di Chiara Scalise-ansa.it
Sono passati ventinove anni da quando, come vogliono le biografie autorizzate, Silvio Berlusconi e Veronica Lario si sono conosciuti nell’angusto spazio di un camerino di teatro; oltre diciotto da quando si sono sposati. Il primo incontro, dunque, è avvenuto nei camerini del Teatro Manzoni di Milano: in scena il ‘Magnifico cornuto’, protagonista femminile Veronica, che interpretava la moglie di un uomo patologicamente geloso che la costringe a mostrare le nudità. Sulle prime, la relazione è all’insegna della clandestinità, perché l’imprenditore Berlusconi è ancora spostato con Carla Dall’Oglio, dalla quale ha avuto due figli. Passano gli anni, arriva il primo divorzio e intanto nascono i tre figli della nuova coppia Lario-Berlusconi. Poi il 14 dicembre 1990, a sorpresa, vengono celebrate le nozze. “Irresistibile”. Nessun’altra parola, racconta Veronica in un’intervista a Paris Match, “descrive meglio” il marito. E’ il giugno del 1994, sei mesi dopo l’annuncio della discesa in campo. Non sarà mai una ‘first lady’ iperpresenzialista, ma nei primi tempi la signora Lario accompagna il nuovo presidente del Consiglio più di una volta in occasioni pubbliche. Poi iniziano le dichiarazioni ai giornali, che negli anni diventeranno sempre più numerose e sempre più personali. Si inizia nel luglio del 1996 con un articolo per ‘Reset’ in cui Veronica parla della violenza in tv contro i bambini.
Il primo a fare una incursione nel privato è però Berlusconi che nell’ottobre del 2002 decide di fare, in piena conferenza stampa con il premier danese Lars Rasmussen a Palazzo Chigi, un riferimento ai pettegolezzi su una passione fra la moglie e il filosofo Massimo Cacciari: “Rasmussen è anche il primo ministro più bello d’Europa. Penso di presentarlo a mia moglie, perché – dice – è molto più bello di Cacciari”. Poche, intanto, le occasioni in cui la famiglia si fa ritrarre al completo. E, progressivamente, Veronica e i figli sembrano iniziare a vivere una vita sempre più defilata. Anche la convivenza si fa meno assidua. Ci sono però i ritorni di fiamma: nell’estate del 2006, quando è ancora presidente del Consiglio nel suo terzo governo, il Cavaliere organizza un festeggiamento d’eccezione, a sorpresa, per il cinquantesimo compleanno della moglie.
Due giorni di ‘follie’ a Marrakesh, in Marocco, culminati in una danza speciale, con lui travestito da berbero, smentita dal premier ma confermata dalla moglie: “Mi sono commossa quando ho scoperto – racconta la signora Lario in un’intervista a ‘A’ – che quel danzatore mascherato era mio marito Silvio”. Fra alti e bassi, il primo strappo si consuma il 31 gennaio 2007. Veronica decide di scrivere una lettera a Repubblica per chiedere “pubbliche scuse” per alcune affermazioni rivolte ad altre donne ( “…Se non fossi già sposato la sposerei subito” sono le parole riferite dai giornali che il premier avrebbe rivolto a Mara Carfagna). Qualche ora e anche il Cavaliere prende carta e penna: “Eccoti le mie scuse. La tua dignità – è la replica – è un bene prezioso”. Cala il riserbo, ma la tensione si stempera e qualche settimana più tardi il premier ci scherza su: “Veronica sa scrivere molto bene – racconta ad alcuni invitati a una cena – mi ha promesso che adesso al massimo manda una cartolina”. Promessa parzialmente mantenuta: Veronica Lario non scrive una nuova lettera, ma sceglie sempre la penna (una intervista via e-mail all’ANSA) come mezzo al quale affidare i propri sentimenti. La scintilla è la candidatura di alcune ‘showgirl’ alle elezioni europee, ma anche una visita a sorpresa del marito a una festa a Napoli per il compleanno di una diciottenne. Il tono è dirompente, le parole pesano come pietre (“Ciarpame senza pudore”), il premier sulle prime minimizza, immaginando un fraintendimento, ma l’idea complessiva è quella di una rottura imminente. Che si consuma poco dopo, con la notizia, che viene anticipata stamattina da Repubblica e su la Stampa, della richiesta di divorzio da parte di Veronica.