Se per un buon giornalista la notizia non è che un cane ha morso un uomo, ma è che un uomo ha morso un cane, per un buon pubblicitario le cose stanno così: immaginate un mandria di
cavalli, al galoppo nella prateria. Adesso figuratevi che tra i cavalli selvaggi al galoppo ci sia una zebra. Uno si chiederebbe: che ci fa una zebra in una mandria di cavalli? Il creativo, invece, rovescerebbe la domanda: che ci fa una mandria di cavalli intorno alla zebra? Si chiama meccanismo di rovesciamento, serve a dare una notizia, sorprendendo l’ascoltatore, il telespettatore, il navigatore, il lettore.
Lo so, lo so: la pubblicità sorprendente in Italia non è di moda, anzi, si pratica il banale conformismo della ripetizione. Così che invece che di cavalli, meglio sarebbe parlare di somari.
Ma, tornando ai cavalli, mi sembra una buona metafora che possa descrivere come si fa new business, cioè si cerca di conquistare nuovi clienti nel nostro mercato della comunicazione
commerciale.
Ecco la metafora.
Non ci sono più cavalli selvaggi da domare: il mercato è saturo, non si affacciano alla comunicazione nuovi soggetti, cioè scarseggiano prodotti innovativi, nuovi territori per le marche.
Le ‘giacche blu’, cioè le multinazionali, nell’era della globalizzazione continuano a usare il 7° cavalleggeri dei grandi network: lenti, polverosi, gnucchi e scomodi, come Forte Apache.
Comandati da testoni presuntuosi e perdenti, come il generale Custer. Ma, nella speranza che la tromba suoni la carica e prima o poi “arrivano i nostri”, continuano a mandare messaggeri a Forte Apache. Quelli però stanno facendo le grandi manovre nel cortile e prima che partano in formazione da combattimento per risolvere i problemi dei coloni, pardòn, dei clienti, quelli i clienti hanno già perso lo scalpo.
Poi nel mercato italiano ci sono piccole tribù, che si rifiutano di finire nelle riserve. E allora che fanno? Siccome cavalli liberi non ce ne sono più, e avvicinarsi a Forte Apache è pericoloso e
dispendioso, allora strisciano nella prateria, aspettando il momento buono per rubare i cavalli alla tribù vicina. La quale si incazza, maledice la sfiga. E poi che fa? Striscia nella prateria, aspettando il momento buono per rubare i cavalli alla tribù vicina. Io rubo a te, che tu rubi a me. Il fatto è che a ogni scorreria, il valore della mandria rubata si assottiglia.
Forse, bisognerebbe fare come Geronimo, cioè fare un consorzio di creativi, mettere d’accordo le piccole tribù e provocare una sonora Little Big Horn e addio i generali Custer e tanti saluti ai
Forte Apache. Ma questo è tutto altro film. Beh, buona giornata.