nel gennaio-febbraio 2009 (-22,0%). Performance, invece, positiva per Internet che cresce del +3,9% superando gli 83 milioni .

Da gennaio, con i dati storici relativi a tutto il 2008, Nielsen rileva un nuovo mezzo, l’Out of home tv, le televisioni degli aeroporti e della metropolitana di Telesia , società controllata da Class Editori. La raccolta nei primi due mesi di quest’anno è stata di circa 1 milione euro con un decremento del -7,9% sul corrispondente periodo del 2008. Beh, buona giornata.

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