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Italia 2014, la guerra civile tra i poveri.

Cronaca in diretta di un testimone della sparatoria e dei fatti avvenuti il 13-14 luglio a Castel Volturno

di Gian-Luca S. Castaldi-3dnews.it

A Castel Volturno, nel quartiere di Pescopagano, la sera del 13 luglio 2014 (ore 20:00) due ragazzi originari della Costa d’Avorio sono stati feriti con un’arma da fuoco, a seguito di una lite con due italiani. I nomi dei due ragazzi sono YUSSIF BAMBA (35 anni) e NICOLAS GYAN (37 anni). La ragione della lite è stata molto superficiale. Yussif stava trasportando una bombola di gas ed è stato fermato da due italiani, Pasquale Cipriano (padre) e Cesare Cipriano (figlio), proprietari di un’agenzia di vigilanza privata. Questa agenzia, tra l’altro, non è neanche registrata: legalmente non esiste. I due sono scesi dalla macchina ed hanno cominciato a minacciare Yussif chiedendo dove avesse preso quella bombola. Infatti i due Cipriano, oltre a gestire un controllo privato ed abusivo della zona, vendono bombole del gas, e pensavano che il ragazzo avesse rubato la bombola, dato che non l’aveva comprata da loro. Il ragazzo ha insistito a ripetere che la bombola non l’aveva rubata a loro, ma che era sua, e allora Cesare Cipriano (figlio) lo ha aggredito. Nicolas, connazionale di Yussif, è intervenuto per aiutare l’amico, finché i due aggressori non sono scappati con la macchina. Una volta che la macchina si è allontanata, Nicolas ha chiesto a Yussif cosa fosse successo, e mentre quest’ultimo raccontava, la macchina è tornata. Dentro c’era solo Cesare Cipriano, che ha aperto il fuoco ed ha sparato ad entrambi ferendoli alle gambe.

Sul luogo, a quasi trecento metri, c’eravamo noi come Caritas Caserta. Infatti, io e Osman (mediatore culturale della Caritas) eravamo lì per le attività del Progetto Presidio di Caritas Italiana. Entrambi siamo intervenuti in tempo, l’ambulanza è giunta in pochi minuti. Tuttavia è stata questione di pochi minuti anche prima che si creasse un buon numero di immigrati africani che si è messo prima ad urlare e poi a gettare l’immondizia che stava ai bordi delle strade per creare la prima barricata. C’erano frigoriferi dismessi e mobili rotti, e quindi è stato veramente un attimo. La sede dell’agenzia di vigilanza privata, infatti, si trova a meno di 200 metri dal luogo dove è avvenuto il tutto: gli immigrati volevano impedire l’arrivo delle forze dell’ordine per poter correre all’agenzia e farsi vendetta da soli. Dopo altri pochi minuti, la seconda barricata è stata tirata su proprio oltre la sede dell’agenzia privata, chiudendo la strada da entrambi i lati.

L’arrivo dei carabinieri è stato, mi suole dirlo, tanto lento quanto inutile. Avevano paura ad avvicinarsi e non riuscivano a comunicare con nessuno. Io e Osman abbiamo cominciato a mediare, calmando i migranti. Alla fine siamo riusciti ad ottenere che una delle due barricare si aprisse per far passare le ambulanze e i carabinieri. Una volta portati via i ragazzi feriti, tuttavia, il clima si è fatto sempre più caldo, e il numero dei migranti scesi in piazza era aumentato notevolmente, saranno stati già un 150. Abbiamo continuato a mediare, spiegando ai migranti che dovevano calmarsi e lasciare che i carabinieri arrestassero i due italiani. Ma non ci siamo riusciti, perché ormai i migranti avevano deciso di bruciare le macchine dell’agenzia e l’ufficio.

Pochi minuti dopo la macchina che si trovava di fronte all’ufficio era già in fiamme, e poi i migranti hanno cominciato a sfondare la saracinesca e la porta di entrata dello stabile. Sono entrati ed hanno dato fuoco a tutto. Il problema si è aggravato quando ci siamo accorti che al piano di sopra c’erano delle persone, tra cui una ragazzina, e che nel cortile di dietro, tutto in fiamme, macchine, un furgone e soprattutto molte bombole del gas. Io e Osman ci siamo messi ad allontanare i migranti, per evitare la tragedia e lasciare che chi fosse al piano di sopra potesse scappare. Ci siamo riusciti, anche se nel trascinare fuori i migranti inferociti, uno non mi ha riconosciuto e mi ha prima colpito alla testa da dietro facendomi cadere a terra e poi preso a calci mentre tentavo di rialzarmi. Osman, nel frattempo aveva chiamato di nuovo l’ambulanza, perché un ragazzo era rimasto ferito e perdeva molto sangue. Non è riuscito a convincere i migranti a fare aprire di nuovo la barricata, e quindi ha trascinato il ragazzo ferito fino all’altra parte, in modo che l’ambulanza potesse portarlo via. L’esplosione del gas è avvenuta, per fortuna, che eravamo riusciti a far uscire ed allontanare tutti.

Mentre tutto questo avveniva, è arrivata anche la Squadra Mobile della Polizia. Io e Osman cercavamo di mediare e di mantenere calmi gli animi, per evitare che il tutto degenerasse ulteriormente. Tuttavia tra di loro non trovavo nessuno con cui interloquire autorevolmente e quindi ho provveduto a chiamare il dott. Vola Mario, della Squadra Mobile. Lui ci conosce da anni ed è il nostro punto di riferimento per la lotta allo sfruttamento lavorativo. Mi ha assicurato che avrebbe informato l’ispettore capo addetto della mia presenza e che mi avrebbe fatto trovare. Così è avvenuto. Dopo pochi minuti mi ha telefonato l’ispettore capo Alessandro Tocco, chiedendomi della situazione e suggerimenti sul da farsi. Mi disse che stava mandando qualche decina di agenti, in tenuta anti-sommossa, e allora io l’ho sconsigliato. Gli ho detto che sarebbe stato l’inizio della fine, che uno spiegamento di forze avrebbe solo fatto peggiorare ulteriormente la situazione, aumentando sia il numero dei migranti che la loro rabbia. Gli ho detto apertamente: meglio lasciare che bruci una casa che rischiare una città intera in fiamme. Mi ha dato ascolto e non ha mandato gli agenti che aveva preparato. Come avevo previsto, infatti, bruciata la casa e fatto esplodere il tutto, la rabbia ha cominciato a scemare, e la mediazione è diventata più facile, anche perché alcuni migranti si erano resi conto che se non li avessimo fatti uscire in tempo l’esplosione avrebbe certamente ferito molti di loro se non peggio. Insomma, ora ci ascoltavano un po’ di più.

Nel frattempo ci ha richiamati l’ispettore capo Tocco e ci ha riferito che Pasquale e Cesare Cipriano erano stati entrambi arrestati ed ora si trovavano in Questura a Caserta. Io ed Osman abbiamo subito comunicato la notizia ai migranti, sapendo che questo avrebbe aiutato ulteriormente a calmare gli animi. Nell’occasione, ho ringraziato l’ispettore di aver seguito il mio consiglio e di non aver inviato gli agenti anti-sommossa: la situazione si stava scemando, come gli avevo garantito che sarebbe successo sin dall’inizio. Nel giro di un paio d’ore siamo poi riusciti a disperdere i migranti, che però minacciavano rappresaglie per il giorno successivo.

A questo punto, la prima cosa che io ed Osman abbiamo fatto è stato avvertire un po’ tutte le realtà associative che lavorano sul territorio: il centro sociale “Ex-Canapificio”, Emergency, R.E.S. ed altri. Infatti, siccome il tutto è avvenuto in una domenica sera, nessuno era in giro, e il risultato è stato che io ed Osman ci eravamo trovati completamente soli a gestire una situazione al limite della follia. In secondo luogo, abbiamo subito convocato alcuni dei leader del Movimento dei Migranti e Rifugiato, che è molto forte ed organizzato sul territorio, chiedendogli una buona presenza per il servizio d’ordine il giorno successivo. Infine, l’ispettore capo Tocco ci aveva chiesto di non lasciare Castel Volturno ma di rimanere in giro, assicurandoci la presenza di volanti il giorno successivo, e dunque io ed Osman abbiamo passato la notte a convincere i migranti a non fare follie il giorno successivo,a calmare gli animi e a rassicurare.

La mattina del 14 luglio, alle 8 del mattino, la situazione era calma. Il Movimento dei Migranti e Rifugiati si era ben organizzato ed era presente in un buon numero per garantire supporto logistico e servizio d’ordine. Quindi, io e uno dei loro leader, Doe Prosper, ci siamo recati al pronto soccorso di Castel Volturno per assicurarci sullo stato di salute dei due ragazzi feriti. Entrambi stavano abbastanza bene. Avevano estratto le pallottole e non vi erano complicazioni cliniche. E’ stato parlando con loro che abbiamo capito bene la dinamica della lite e tutto il resto. Siamo dunque tornati nel quartiere di Pescopagano, dove ci aspettava già l’ispettore capo Tocco. La situazione era tranquilla, e dunque ci ha chiesto di accompagnarlo al pronto soccorso per prendere la deposizione dei ragazzi e tradurre. Così abbiamo fatto.

Tornati nuovamente a Pescopagano, ci siamo accorti che erano arrivati un buon numero di giornalisti. Ci siamo attivati a spiegare la situazione e a evitare nuovi allarmismi sul territorio. Tuttavia, l’arrivo dei giornalisti ha infastidito la popolazione locale italiana, che si è radunata in un centinaio di manifestanti che hanno bloccato la Domiziana. Volevano che i giornalisti prendessero anche la loro versione. E la retorica è sempre quella: non ce la fanno più, troppi stranieri, lo stato non c’è eccetera eccetera…

Questa manifestazione d’italiani residenti, tuttavia, è stata una provocazione per la popolazione straniera, che ha cominciato di nuovo a scaldarsi. Alcuni migranti hanno rialzato una barricata, a cui gli italiani hanno risposto con un’altra barricata. La strada principale di Pescopagano, la vena che divide la città in due e l’attraversa da un capo all’altro era divisa in due, barricata degli italiani e barricata degli africani. Forze dell’ordine nel mezzo. La tensione era altissima. Tra gli italiani si cominciava a dire che bisognava iniziare da noi, da quelli delle associazioni, della Caritas, da quelli che “difendono i negri” eccetera eccetera. Quindi abbiamo deciso di esporci un po’ di meno, e di levarci i gilet con i loghi del Progetto Presidio – Caritas Italiana, ed hanno fatto lo stesso anche quelli di Emergency ed altre associazioni.

Per fortuna siamo riusciti a fare in modo che i migranti non aumentassero troppo di numero e a quindi a calmarli. Ci sono volute ore, ma alla fine ce l’abbiamo fatta. Dopotutto, a differenza della sera prima, eravamo molti di più a controllare la situazione e a mediare.

Nel frattempo, l’ispettore capo Tocco mi ha confermato che solo il figlio, Cesare Cipriano, era tornato indietro con la macchina a sparare. Lo ha confermato anche Yussif in ospedale. E quindi il padre, Pasquale Cipriano, pregiudicato, che era stato arrestato in questa occasione per concorso in tentato omicidio, verrà rilasciato al più presto. Io ho comunque fatto notare che quasi tre mesi fa accompagnammo un altro immigrato ghanese, Martin Kwadwo, a denunciare un aggressione d’arma da fuoco. Anche a lui spararono alla gamba. In quella occasione, dopo l’aggressione, gli stessi padre e figlio Cipriano andarono da un altro immigrato, Hassan, a minacciarlo dicendoli letteralmente che dovevano stare tutti attenti, perché se no sarebbero finiti tutti come quel ragazzo “a cui è stato sparato”. Nella denuncia noi avevamo specificato tutto. Non so se questo avrà un ruolo nelle indagini e nel processo che ne seguirà. Oggi è il 15 luglio. Non so cosa può succedere, ma spero che il picco di tensione sia ormai passato. (Beh, buona giornata).

Ancora scontri a Castel Volturno tra migranti africani, braccianti stagionali e cittadini italiani che mal sopportano la loro presenza in città.
Ancora scontri a Castel Volturno tra migranti africani, braccianti stagionali e cittadini italiani che mal sopportano la loro presenza in città.

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La Fiat porta Pomigliano d’Arco in Polonia: localizza la delocalizzazione.

di Paolo Flores d’Arcais, il Fatto Quotidiano, 16 giugno 2010

Marchionne e Tremonti, con l’imposizione del “modello Pomigliano”, vogliono dimostrare a tutti i costi (costi pesantissimi, per gli operai) che aveva ragione il vecchio Marx a sostenere che il sistema capitalistico, per massimizzare il profitto, tende a precipitare il salario del lavoratore al minimo necessario per la mera riproduzione fisica della forza-lavoro. Per dirla in soldoni, a salari di fame.

Qualche operaio, che pure si appresta a subire il diktat di Marchionne, ha detto che saranno condizioni di lavoro “da schiavi”. Si sbaglia, ma solo perché in Italia ci sono le condizioni di lavoro-schiavitù di Rosarno. Verso le quali tenderanno comunque le condizioni di tutti i lavoratori salariati, se verrà interiorizzata – come sempre più avviene anche presso coloro che ne sono vittime – la “sovranità della globalizzazione”.

La cui logica è semplice: i capitali, nel senso finanziario e degli impianti, possono spostarsi liberamente, e così anche la forza-lavoro necessaria, ma senza portarsi dietro i diritti e le conquiste, salariali e non, che i lavoratori hanno ottenuto in un paio di secoli di lotte. In questo modo è lapalissiano che le condizioni dell’operaio italiano si avvicineranno progressivamente, e con ritmi che diventano sempre più rapidi, a quelle dell’operaio di Shanghai o bene che vada di Bucarest, visto che il padrone altrimenti trasloca l’intera produzione nei paesi dove il salario è letteralmente da “fame” e i diritti sindacali un miraggio.

Se la “profezia” di Marx risultò clamorosamente sbagliata fu infatti solo perché le lotte dei lavoratori, e dell’opinione pubblica che le appoggiò, portò i governi a imporre camicie di forza al “capitale” e al grado di plusvalore che potesse essere spremuto lecitamente dalla forza lavoro. Le otto ore, per dire, la proibizione del lavoro minorile, e poi le condizioni igieniche, di sicurezza, la tutela dei sindacalisti, fino insomma allo “statuto dei lavoratori”.

Il “modello Pomigliano” di tutto questo fa carta straccia (con gli straordinari ad libitum l’orario vero diventa di oltre nove ore giornaliere). Ma passerà, se continuerà la “guerra tra poveri”, precari contro occupati, disoccupati contro precari, e tutti contro gli immigrati. Perché la ricchezza complessiva in Italia continua a crescere, seppure in modo rallentato, ma cresce a dismisura la sua distribuzione diseguale. Contro questa esplosione del privilegio dovrebbero unirsi le vittime della crisi, anziché ingrassarne i responsabili dividendosi. (Beh, buona giornata).

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Spartacus 2010: a Rosarno la rivolta dei nuovi schiavi.

(fonte:repubblica.it)

ROSARNO (REGGIO CALABRIA) – Alta tensione stamane a Rosarno, in provincia di Reggio Calabria, dopo i disordini di ieri quando gli immigrati hanno dato vita ad una guerriglia urbana dopo che due di loro sono stati feriti da sconosciuti con alcuni colpi di carabina ad aria compressa. Migliaia di extracomunitari si sono radunati per le strade e nella piazza del comune. Un abitante ha sparato in aria. Un gruppo di immigrati è venuto a contatto con un centinaio di abitanti. E’ di 34 feriti il bilancio dei disordini scoppiati ieri. Arrestati sette extracomunitari. La Cgil: nel 2007, in tutta la Calabria, a fronte dei 6.400 autorizzati, si stima vi siano stati circa 20 mila lavoratori stranieri stagionali impiegati nel settore agricolo.

Maroni: “Troppa tolleranza”
“In tutti questi anni è stata tollerata, senza fare nulla di efficace, una immigrazione clandestina che ha alimentato da una parte la criminalità e dall’altra ha generato situazioni di forte degrado, come quella di Rosarno”. Lo ha detto il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, ai microfoni de “La Telefonata”, su Canale 5, rispondendo a una domanda di Maurizio Belpietro sui disordini avvenuti ieri nella cittadina calabrese. “Stiamo intervenendo – ha sottolineato il ministro -, intanto ponendo fine all’immigrazione clandestina, agli sbarchi che hanno alimentato il degrado, e a poco a poco porteremo le situazioni alla normalità, questo è il nostro impegno”.

H.9.00. Situazione a Rosarno sempre più preoccupante
I negozi e le scuole sono rimasti chiusi. Per questa mattina è stata organizzata una manifestazione di protesta degli immigrati della Piana di Gioia Tauro (sono circa in 15mila gli immigrati presenti in questo territorio) che ieri sera hanno dato vita ad una guerriglia urbana dopo che due di loro sono stati feriti da sconosciuti con alcuni colpi di carabina ad aria compressa.

H.9.30. A Rosarno in corso concentramento
Al momento sarebbero circa duemila gli immigrati, secondo la polizia, radunati davanti al comune. Gli immigrati stanno scandendo slogan di protesta e hanno chiesto che una loro delegazione incontri il commissario prefettizio del Comune, Francesco Bagnato. La tensione è alta, danneggiate le vetrine di alcuni negozi e qualche cassonetto è stato rovesciato. Un gruppo di abitanti di Rosarno ha raggiunto la zona antistante il Municipio, c’è preoccupazione e malumore.

H.9.45. In arrivo gruppi di extracomunitari dall’hinterland
Non si conoscono ancora le intenzioni dei manifestanti, né quanti se ne stanno raccogliendo nelle strade di Rosarno. Da ieri hanno chiesto di parlare con il commissario prefettizio Domenico Bagnato (che regge il Comune) per esporre le loro problematiche. Fonti investigative fanno sapere che circa duecento immigrati hanno attuato due blocchi stradali, uno a nord e uno a sud dell’abitato di Rosarno, sulla statale 18, impedendo alle auto di transitare.

H.10.00. Panico in città
Gli immigrati stanno protestando, anche con spranghe, bastoni e oggetti contundenti. Molti sono ubriachi e stanno seminando il panico in città: una donna a bordo di una Grande Punto è stata aggredita e salvata grazie a polizia e carabinieri che in massa tentano di arginare le proteste.

H.10.45. Spari da un balcone
Un cittadino ha sparato due colpi di fucile in aria a scopo intimidatorio per disperdere un gruppo di immigrati che si era concentrato davanti la sua abitazione. L’uomo ha esploso i colpi dopo essere salito sulla terrazza della casa. Gli immigrati successivamente sono entrati nell’abitazione dove c’erano la moglie e i due figli dell’uomo, dove però si sono limitati ad urlare e protestare e si sono poi allontanati.

H.10.50. Scontri con gli abitanti
Un gruppo di immigrati è venuto a contatto con un centinaio di abitanti di Rosarno. La situazione al momento, anche se molto incandescente, è tenuta sotto controllo dalle forze di polizia.

H.10.55. Tensione fra gli abitanti e le forze dell’ordine
Momenti di tensione tra un gruppo di abitanti di Rosarno e le forze dell’ordine dopo che un giovane era stato fermato perché stava litigando con un immigrato che stava partecipando alla protesta davanti al Municipio. Gli animi si sono calmati dopo che il giovane, che era stato bloccato, di fronte alle proteste degli abitanti, è stato rilasciato. La situazione, comunque, resta assai tesa.

H.11.02. La diocesi: “La ‘ndrangheta sfrutta gli immigrati”
“Il problema degli immigrati va riallacciato a quello della ‘ndrangheta. C’è uno sfruttamento pilotato da parte della criminalità e questo a causa dell’assenza dello Stato, che deve tornare a intervenire”. Così Don Pino Demasi vicario generale della diocesi di Oppido-Palmi e referente di ‘Libera’in Calabria.

H.11.10. Terminata la protesta davanti al comune
E’ terminata la protesta degli immigrati davanti al comune di Rosarno, ora si stanno dirigendo verso il centro della città. Intanto una delegazione di immigrati ha incontrato il commissario prefettizio, Francesco Bagnato, a cui ha chiesto una maggiore vigilanza e l’arresto degli aggressori che ieri hanno scatenato la feroce protesta. Lo stesso commissario prefettizio ha assicurato un suo intervento e una maggiore vigilanza da parte delle forze dell’ordine della struttura che ospita gli immigrati.

H.11.15. Il commissario prefettizio incontra i cittadini
Una delegazione di cittadini di Rosarno sta incontrando il commissario prefettizio del comune per chiedere l’immediato allontanamento degli immigrati presenti nella cittadina della Piana di Gioia Tauro. La tensione tra gli abitanti di Rosarno continua a salire, mentre gli immigrati in corteo si stanno dirigendo, attraversando il centro del paese, verso le loro abituali dimore.

H.11.18. Il commissario prefettizio: “Proteggeremo gli immigrati”
“La situazione è grave, è pesante. Ho parlato con i migranti e ho detto loro che faremo tutto il possibile per proteggerli. Ma ho anche specificato che non devono confondere l’attacco da parte di singoli con l’atteggiamento di tutta la cittadinanza”. Lo ha detto ai microfoni di CNRmedia Domenico Bagnato, commissario prefettizio a Rosarno.

H.11.20. L’ex assessore: “Inaccettabile quello che sta accadendo”
“Quello che sta succedendo è intollerabile e la cittadinanza non lo accetta più”. Lo ha detto l’ex assessore alla Protezione civile del comune di Rosarno, Domenico Ventre, sciolto nel gennaio del 2008 per infiltrazioni mafiose. “Gli immigrati che vivono nel nostro comune – ha aggiunto Ventre – sono continuamente assistiti e aiutati e la loro reazione di fronte all’episodio isolato che è successo ieri è assolutamente sproporzionata. Non possiamo accettare che queste persone devastino il nostro paese suscitando una situazione di paura tra gli abitanti”.

H.11.27. Aggredita troupe del Tg2
Durante gli scontri a Rosarno è stata aggredita una troupe del Tg2 e il giornalista Francesco Vitale: un gruppo di immigrati alla vista della telecamera ha lanciato sassi contro il giornalista e il suo operatore. La troupe e lo stesso cronista hanno già ripreso il loro lavoro.

H.11.34. Monsignor Marchetto: “Si torni alla ragionevolezza”
“Un uomo di Chiesa non può fare altro che chiedere che termini la violenza e si torni alla ragionevolezza e, pur nel ritorno all’ordine, si cerchi di andare al fondo dei problemi e di capire le ragioni degli uni e degli altri. E’ necessario il dialogo, anche se questa può sembrare inflazionata, ma è l’unica strada per cercare la soluzione a problemi difficili in un contesto di crisi che tutti conosciamo”. E’ quanto ha detto monsignor Agostino Marchetto, segretario del Pontificio consiglio per i Migranti e gli Itineranti.

H.11.38. Livia Turco (Pd): “Combattere criminalità che sfrutta immigrati”
“E’ necessario impedire la guerra tra immigrati sfruttati e cittadini onesti. Il ministro Maroni anziché ripetere il copione della propaganda faccia qualcosa per combattere la criminalità che sfrutta gli immigrati e continua a tenere in ostaggio parte del territorio calabrese”. Lo afferma Livia Turco, capogruppo del Pd nella commissione Affari sociali della Camera.

H.11.42. Cgil: in Calabria circa 20 mila lavoratori stranieri stagionali
Nel 2007, in tutta la Calabria, a fronte dei 6.400 autorizzati, si stima vi siano stati circa 20 mila lavoratori stranieri stagionali impiegati nel settore agricolo. Queste le ultime cifre sul fenomeno dell’immigrazione e della stagionalità nel settore primario nella regione, rese note dalla Cgil, che proprio a Rosarno ha svolto la prima conferenza regionale sui migranti nelle scorse settimane.

H.11.48. Il parroco: “Immigrati vivono in gironi danteschi”
“Bisogna tornare alla ragione e mettere da parte le esasperazioni da una parte e dall’altra”. Lo ha detto don Carmelo Ascone, conosciuto come don Memè, parroco da 25 anni di Rosarno, e profondo conoscitore della realtà del paese. “I luoghi in cui vivono gli immigrati – ha aggiunto don Memè – sono dei veri e propri gironi danteschi. Queste persone vivono in condizioni disumane e disperate”. Secondo don Memè “gli abitanti protestano giustamente, ma l’esasperazione e la rabbia non possono trasformarsi in intolleranza”.

H.11.50. Negli scontri ferite 34 persone
E’ di 34 feriti il bilancio dei disordini scoppiati ieri a Rosarno. Secondo i dati diffusi dalla Polizia di Stato, sono ricorsi alle cure dei medici degli ospedali della zona due cittadini extracomunitari, 14 cittadini italiani, dieci poliziotti e otto carabinieri. Gli uomini del Commissariato di Gioia Tauro hanno arrestato sette extracomunitari per violenza e resistenza a pubblico ufficiale, devastazione e danneggiamento.

H.11.54. L’Immigrato: “Contro di noi continue violenze”
“Abbiamo bisogno di protezione perché contro di noi ci sono continue violenze che sono frutto di razzismo”. Lo dice ai giornalisti Sidiki, un immigrato africano di 25 anni, che viene a Rosarno di frequente per lavorare nei campi. “Subiamo continuamente – ha aggiunto Sidiki – atti di intolleranza, ma noi siamo lavoratori onesti che vengono qui solo per guadagnarsi il pane e non diamo fastidio a nessuno. Piuttosto, sono intollerabili le condizioni in cui ci fanno vivere perché avremmo bisogno di più igiene e dignità”.

H.12.00. Scontri tra gli abitanti e le forze dell’ordine
Ci sono stati scontri tra un gruppo di abitanti di Rosarno e alcuni carabinieri e poliziotti. L’episodio si è verificato mentre gli immigrati facevano rientro nei centri di ricovero in cui sono ospitati. Alcune persone di Rosarno hanno tentato di raggiungere un gruppo di immigrati, ma sono stati bloccati dalle forze dell’ordine. La reazione degli abitanti è stata immediata con grida e insulti verso le forze dell’ordine. “Dovete picchiare loro – ha detto un giovane – e non noi, perché sono loro i veri criminali”.

H.12.08. Su Facebook gruppo ‘Gli africani salveranno Rosarno’
E’ da alcuni mesi attivo su Facebook un gruppo intitolato ‘Gli africani salveranno Rosarno’. Al momento vi aderiscono 1500 persone. Scopo del gruppo è quello di una sorta di osservatorio invernale sulla raccolta degli agrumi nella Piana di Gioia Tauro, mantenere alta l’attenzione, contrastare ogni forma di razzismo, informare correttamente, sfatare i luoghi comuni sul fenomeno dell’immigrazione, promuovere percorsi di integrazione.

H.12.10. Investigatori: nessun coinvolgimento della criminalità organizzata
Allo stato attuale delle indagini non risulta un coinvolgimento della criminalità organizzata nel ferimento di alcuni extracomunitari con un fucile ad aria compressa, l’atto che ha scatenato la guerriglia urbana di Rosarno: è questa, finora, l’opinione concorde degli investigatori di carabinieri e polizia che si stanno occupando del caso.

H.12.11. Il commissario prefettizio invita gli immigrati alla calma
“Vi invito alla calma e vi assicuro che avrete adeguata protezione”. E’ quanto ha detto il commissario prefettizio del Comune di Rosarno, Francesco Bagnato, alla delegazione di immigrati che ha attuato stamattina la protesta davanti al Comune. “Vi garantiremo – ha aggiunto Bagnato – presidi di sorveglianza davanti ai centri di ricovero. Cercheremo, inoltre, di migliorare le condizioni igieniche in cui vivete, dandovi nuovi container per dormire e bagni chimici”.

H.12.20. Feriti al pronto soccorso
Cinque persone, fra ieri sera e stamattina, sono finite al pronto soccorso dell’ospedale di Polistena per ferite riportate durante gli scontri a Rosarno. Si tratta di due extracomunitari e tre persone di Rosarno e alcuni paesi vicini. L’ultimo, un uomo di Giffone, è arrivato questa mattina riferendo di essere stato aggredito. Nelle stesse condizioni anche un altro ragazzo del posto. Tra i feriti due extracomunitari, colpiti da pallini di carabina. Sempre ieri sera una donna ultraquarantenne di Rosarno è stata medicata al pronto soccorso per ferite lievi.

H.12.27. Msf: “Immigrati in condizioni degradanti”
Gli immigrati nella Piana di Gioia Tauro vivono in “condizioni degradanti; condizioni che hanno un serio impatto sulla loro salute”. Lo afferma Loris De Filippi, coordinatore dei progetti di Medici senza frontiere Italia. L’organizzazione lavora da tempo sul posto gestendo le attività di assistenza sanitaria attraverso una clinica mobile.

H.12.30. Bersani: “Maroni fa lo scaricabarile”
“Mi dispiace molto che il ministro dell’Interno non abbia perso l’occasione, anche questa volta, di fare lo scaricabarile sulla famosa immigrazione clandestina”. Pier Luigi Bersani, questa mattina a Reggio Calabria per portare la solidarietà al Procuratore generale della Corte d’Appello, rispondendo ai giornalisti sulla rivolta degli immigrati di Rosarno, sottolinea la gravità della situazione: “Prima bisogna fare in modo di riportare la calma, poi andare alla radice di una situazione fatta sicuramente di mafia, sfruttamento, xenofobia e razzismo”.

H.12.40. A Rosarno scene da guerriglia urbana
E’ un paesaggio in cui sono evidenti i segni della guerriglia urbana e dei danneggiamenti compiuti quello che si presenta lungo la strada che dal centro di Rosarno conduce al centro ricovero ospitato nell’ex Esac. Secondo quanto hanno riferito alcuni abitanti, gli immigrati stamattina, mentre si recavano nel centro del paese, si sono abbandonati ad atti di vandalismo danneggiando tutto ciò che trovavano lungo la loro strada. Ci sono alcune auto distrutte da incendi, cassonetti ribaltati, rifiuti bruciati sparsi lungo la strada. Alcune persone hanno riferito che un gruppo di immigrati ha lanciato pietre contro la loro abitazione provocando danni.

H.12.42. Cei: “Disagio degli immigrati dovuto allo sfruttamento”
“La violenza non va mai giustificata. Anche chi pensa di aver ragione e poi utilizza la violenza sbaglia in quanto la violenza non è mai uno strumento per dimostrare le proprie ragioni. Attraverso la violenza si fa torto alle proprie ragioni”, e tuttavia “il disagio degli immigrati è dovuto alle situazioni di sfruttamento cui vengono costretti a causa del quale fanno una vita invivibile”. E’ quanto afferma al Sir, l’agenzia stampa della Cei, don Ennio Stamile, direttore regionale della Caritas Calabria.

H.12.52. Task force del ministero dell’Interno
Dopo i fatti di Rosarno è stata costituita una task force del ministero dell’Interno, di quello del Welfare e della Regione Calabria. E’ stato deciso al termine di una riunione convocata al Viminale dal ministro dell’Interno, Roberto Maroni.

H.13.03. Le proposte dei funzionari di polizia
”Individuazione degli xenofobi; espulsione dei rivoltosi e tutti i clandestini; premio a chi denuncia lo sfruttamento del lavoro irregolare; perseguire gli imprenditori disonesti; e sostenere gli enti locali che mettono in atto interventi di inclusione sociale”. E’ quanto propone il segretario nazionale dell’Associazione funzionari di polizia, Enzo Letizia.

H13.08. Loiero: “Risposta degli immigrati inaccettabile”
“La provocazione c’è stata ma la risposta degli immigrati è inaccettabile”. Lo ha detto il presidente della Regione Calabria, Agazio Loiero. “E’ il frutto – spiega Loiero – di un clima di intolleranza xenofoba e mafiosa che non riguarda ovviamente la popolazione di Rosarno, giustamente allarmata per la situazione di tensione che si è determinata con la rivolta degli extracomunitari sfruttati, derisi, insultati e ora, due di loro, feriti con un’arma ad aria compressa”.

H.13.10. Occupata dai cittadini la sede del comune
Un centinaio di cittadini di Rosarno hanno occupato la sede del comune e chiedono al commissario prefettizio Francesco Bagnato lo sgombero degli extracomunitari dalla città.

H.13.11. Blocco stradale dei cittadini
Un gruppo di abitanti di Rosarno sta attuando un blocco stradale lungo il tratto della Statale 18 che attraversa il centro abitato. “Basta con gli immigrati – ha detto uno dei manifestanti – perché siamo stanchi di questa situazione. Devono andarsene via”.

H.13.12. Cri in preallarme
La Croce Rossa Italiana è in stato di preallarme per i fatti di Rosarno. Un delegato dell’ organizzazione di volontariato è ora presente in Prefettura nella città dove da ieri sono in corso proteste dei migranti. La Cri ha dato la propria disponibilità per intervenire, se necessario, con strutture e personale per assistere i migranti e la popolazione locale.

H.13.13. FareFuturo: “In italia c’è la schiavitù”
“Bando ai buonismi e alle cose non dette: in Italia esiste la schiavitù. E più precisamente a Rosarno, cittadina di quindicimila abitanti nella piana di Gioia Tauro” dove cinquemila extracomunitari raccolgono agrumi e pomodori, svolgendo un “lavoro massacrante che gli italiani non vogliono più fare. Poco male, se non fosse che le condizioni di lavoro e di vita di questa gente sono ben al di là del limite accettabile in un paese civile”. Lo si legge su ‘Ffwebmagazine’, il periodico on line della Fondazione FareFuturo presieduta da Gianfranco Fini.

H. 13.14. La Russa: “Troppa tolleranza”
“Troppa tolleranza verso i clandestini” – ha detto il ministro della Difesa, Ignazio La Russa – lo Stato ha il dovere di fare rispettare le leggi, di fare rispettare le regole. Non può esserci tolleranza, specie per chi usa la violenza in maniera così evidente, per il solo fatto che è un immigrato. Anzi – ha aggiunto – credo che il degrado sia proprio derivato dalla troppa tolleranza nei confronti dell’immigrazione clandestina di questi ultimi anni”.

H.13.15. Fermato il cittadino che ha sparato dal balcone
E’ stato identificato e si trova negli uffici del comando dei Carabinieri il cittadino che questa mattina ha sparato in aria a Rosarno mentre era in corso la protesta degli immigrati. Gli investigatori stanno facendo accertamenti sull’uomo e verificando se aveva l’autorizzazione per la detenzione dell’arma e se abbia dei precedenti penali. Intanto, a Rosarno, la situazione al momento sembra tranquilla.

H.13.16. Fondazione Migrantes: “Segnale preoccupante”
Le violenze a Rosarno rappresentano “il secondo segnale preoccupante di un territorio che reagisce al mondo dello sfruttamento, dopo qello sul Litorale Domizio in Campania”. Lo sottolinea il direttore della Fondazione Migrantes, don Giancarlo Perego, per il quale “ancora una volta è emersa una forte carenza della presenza della realtà sociale a tutela dei diritti dei lavoratori”.

H.13.44. L’Unhcr: “Impedire la caccia all’immigrato”
L’Unhcr – L’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati – lancia l’allarme: “è assolutamente necessario impedire la caccia all’immigrato”. Lo ha detto la portavoce Laura Boldrini che, insieme a Paolo Artini, responsabile della protezione internazionale, si sta recando a Rosarno. “Siamo molto preoccupati per la situazione a Rosarno – ha aggiunto – e per la tensione che ancora oggi si avverte in città”.

H.13.54. Contromanifestazione: “Gli immigrati devono andarsene”
A palazzo del Municipio a breve si terrà una contromanifestazione, questa volta organizzata dai cittadini rosarnesi. Ad incitare la popolazione alla mobilitazione, è un giornalista pubblicista, Marcello Marzialetti, che si presenta come corrispondente di un quotidiano locale e ai cronisti dice: “Gli immigrati devono andarsene da Rosarno”. L’uomo sta percorrendo le vie del centro con un’auto dotata di megafoni invitando tutti i cittadini a concentrarsi nella piazza del Municipio.

H.14.03. Il commissario prefettizio: “Ferimento immigrati non è razzismo”
“Il ferimento accaduto ieri di due immigrati non è riconducibile a razzismo”. Lo ha detto il commissario prefettizio del Comune di Rosarno, Domenico Bagnato. “Si è trattato in realtà – ha aggiunto – di un atto provocatorio e delinquenziale da parte di alcune persone”.

H.14.20. Aggredita troupe della Vita in diretta
Una troupe della Vita in diretta, il programma di Raiuno condotto da Lamberto Sposini, è stata aggredita questa mattina a Rosarno. Lo rende noto la redazione. Il giornalista Giacinto Pinto stava seguendo gli scontri tra extracomunitari e giovani del paese in una delle strade centrali di Rosarno – spiega la redazione della Vita in diretta – quando è stato avvicinato da un gruppo di giovani locali che hanno iniziato a inveire e hanno afferrato gettato in terra la telecamera. Gli aggressori gridavano di non “filmare loro, ma gli extracomunitari che sono la causa di tutto”. Un giovane ha spinto a terra l’operatore, Antonio Umbrello, e lo ha aggredito. Alcuni cittadini sono intervenuti e hanno aiutato i due a mettersi in salvo.

H.14.25. I gesuiti: “Affrontare il problema degli stagionali”
“La speranza è che questa volta si vada oltre l’increscioso episodio e le istituzioni affrontino il complesso problema dei lavoratori stagionali nel sud dell’Italia: immigrati che vivono in condizioni estreme, sfruttati da datori di lavoro senza scrupoli e senza rispetto dei loro diritti”. Padre Giovanni La Manna, responsabile del Centro Astalli, l’organismo dei gesuiti che promuove l’accoglienza dei rifugiati.

H.14.29. Il commissario prefettizio: “Strane concomitanze”
“Appare strano che due immigrati siano stati feriti ieri in concomitanza con la riunione a Reggio Calabria del Comitato nazionale per l’ordine e la sicurezza pubblica”. A dirlo è stato il commissario prefettizio del Comune di Rosarno, Domenico Bagnato. In ambienti investigativi non si esclude che si sia voluto spostare l’attenzione mediatica dalla riunione del Comitato a Reggio a Rosarno, con gli incidenti che hanno fatto seguito al ferimento dei due immigrati.

H.14.37. I cittadini continuano a bloccare la Statale 18
Non c’è stato il preannunciato incontro tra il commissario prefettizio del Comune di Rosarno, Domenico Bagnato, e la delegazione degli abitanti che stanno attuando il blocco stradale lungo la Statale 18. Secondo quanto ha riferito lo stesso commissario, la delegazione ha rinunciato decidendo di mantenere, almeno per il momento, il blocco stradale.

H.14.53. Una trentina di persone al pronto soccorso
Circa una trentina di persone sono finite al pronto soccorso dell’ospedale di Gioia Tauro in seguito agli scontri di ieri sera a Rosarno. La maggior parte dei feriti sono poliziotti e carabinieri. Fra i pazienti ci sono anche 3 o 4 extracomunitari e, in particolare, l’immigrato ferito con un’arma da fuoco per il quale sembra sia scaturita la protesta. Si tratta di un uomo di 36 anni: è arrivato sanguinante in pronto soccorso alle 15.20 di ieri ed è stato trasportato nel reparto di chirurgia dove è tuttora ricoverato.

H.15.00. Prefetto riunisce il Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza
E’ iniziata da alcuni minuti a Rosarno la riunione del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica convocata dal prefetto, Luigi Varratta, per esaminare la situazione nel paese a causa delle proteste degli abitanti dopo gli atti di vandalismo compiuti dagli immigrati.

H.15.09. Manifestanti impediscono al commissario di parlare
Resta alta la tensione davanti alla sede del municipio di Rosarno dove oltre un centinaio di cittadini stazionano da stamani dopo gli incidenti provocati da un gruppo di extracomunitari. Il commissario prefettizio, Domenico Bagnato, ha tentato di parlare davanti al municipio con i manifestanti, spiegando loro che da qui a breve si terrà una riunione del Comitato per l’ordine e la sicurezza. I presenti, però, hanno coperto con le loro urla la voce del prefetto che, quindi, dopo poche battute, ha rinunciato a tenere il suo discorso.

H.15.12. Il prefetto giunto a Rosarno
Il prefetto di Reggio Calabria, Luigi Varratta, è giunto a Rosarno dove presiederà la riunione del Comitato per la sicurezza e l’ordine pubblico. “Bisogna dare risposte e conferme – ha detto il prefetto – ma soprattutto sicurezza agli abitanti di Rosarno che hanno tutto il diritto di vivere una vita e dignitosa e tranquilla, ma dall’altro lato dobbiamo dare assistenza e assicurazione anche agli extracomunitari regolari. Per quelli clandestini prenderemo altri provvedimenti”.

H.15.16. Bilancio degli scontri
Sono quattro in tutto i feriti dopo gli scontri avvenuti tra le forze dell’ordine e i manifestanti dopo la rivolta degli extracomunitari di questa mattina a Rosarno. Tutti i feriti sono stati medicati e poi dimessi.

H.15.18 Commissario: nella zona ci sono 1.500 extracomunitari
Complessivamente sono 1.500 Gli extracomunitari sparsi sul territorio di Rosarno, Rizziconi e Gioia Tauro. Lo ha riferito il commissario prefettizio, Domenico Bagnato.

H. 15.53 Loiero: “Lo Stato non si è fatto carico della Calabria
“E’ lo Stato che si fa carico dei richiedenti asilo, di quelli che entrano clandestinamente in Italia. Lo Stato non si è fatto carico della Calabria”. Lo ha detto a Sky Tg24 il presidente della regione Calabria, Agazio Loiero. “Con il ministero degli Interni si era stabilito che avrebbero mandato dei fondi per questo problema di Rosarno, di cui poi non si fece più nulla”. “Ho sempre difeso gli immigrati – ha aggiunto – ma creare lo scontro è sbagliato”.

H. 15.54 Irregolari in nero: in Calabria sono 8 mila
Gli immigrati regolari in Calabria sono circa 45 mila, ma si stima che altri 8 mila vivano e lavorino nella regione in modo clandestino. Lo ha reso noto Benedetto Di Iacovo, presidente della Commissione regionale della Calabria per l’emersione del lavoro non regolare. Di Iacovo, anticipando i dati del sesto rapporto sull’economia sommersa in Calabria, sottolinea che il 53% dei lavoratori irregolari nella regione (170 mila nel complesso) opera nel settore agricolo. Di questi, il 40% circa riguarda gli immigrati, sia regolari che clandestini.

H. 16.02 Mantovano: “In tutta la Calabria, la priorità è la lotta alla ‘ndrangheta
“Come avvenne un anno fa a Caserta per la camorra, oggi a Rosarno e in tutta la Calabria, la priorità è la lotta alla ‘ndrangheta, non la caccia all’immigrato”. Il sottosegretario all’Interno, Alfredo Mantovano, ha commentato così ai microfoni di Sky Tg24 la rivolta degli extracomunitari nella cittadina calabrese. “E’ una questione complicata – ha spiegato – perché si intrecciano questioni che riguardano l’ordine pubblico, lo sfruttamento in nero di lavoratori extracomunitari e, più in generale, la vivibilità di una delle zone più difficile del nostro Paese”.

H.16.05 Carfagna: “Denunciare lo sfruttamento per evitare che si creino dei ghetti”
“Per evitare che si creino ghetti è fondamentale riportare la legalità, quindi che tutti denuncino chi sfrutta il lavoro dei clandestini”. Così il ministro per le Pari opportunità, Mara Carfagna, ha commentato i gravi fatti di Rosarno. “Siamo dalla parte di coloro che fanno fino in fondo il loro dovere di cittadini, denunciando lo sfruttamento della manodopera straniera”, ha aggiunto il ministro.

H. 16.20 Bilancio dei fermi: 6 persone arrestate e tre denunciati
Il bilancio degli scontri è di otto arresti, di cui sette cittadini extracomunitari accusati di devastazione, rissa e violenza a pubblico ufficiale. L’unico italiano arrestato è un 37enne del luogo che questa mattina, mentre con il proprio escavatore stava spostando i cassonetti dal centro della strada, alla vista di un gruppo di extracomunitari ha tentato di investirli, ferendone uno. L’accusa per lui è di tentato omicidio.

H.16.52 Il prefetto: “Tra i feriti 14 immigrati e 18 agenti delle forze di polizia”
Sono 14 gli immigrati feriti negli incidenti accaduti a Rosarno tra ieri sera e stamattina. Lo ha reso noto il prefetto di Reggio Calabria, Luigi Varratta. Il Prefetto ha anche reso noto che, a causa degli incidenti, ci sono stati 18 feriti tra le forze di polizia impegnate nei servizi di ordine pubblico.

H. 17.07 Appello del prefetto al “buon senso” dei cittadini di Rosarno
Il prefetto Luigi Varratta ha rivolto un appello ai cittadini di Rosarno affinché in queste ore prevalga il buon senso. “Mi affido al buon senso dei cittadini di Rosarno”, ha detto il prefetto durante l’incontro con i giornalisti e le associazioni del luogo. Il prefetto ha chiesto ai cittadini di “avere pazienza e tolleranza, pur rispettando e comprendendo il loro disagio e la loro rabbia”. Varratta ha poi aggiunto: “Prenderemo sicuramente delle decisioni, ma queste devono essere prese con calma e soprattutto saggezza per evitare ulteriori tensioni in un territorio che combatte contro questo fenomeno ormai da anni”. (Beh, buona giornata).

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