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Attualità Finanza - Economia - Lavoro

Federculture, Civita, Fai, Italia Nostra, Legambiente e WWF contro il governo. Il Ministro Bondi e la ministra Prestigiacomo se ne sono accorti?

Federculture, Civita, Fai, Italia Nostra, Legambiente e WWF hanno diffuso oggi una lettera aperta, indirizzata al premier, al ministro per i Beni culturali e al ministro dell’Economia, nella quale si sottolinea che “l’Italia è a rischio recessione culturale”, e che i tagli operati dalla Finanziaria mettono in discussione “la tutela e la promozione del nostro patrimonio culturale e ambientale, sancita dall’art.9 della Costituzione”, e penalizzano “un settore vitale che contribuisce positivamente all’economia del Paese, con conseguenze negative sulle possibilità di uscita dall’attuale crisi e sulle prospettive di una futura e duratura crescita”.

“La riduzione del 50% delle risorse destinate agli istituti culturali – si legge ancora nella lettera – quasi fossero tutti enti inutili, senza l’individuazioen di criteri o parametri oggettivi che valutino l’effettiva esistenza di sprechi, decreterà un ulteriore e indiscriminato abbassamento dell’intervento pubblico per la cultura, che mette ormai a rischio quantità e qualità dei servizi culturali nel Paese”.
Beh, buona giornata.

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Attualità Media e tecnologia Pubblicità e mass media

Il passaggio al digitale terrestre: lo chiamano switch off, ma è solo una gran confusione.

Addio vecchia TV analogica. Dal 16 novembre switch off per Roma.
Al via dalla metà di novembre il passaggio al Digitale terrestre per Roma, prima grande capitale digitale d’Europa, di ALESSANDRA LOFFREDI.

Quando alla fatidica data del 16 di novembre Roma vedrà compiersi lo switch off (il passaggio anticipato alla nuova tecnologia), spegnendo definitivamente il segnale analogico della vecchia TV, si troverà a ricoprire il ruolo di “prima grande capitale digitale d’Europa”, anticipando Londra, Parigi e Madrid, così come ha dichiarato in un recente congresso il Viceministro alle Comunicazioni Paolo Romani “Cos’è oggi la TV digitale terrestre in Italia lo possiamo vedere con i nostri occhi : 34 canali nazionali gratuiti rispetto ai 10 canali nazionali del sistema analogico. La via italiana alla televisione digitale terrestre è originale ed innovativa” sottolineava inoltre nell’intervento “Una specificità italiana, che sottolineiamo e rivendichiamo, in un contesto europeo che ad oggi non ha raggiunto il nostro livello di avanzamento del processo di digitalizzazione.” (Intervento leggibile integralmente su Digital-Sat.)

Secondo i dati del Ministero dello Sviluppo economico, entro la fine di quest’anno il digitale terrestre entrerà nelle case di 6,2 milioni di famiglie (pari al 30% della popolazione). Progressivamente, nel 2010 la percentuale sarà alzata al 68% e nel 2011 all’81%.

Nel 2012 il passaggio sarà completato per tutti. Il digitale terrestre (conosciuto anche con l’acronimo DTT, dall’inglese Digital Terrestrial Television) è una tecnologia che permette di ricevere sul televisore di casa trasmissioni televisive di un livello pari alla TV satellitare, non ricorrendo all’installazione dell’antenna parabolica, ma utilizzando invece un decoder, collegato all’impianto ricevente preesistente o integrato direttamente nei televisori di recente fabbricazione.

Un passaggio epocale? Certamente, ma non sempre ben accettato dagli utenti, alcuni dei quali lo vivono al momento più come un passaggio obbligato e non condiviso.
Le ragioni sono prevalentemente collegate alla questione economica. Passare al digitale obbliga tassativamente all’acquisto del decoder. Nonostante il sostegno dato dagli incentivi statali, dedicati comunque ad una ristretta fascia di utenti e nonostante la varietà di proposta degli apparecchi, i cui prezzi partono da cifre contenute, molti italiani vivono la necessità di questo esborso come un’imposizione, considerando che, molto semplicemente, la televisione la vedevano pure prima e pagando già un canone.

La decantata maggior qualità dell’immagine, nonché la più ampia varietà di canali, non basta in questi casi a sollevarli dalla sensazione di trovarsi ad essere, inevitabilmente, un terreno di battaglia fra due grandi network televisivi, Mediaset e Sky.

Quanto al decoder, la sua semplice installazione viene mostrata in maniera chiara anche tramite spot rassicuranti. Ma non sempre la realtà è altrettanto chiara. Innanzi tutto, stando ai commenti che corrono in molti blog tematici della rete, ad essere alle volte non chiara è le ricezione del segnale, la cui copertura, lamentano alcuni utenti, è ancora causa di malfunzionamenti. Poco chiare anche le idee di quelli che, non riuscendo autonomamente a compiere la semplice operazione di collegamento del decoder, si avvalgono di un tecnico installatore.

Alla spesa per l’apparecchio si aggiunge quella dell’intervento, arrivando, nel peggiore dei casi, a sentirsi dichiarare inadeguato l’orientamento dell’antenna o peggio l’impianto preesistente. “In questo periodo non mi fermo un attimo,le chiamate che richiedono un intervento per installare il decoder sono continue” sospira Renzo, tecnico specializzato attivo nell’area nord della capitale ”c’è una gran confusione sull’argomento e a farne le spese sono soprattutto le persone anziane, intimorite dalle nuove tecnologie”.
Come difendersi in questi casi dai raggiri? “Chiedendo una mano ad un giovane della famiglia, sicuramente più disinvolto con cavi e prese scart, o cercando un tecnico che sia di fiducia, magari già intervenuto sul televisore di un amico” consiglia Renzo.

E’ bene porre una certa attenzione anche nell’acquisto di un nuovo televisore. Non sono stati poi così remoti quei casi in cui, portato con soddisfazione a casa il nuovo apparecchio, un “vero affare”, contrariamente alle aspettative si scopriva non essere adeguato alle nuove tecnologie.

Recentemente Legambiente ha posto l’attenzione su una nuova forma di inquinamento, riconducibile all’abbandono di rifiuti pericolosi, che pare crescere con l’avvicinarsi dello switch-off.
Televisori smaltiti in modo errato, lasciati impropriamente ed in gran numero a ridosso di cassonetti ed altrove. Lontanissimi da questi episodi gli utenti più agguerriti contro l’avvento del digitale, che intervenendo in internet, propongono di eliminare si il televisore, ma con una rottamazione corretta e dandone avviso alla Rai, così da non dover più pagare il canone e tornare a dedicarsi ad altro, magari una buona lettura.

ADICONSUM (associazione difesa consumatori e ambiente), quantificando in circa 100/150 euro il costo medio del passaggio per ogni famiglia al Digitale Terrestre e sostenendo che il principale cruccio degli utenti non sia relativo all’esborso economico ma piuttosto alle problematiche tecniche ad esso correlate, propone, per alleviare le pene degli abitanti del Lazio l’iniziativa denominata “Digitale chiaro”.

Eventi informativi che avranno luogo in tutti i comuni che ne faranno richiesta, con l’obiettivo di sostenere i cittadini che desiderano non arrivare impreparati al fatidico evento dello spegnimento del segnale analogico (dal 16 al 30 Novembre), agevolando quindi l’apprendimento di tutte le operazioni da compiere e delle eventuali problematiche correlate all’installazione di un decoder.

Chi volesse ricevere maggiori informazioni sul progetto può contattare l’Associazione tramite l’apposito Numero Verde 800 864754 nei giorni Lunedì, Mercoledì e Venerdì dalle ore 11 alle ore 15, oppure tramite richiesta via e-mail all’indirizzo di posta digitalechiaro@adiconsum.it.

Pronto al contrattacco alla concorrenza del Digitale Terrestre, Sky risponde incrementando da 16 a 30 i suoi canali HD entro il 2010, offrendo, a partire dal 23 ottobre, un televisore Full HD per tutti gli abbonati Sky con soli 50 euro di anticipo e rate a partire da 6 euro al mese e lanciando da dicembre la Digital Key, una chiavetta che, collegata al decoder Sky, permette di accedere a tutta l’offerta gratuita in chiaro del digitale terrestre integrata nell’Epg di Sky (ovvero la Guida elettronica dei programmi, un modo per avere sullo schermo l’elenco dei programmi trasmessi dai canali della piattaforma satellitare).

Il contrattacco di Sky prevede anche l’immediata possibilità di abbonarsi ai pacchetti Sky Cinema, Sport e Calcio senza sottoscrivere tutti i cinque generi del pacchetto Mondo. Così, avvolti dalla polvere della battaglia fra decoder, storditi da sistemi di decriptazione ed antennisti, è inevitabile chiedersi, come qualcuno suggeriva, se rimarranno energie per distogliere lo sguardo dal video dirottandolo, almeno qualche volta, sulle pagine di un buon libro. (Beh, buona giornata).

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Natura

Napoli piange, Milano non ride.

Legambiente, la famosa organizzazione ambientalista boccia l’Italia, senza appello. Napoli per rifiuti e trasporti. Milano per smog e polveri sottili. Molte altre città italiane sono decisamente lontane dagli standard europei. Ultime in classifica. Il dato emerge dal primo identikit ambientale delle metropoli della Unione europea a 25, “Ecosistema Urbano Europa”, messo a punto da Legambiente in collaborazione con Ambiente Italia.

Stando a questi numeri, Napoli risulta la città più insostenibile d’Europa. Il capoluogo partenopeo è in coda per tutti i parametri presi in considerazione dalla ricerca, dalla raccolta differenziata (solo il 5% del totale) alle gravi inefficienze nel trasporto pubblico e alla depurazione delle acque. Qui le isole pedonali e le piste ciclabili restano un miraggio.

Ma non sta certo meglio Milano, al penultimo posto della classifica. Il capoluogo lombardo risulta addirittura il peggiore del continente per lo smog e per le polveri sottili ed è secondo solo a Parigi quanto ai livelli di ozono. Al quintultimo posto troviamo Roma, con parametri negativi riguardo lo smog e i rifiuti, ma si salva nel trasporto pubblico e sull’energia solare.

In un paese così arretrato dal punto di vista ambientale, non vi sembra che anche andare a fare shopping rischia di essere un rischio per la salute? Hai voglia a fare pubblicità: qui se non cambia l’aria, che volete che aria tiri per i consumi.

Beh, buona giornata.

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