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Scajola va a casa (quella con vista sul Colosseo?).

Claudio Scajola si è dimesso dalla carica di ministro dello Sviluppo economico. Travolto dalla vicenda della compravendita, con presunti fondi neri, di una casa al Colosseo il ministro dello Sviluppo economico ha annunciato la rinuncia all’incarico di governo. “Per difendermi”, ha detto in conferenza stampa, “non posso continuare a fare il ministro come ho fatto in questi due anni”.

Nonostante l’esortazione a difendersi col coltello tre i denti, impartitagli da Berlusconi, alla fine la sua posizione è diventata insostenibile, costringendolo ad anticipare il rientro dalla Tunisia e a convocare i giornalisti per annunciare il passo indietro. “Da dieci giorni sono vittima di una campagna mediatica senza precedenti”, ha detto ancora. “Vivo una grande sofferenza”.

L’ex ministro ha comunque ribadito la sua estraneità ai fatti che gli vengono contestati: “Non potrei mai abitare in una casa comprata con i soldi di altri”, ha affermato. “Se dovessi acclarare che la mia abitazione fosse stata pagata da altri senza saperne io il motivo, il tornaconto e l’interesse, i miei legali eserciterebbero le azioni necessarie per l’annullamento del contratto”. Affermazione strampalata (si è mai visto uno che compra una casa senza sapere di chi sono i soldi con cui l’ha comprata?), che suona comunque come una vera e propria ammissione.

Scajola resterà comunque a Roma, visto che le sue dimissioni riguardano il Governo, ma non il Parlamento, dove continuerà a sedere come deputato nelle fila del Pdl. A proposito di Pdl: non è che qualcuno gli chiede anche le dimissioni da parlamentare della Repubblica? Sarebbe un atto dovuto, ma c’è da sperarci poco.

Un’ultima domanda, questa volta diretta al presidente del Consiglio dei Ministri, nonché capo del partito di maggiornanza: scusi, che fine ha fatto l’annunciato disegno di legge contro la corruzione politica? Beh, buona giornata.

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